I figli di Baal. La guida rossa, di Francesca Costantino

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view post Posted on 21/11/2012, 14:19
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Sono fatta così...un enigma avvolto in un indovinello e confezionato in un paradosso!

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I FIGLI DI BAAL. LA GUIDA ROSSA

Cancellate quanto sapete della storia del pianeta: "I figli di Baal. La guida rossa" inaugura la Nuova Era del genere umano. Ispirato ai giochi cult D&D degli anni '90, Diablo e Baldur's Gate, questo urban fantasy si dipana tra Aurigard, la Città d'Oro, e New York poco prima dell'11 settembre. Jason, Sean e Victoria (un negromante, un guerriero bardo e una maga nera) sono condannati a cercarsi tra le ere e le dimensioni, pur essendo una cosa sola. Essi infatti incarnano i tre "aspetti" del dio Baal, un'entità originaria di Venere e parte della Stirpe divina ntidea. Il demone Mephisto, reietto dalla Stirpe, renderà gli esseri umani schiavi di una setta, impedendo ai protagonisti di riunirsi nell'avatar di Baal, l'unico che può distruggerlo. Amore, magia, musica rock ed esoterismo fanno da sfondo alle vicende umane, in una lotta fratricida che rivoluzionerà il modo di pensare di ognuno di noi.
 
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view post Posted on 14/12/2012, 16:57
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Sono fatta così...un enigma avvolto in un indovinello e confezionato in un paradosso!

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Qui potete leggere un estratto del libro, fornitoci dalla stessa autrice, per farvi conoscere lo stile di scrittura e farvi dare una sbirciatina al mondo de "I FIGLI DI BAAL".
Buona lettura!


Pag.69

Quel manifesto era una foto del volto a lui ben noto di Eric Clapton, uno dei più grandi chitarristi che il rock abbia mai avuto e che lui, da quando era a New York, cercava di imitare con la sua Stratocaster blu elettrico. Quella mattina – così c’era scritto – la DMA Records, una delle maggiori case discografiche degli States, teneva un’audizione a cui sarebbe stato presente proprio Clapton. Per poco Sean, rimasto a bocca aperta dalla notizia, non fece cadere l’ultimo mozzico dell’hot dog che aveva appena addentato. Lo ingoiò con forza gettando via il resto e si precipitò a casa per raccogliere i suoi spartiti e prendere la sua fedele chitarra. In quel momento, la radio d’ordinanza gracchiò infastidendolo.
La ignorò, pensando che forse poteva essere proprio quello il momento di dare dimissioni dal Dipartimento di polizia di New York City.
Ma gli ritornarono in mente tutti i cadaveri che aveva visto e... Smithie. La questione degli omicidi non poteva rimanere in sospeso e l’uomo col tatuaggio lo insospettiva ancora.
Sospirò rassegnato, sapeva che avrebbe dovuto portare avanti le indagini da solo, come d’altronde aveva fatto negli ultimi due anni. Quella mattina, però, era stata troppo densa d’emozioni e voleva concedersi un giorno di riposo, dedicandosi interamente a quello che gli piaceva davvero. Invece di indagare, avrebbe colto al volo l’occasione che gli era stata servita su un piatto d’argento: farsi ascoltare da Clapton e seguire il sogno di vivere di musica, della sua musica.
Con la chitarra Sean era in grado di riprodurre qualsiasi sound, di tradurre in musica qualsiasi emozione provasse, mentre invece con le parole non ci iusciva. Sul palco, quando gli capitava di cantare in qualche locale, dava tutto se stesso e manifestava quello che durante le faccende quotidiane restava serrato dentro di lui. Celava così bene la sua emotività da essere conosciuto nell’ambiente del Bronx – dove aveva spacciato droga i primi mesi a NYC – come Ice Eyes, occhi di ghiaccio.
 
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