La discendente di Tiepole, di Alessandra Paoloni

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view post Posted on 6/1/2013, 10:09
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Sono fatta così...un enigma avvolto in un indovinello e confezionato in un paradosso!

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LA DISCENDENTE DI TIEPOLE

Un paese fantasma dimenticato dalle carte geografiche, circondato da montagne, abitato da una popolazione inospitale. E’ il ritratto di Tiepole, paese d’origine di Emma, ed è lì che la ragazza è costretta a tornare in occasione del funerale di suo nonno. Il suo soggiorno, però, si trasforma in incubo quando Emma legge la lettera che sua nonna aveva scritto per lei prima di morire e che il nonno non le aveva mai consegnato. Essa le svelerà un mondo di tenebra colmo di stregoneria e maledizioni, di faide tra famiglie e di lotte per il potere. Emma non sa ancora nulla, ma tutti i Tiepolesi sanno chi è lei, poiché la stavano aspettando.
Lei è l’erede della Strega.
Lei è la Discendente.
Lei deve morire.
Un’eroina indimenticabile in un romanzo in cui il bene e il male si confondono e niente, assolutamente niente, è davvero quello che sembra.

Alcuni estratti del libro trovarti sul web:

«Aprii l'armadio che cigolò rumorosamente. Lanciai un'altra occhiata veloce alle scale, aspettando che i miei salissero a vedere cosa stessi combinando attirati da quel rumore. Ma questo non accadde. Allora sospirai, e tastai il fondo di legno. Nell'armadio c'erano qualche vecchia stampella, e della biancheria ingiallita dentro sacchi di nailon trasparente. La puzza di chiuso e polvere stantia mi disgustarono. Più di una volta mi chiesi cosa stessi facendo. Non avrei trovato altro che ciuffi di polvere grandi quanto fiocchi di neve, e forse qualche ragnetto stecchito. Iniziai a dare qualche piccolo colpetto alle assi. E sotto i miei colpi leggeri, una risuonò vuota. Sussultai. In fin dei conti me l'aspettavo. Mi sporsi in avanti, tanto da entrare nell'armadio con quasi tutto il corpo. Non senza fatica, trovai le due estremità dell'asse mobile e le sollevai. »
- La scoperta -
La discendente di Tiepole


«La tomba di mia nonna si trovava in territorio eretico, fuori dalle mura. Mi bastava raggiungere il cancello e guardarmi attorno. Così feci: giunta di fronte all'entrata, l'occhio mi cadde subito sulla fila di lapidi che partivano alla mia sinistra, proprio addossate al muro di delimitazione del cimitero. Sentii un brivido attraversarmi la schiena a quella vista. Le lapidi erano tutte affilate, di grandezze e altezze diverse; ciuffi di erba incolta vi crescevano attorno, ed erano completamente spoglie di vasi o fiori. Le persone sepolte lì dovevano essere state completamente dimenticate dai Tiepolesi. Passai in rassegna le lapidi una a una, stringendomi l'ombrello al petto come se fosse un'arma con la quale difendermi dalle mie stesse paure. L'immagine di un arto che fuoriusciva dalla terra per arpionarmi per poco mi dissuase da quanto stavo facendo. Mi ci volle tutto il coraggio che possedevo per leggere i nomi riportati sopra quelle lastre, nomi di donne soprattutto; impossibile fu per me non notare che non vi erano riportate né la data di nascita, né tanto meno quella di morte. E alla fine la trovai: il nome Marta Vasselli era inciso sulla terzultima lapide. Mi fermai a fissarla. La lapide era screpolata in più punti, palesemente sfregiata. D'improvviso non riuscii più a sentire né paura, né angoscia né tanto meno tristezza; mi sentivo svuotata di ogni emozione. Lì dunque riposavano le ossa di quella nonna che non avevo mai conosciuto, la donna che tutti a Tiepole forse avevano odiato. La strega, come l'aveva definita mio padre. .»
- Il rapimento -
La discendente di Tiepole


Una lacrima mi corse lesta giù per la guancia. Un nodo mi strinse la gola. Chiusi il telefono prima ancora di accorgermene. Lo spensi e lo gettai sul letto. Scoppiai a piangere come una sciocca. Il desiderio di sentire una voce amica aveva aggravato ancora di più la mia solitudine; non avevo fatto altro che peggiorare la situazione. Ilaria non avrebbe mai potuto capire quello che mi stava accadendo. Se avessi iniziato a parlarle di mostri e maledizioni mi avrebbe presa per pazza, e avrebbe di sicuro raccontato tutto agli altri. Si sarebbero fatti una grossa risata alle mie spalle. La piccola Heidi; già ridevano di me. E poi come potevo pensare all'università quando la mia stessa vita era in pericolo? Come potevo pensare di tornare a Roma quando c'era la possibilità che mi sarei trasformata in un mostro? Come avrei giustificato la mia maledizione? Ero in trappola. Non potevo tornare a Roma, né potevo restare lì a Tiepole perché se non fossi stata attenta mi avrebbero uccisa.



Leggi qui le prime pagine!



L'autrice:
Alessandra Paoloni nasce l’11 marzo 1983 a Tivoli. Esordisce con la raccolta poetica Brevi monologhi in una sala da ballo di fine Ottocento ( Il Filo 2008), cui seguono i due romanzi fantasy Un solo destino e Heliaca la pietra di luce (0111 Edizioni). Del 2012 è il romanzo La Stirpe di Agortos (Edizioni Rei). È presente nelle antologie: On the road: diari di viaggio (Libro Aperto Edizioni). 365 Storie d’amore (Writers Magazine) La Stirpe Chimerica del blog Club Urban fantasy. La discendente di Tiepole, il suo primo paranormal fantasy, è il suo quinto romanzo.
 
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