| RECENSIONE A CURA DI: ANGELA D'ANGELO
“Quando cadono i grandi tocca ai piccoli guidare”. Frase banale, forse, ma detta e scritta da una autorità del Fantasy. J.R.R Tolkien, autore de Il Signore degli Anelli, aveva individuato in poche parole la verità che sta dietro ai grandi eventi, alle grandi battaglie. Si vince grazie a tutte le persone che fanno piccole cose, che si prodigando in piccolo gesti, ma che non si tirano indietro e ascoltano la Chiamata del Destino. Simone Lari riprende la tradizione e il leitmotiv dei grandi fantasy sviluppandolo in modo originale, non solo per la storia, ma per uno stile inedito e convincente. Simone Lari fa capire che non basta prendere cinque ragazzi, un nemico epico e metterli tutti insieme sulla carta per fare un libro. No, con “La Nemesi dei Mondi”, primo volume della trilogia La Chiamata del Destino, riesce nella più complicata missione di costruire un modo e dei protagonisti che non affascinano per i loro pensieri, non affascinano per le loro parole, bensì per i gesti. Dimenticate pagine e pagine di caratterizzazione, di analisi esagerate di sentimenti semplici e veri quali amore, amicizia, dolore. I sentimenti fanno parte del vissuto, non delle parole, e l’autore ci mostra le azioni, quelle fondamentali, con una semplicità disarmante. Simone non ci spiega nulla in più di ciò che è evidente. Il senso dell’onore dei protagonisti non una invenzione artificiosa, è verità che si impone. Niente è più onorevole di un gesto di pietà verso un nemico, del non dare mai per scontato un amico oppure di riuscire a non farsi vincere dall’egoismo. Antares, Mack, Marlon, Angel e Hunter sono i cinque piccoli di questa storia. Non sono gli eroi che si muovono in nome di grandi ideali, non sono così finti. Sono ragazzi egoisti che perseguono i loro fini in modi diversi. C’è chi vuole ottenere la gloria, chi la riabilitazione agli occhi di una donna, o ancor chi vuole capire qual è il proprio posto nel mondo. E allora si lanciano in una avventura per tutti i motivi sbagliati, e affrontano il male, il dolore, la perdita. Non nascono maturi, non sono caratterizzati alla presentazione. Il loro cammino li plasma, il loro cammino fa si che scoprano i motivi per cui combattere. Uno su tutti l’amicizia. Simone Lari in modo molto originale accompagna i protagonisti, li scopre e ce li fa scoprire pagina dopo pagina di questo lungo romanzo corale che non diventa mai pesante. I dialoghi sono ironici e convincenti, le vicende narrate sono affrontate con quel concetto squisitamente barocco della Meraviglia, quella dei protagonisti e quella del lettore. Ogni capitolo è una vicenda unica, una avventura sconosciuta che coinvolge il lettore. Non siamo mai uno dei cinque protagonisti, non ci immedesimiamo in loro. Il lettore è il sesto membro della compagnia, l’amico silenzioso, quello di cui non si conosce il nome, ma che spera e lotta e si lascia catturare dalla carta stampata. Il lettore entra nel libro e i protagonisti vivono, respirano, sentono. Si ha la sensazione che si prova quando ci si rinchiude in casa di una amico con i dadi in mano e una scheda davanti con le caratteristiche di un personaggio fantastico. Non si ha nulla in mano, pochi elementi, ma quando si ritorna a casa la sensazione è quella di aver vissuto in prima persona la più grande avventura della propria vita. “La Nemesi dei Mondi” non è il libro dei buoni, non è il libro dei cattivi. E’ un libro di eventi in cui si inseriscono protagonisti, antagonisti e lettori. E’ un libro che ci lascia la libertà di ragionare e riflettere. Non trae conclusioni, non ci sono morali. Lo stile di Simone coinvolge per la sua capacità di darci tutti gli strumenti senza imporci nulla, l’autore non è mai egoista. Non ammalia, non finge, ci mostra la verità e ci chiama. E’ tutto nelle nostre mani. Sta a noi rispondere alla sua chiamata.
|