Dietro la maschera, di Christiana V - Ed. 2013

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view post Posted on 11/2/2013, 13:55




Quinto appuntamento di "DIETRO LA MASCHERA".
INSAZIABILI LETTURE ha il piacere di presentarvi

"Dietro la maschera" di Christiana V.






Venezia 2013

«Credete davvero che mi stia bene?»
«Ma certo che sì! Guardati, sei davvero fico Alex.»
Non è che si vedesse così intrigante nei panni di un nobile dell'ottocento con tutti quei pizzi e nastri, per non parlare delle brache al ginocchio e la pruriginosa stoffa damascata.
La brillante idea di festeggiare il carnevale a Venezia era venuta a Marisole e Fabrizio, gli organizzatori di tutte le occasioni mondane e come sempre nessuno si era potuto tirare indietro.
«E se mi vestissi da 'Avanzi'? Posso senz'altro trovare un po' di fodera argentata per mimare la carta stagnola e disegnare bucce, lische e bottiglie schiacciate con dei pennarelli indelebili. Vi assicuro che il risultato sarebbe strabiliante.»
Una mano guantata gli sventolò sotto il naso intimandogli di smetterla.
« Non osare distruggere la magia del carnevale di Venezia, caro Alex. Questa è la proposta più idiota che ti abbia mai sentito fare! Qui c'è aria di mistero e seduzione, intrighi e tentazioni, eleganza senza riserbo in uno sfarzo opulento.»
«Calma Marisole, non è che sei alla corte della Serenissima. È solo la settimana di carnevale.»
Meglio smorzare subito l'eccitazione di quegli occhi nocciola prima che partisse con le sue crociate fantastiche. Solitamente li costringeva a fare tutto quello che voleva grazie al suo innato e coinvolgente entusiasmo, ma di portare i mutandoni Alex proprio non ne voleva sapere.
«E dai! Caliamoci in questa magia, tu poi potresti tranquillamente passare per Giacomo Casanova, hai anche i capelli lunghi.»
«Ecco, a proposito di questo, niente parrucca. Non cedo Mari, mi spiace.»
E mentre si lamentava, la ragazza con addosso un'importante abito amaranto gli faceva una coda bassa alla nuca. Lo guardò con un sorriso eccitato.
«Visto? Sembri davvero lui. Ah, non vedo l'ora di vederti camminare in mezzo alle altre che si voltano tirando il fiato al tuo passaggio riconoscendoti come l'illustre...»
«Time out!» disse Alex facendo la 'T' con le mani. Quando Marisole partiva coi suoi deliri fantastici, bisognava fermarla.
«È vero che Venezia è misteriosa, te lo concedo, ma saremmo potuti andare a Viareggio e divertirci forse anche di più. A parte noi gli altri son rimasti a casa.»
Il broncio che seguì fu sostituito dal più incredibile sorriso che Mari potesse fare.
«Lo so, ma sono loro a non sapere quello che si perdono. Hai portato la maschera che hai comprato a Firenze?»
Increspò le labbra al ricordo e annuì.
«Certamente!»
L'aveva comprata proprio con lei in un famoso quanto enigmatico negozio di maschere. Aveva sempre avuto una passione per l'ambiguità più o meno celata e la finzione che recava con sé un oggetto come quello l'affascinava oltre ogni dire. Adorava mettersi nei panni di qualcun' altro, non per niente faceva parte della piccola e amatoriale compagnia teatrale dei Viv@rte.
E poi non c'era nessuno che come lui vivesse una doppia vita: di giorno avvocato senza scrupoli, di notte qualunque altra cosa.
In questo turbine di affascinante eccitazione costante, solo una mancanza era ben visibile: una donna.
Ovviamente sui palcoscenici che allestiva ogni sera, a volte anche più di uno, non c'era spazio per una sana e stabile relazione. Intendiamoci, di donne ne aveva quante ne voleva e ognuna adatta al ruolo in cui si era calato in un determinato momento. Ma una volta svestiti i panni di un personaggio piuttosto che un altro, la prescelta diveniva malcapitata a causa di una violenta virata a centottanta gradi.
La sola costante nella vita di Alex, gli unici che davvero lo conoscevano per quello che era, erano quei sette ragazzi che gli giravano attorno in quell'istante, e proprio per questo li amava oltre misura.
Sorrise soddisfatto a Marisole e la strinse in un abbraccio che lei ricambiò prontamente.
«Direi che con questo abito ci sta a meraviglia» disse lei all'immagine allo specchio dell'uomo magro ed elegante.
«Sì, hai ragione, ma senza parrucca!»
La risata cristallina da cortigiana intrigante l'avvolse come una stola di velluto.
«Ok, allora ti faccio i boccoli!»
Dopo scherzi e prove varie, ognuno scelse il proprio travestimento in tema con la serata e andarono a pranzo. Si conoscevano da anni, alcuni di loro da bambini cresciuti nello stesso quartiere e l'affetto che li univa era sincero e superava invidie e discrepanze caratteriali.
«Sono solo due serate, ma ci divertiremo alla grande! Piazza San Marco: stanotte sarai mia!» urlò Marisole, Fabrizio finse di mettere il broncio.
«È finita. Niente gondola però che soffro il mal di mare» disse sforzandosi di non scoppiare a ridere in faccia alla povera Gabriella che era sconvolta e con la bocca aperta.
«Non è giusto» si limitò a sussurrare, non riuscendo a resistere a quegli occhioni tristi, Lorenzo rise forte e la prese per le spalle.
«Tranquilla, se nessuno vuole venire ti ci porto io.»
Erano tutti single, chi per scelta, chi per forza maggiore, stavolta però Alex sentiva che qualcosa sarebbe cambiato almeno per qualcuno di loro.
Tutta colpa dei sogni a occhi aperti di Mari pensò davanti a un caffè. Dopo aver fatto i bravi turisti ignoranti scattando foto ad ogni angolo, tornarono alle loro stanze per i preparativi della sera. I ragazzi avevano organizzato ogni cosa, come sempre in maniera originale e divertente. Le due notti che si sarebbero concessi come maschere erano improntate su intrigo e curiosità. Quella serata sarebbe iniziata con una cena a tema in un noto ristorante dove tutti sarebbero entrati rigorosamente in maschera e avrebbero vissuto la finzione giusta per l'epoca. Balli, sfarzo, candele, strumenti musicali antichi. Eh sì, il tutto sarebbe costato una piccola fortuna, ma per Alex, trasformista da sempre, era una possibilità unica al mondo. Anche il fatto che i ragazzi avessero creato un programma differente per le sere era tutto a suo uso e consumo per non farlo annoiare.
Benedetta Marisole, sempre piena d'idee e d'inventiva!
Sotto il getto tiepido della doccia Alex pensava all' immensa fortuna di avere l'un l'altro. Trovarsi era stato un caso fortuito, nessuno tra loro si conosceva, a parte Lorenzo e Fabrizio e da lì era iniziata la catena che ormai li stringeva da dieci lunghi anni.
In asciugamano tornò in stanza e si collegò al pc per leggere le email, la segretaria confermava che tutto procedeva come da programma. Perfetto, era così che doveva andare, senza nessun intoppo durante il quotidiano e ricco di sfaccettature imprevedibili quando si lasciava andare all'altra parte di sé. Sorridendo cominciò a prepararsi, avevano appuntamento per le venti nella hall dell'albergo e da lì sarebbero arrivati al ristorante. Raccolse i capelli con un nastro di raso nero e si rimirò nel magnifico abito color oro. Sembrava davvero Casanova, forse poteva scegliere di impersonarlo almeno quella sera. Dalla valigia tirò fuori la scatola di velluto rosso e prese la maschera bianca, la mise stringendo i nastri e si sentì subito nella parte. Un nobile misterioso e intrigante, aitante e seducente che avrebbe fatto sognare le donne.
Scese da basso e li trovò già pronti, un gran sorriso passò sul volto di Marisole.
«Che vi dicevo? Il latin lover è già all'opera. Sei assolutamente fantastico Alex.»
Lui scese fin di fronte a lei e s'inchinò profondamente dandole il braccio e scortandola fuori. Per le strade il carnevale imperversava, erano tutti mascherati, fosse solo con orecchie da gatto, ma loro erano proprio bellissimi. Diversi turisti presero a scattare fotografie chiedendogli di mettersi in posa, lo fecero con estremo divertimento.
«Dimmi che ti senti così quando sei a teatro Alex.»
L'uomo fissò Fabio che con un sorriso sornione e un luccichio negli occhi guardava le donne attorno a sé con desiderio.
«Come un Dio?» chiese lui seguendo lo sguardo fino a una strega sexy. Al cenno d'assenso sorrise.
«Quando recito posso essere chiunque e certo che mi sento un Dio, cazzo!»
Un ventaglio di piume gli batté sul petto.
«Decoro prego, nessun linguaggio inappropriato. Sei un grande attore? Allora calati nella parte, fammi sentire davvero nell'ottocento Alex.»
Fissò gli occhi nocciola di Marisole che si guardavano attorno con eccitazione. Sempre sfide, continui stimoli a dimostrare d'essere di più. Guardò gli altri che lo fissavano furbamente. Quanto amava quei ragazzi!
«Madamigella, consentitemi d'aver cura di voi per questa sera. Mi assicurerò che non vi manchi mai refrigerio, che sia esso di natura fisica quanto spirituale. Mi occuperò di voi come se foste la mia preziosa sorella» e s'inchinò fingendo un perfetto baciamano.
Con la vezzosità delle piume, Marisole si coprì il volto col ventaglio lasciando brillare solo gli occhi maliziosi profondendosi in una lenta e profonda riverenza.
«Mio signore, ve ne sono immensamente grata. Comprendo che solo un uomo vissuto come voi e avvezzo ai diversi aspetti della vita può conoscerne ogni punto di vista. Mi reputo incredibilmente fortunata che vogliate indottrinarmi in tal proposito. Ve ne prego, siate il mio mentore.»
Alex restò con gli occhi fissi sulla parrucca bianca ingioiellata di pietre. Una strana morsa gli strinse lo stomaco mentre gli occhi corsero al piccolo seno stretto magistralmente dal corpetto del voluminoso abito di velluto amaranto.
La donna si era decisamente calata nella parte e non si dicesse in giro che proprio lui, l'unico artista del gruppo, non era capace ad affrontare la sfida.
La fissò a lungo, fino a che Marisole sollevò lo sguardo nel suo.
«Sarà un mio onore e piacere, madamigella, insegnarvi tutto quel che so.»
Ci fu un istante in cui gli occhi di lei parvero titubanti, poi la luce della provocazione tornò ad accenderli e ripresero il cammino come nobili d'epoca.
Una volta al ristorante, scoprirono che tutti si erano tuffati nella magia di Venezia e vivevano quel momento come una vera rivisitazione di un ballo dell'epoca originaria.
Nastri, pizzi e ventagli ovunque e risate più o meno celate che la dicevano lunga su come la gente avesse intenzione di lasciarsi andare anche senza il supporto del nettare di Bacco.
«Che meravigliosa idea avete avuto, mia cara, nello scegliere questo invitante luogo di ritrovo. Sebbene lasci adito a molto da pensare e soprattutto da fare.»
Marisole distolse lo sguardo da Gabriella e Fabio che avevano attraversato la sala sorridendo a chi passava loro accanto con uno sventolio di piume.
«Non credo di capire Messere.»
Alex sorrise sardonico. Dio come si stava divertendo! Indicò in maniera discreta una coppia in un angolo che parlava con dei nobiluomini.
«Vedete la dama in abito verde? Bene, noterete che il suo accompagnatore ha il calice pieno di squisito vino. Da quando siamo entrati è già il terzo che sugge rendendogli le guance rubiconde. Mia cara Marisole, se davvero volete che v'insegni tutto, dovete innanzitutto imparare a leggere ciò che vi sta attorno» sussurrò in tono bonario allo sguardo confuso della ragazza.
Lì per lì aggrottò le sopracciglia, poi scosse le spalle e alzò in mento.
«E cosa dovrei leggere in tutto questo, di grazia?»
Sorridendo sotto i baffi le diede un buffetto sulla mano e la fissò facendola arrossire. Lei voleva giocare? E lui le avrebbe dimostrato quanto era bravo in quel che faceva.
«Quanto la natura umana sia lasciva. Osservate con attenzione. Tra qualche secondo si sposterà di mezzo passo indietro e uno verso la donna, subito dopo stringerà la mano sul suo fianco.»
Nel dirle quelle parole suadenti e a bassa voce, seguì il movimento dell'uomo mettendosi nella stessa identica posizione. Quando dopo qualche istante accadde ciò che aveva predetto e Marisole deglutì a vuoto.
«Ora si avvicinerà con intenzioni decisamente goderecce e la dama inizierà dapprima ad innervosirsi, in seguito sentirà uno strano calore irradiarsi dal suo stomaco. Si sventolerà più del necessario e, notate bene, lei non ha neanche in bicchiere tra le mani.»
Esattamente come te pensò Alex sfiorando la vita della ragazza. C'era sempre stata tensione sessuale tra i due e più di una volta aveva fantasticato sul piccolo ma agile fisico dell'insegnante di danza che, col linguaggio del suo corpo, aveva lasciato intendere quanto non volesse rovinare la loro amicizia.
Ma erano adulti e lui avrebbe voluto farsi un pas a deux con l'aggiunta di un dopo spettacolo. Quell'occasione e la voglia ciarliera di Marisole gli stavano dando l'opportunità di tentare la sorte, anche perché erano ormai tre settimane che, tra gli impegni di lavoro e la mancanza di materia prima, non aveva dato il giusto sfogo al suo fisico.
Ma doveva andarci cauto, giocare ancora, dopotutto era soltanto quello: un gioco.
Quando la donna in verde fece quello che aveva preventivato, sorrise.
«Cosa dicevo? Se volete conoscere tutto sull'arte amatoria e sulla seduzione, dovete imparare a osservare mia cara. Si capiscono tantissime cose.»
Marisole si voltò a fissarlo pensierosa attraverso le lunghe ciglia finte. Poi mise l'unghia di un mignolo sul labbro. Dopotutto, non era l'unico a voler giocare allora!
Vide il lieve rossore sulle sue guance e innalzò un sopracciglio.
«Ebbene... farò tesoro del vostro prezioso consiglio. Ma credo debba trovarmi qualcuno con cui mettere in atto gli insegnamenti.»
Alex voltò di scatto la testa verso la sua che scandagliava la folla alla ricerca di qualcuno d'interessante.
«Chi sarebbe adatto a me, Messere? Sono ormai in età da marito, ma non è questo ciò che voglio adesso. Vorrei soltanto esercitarmi per non trovarmi impreparata al momento opportuno» disse lei maliziosa scrutando volti anonimi coperti da maschere.
Sono qui pronto per te piccola pensò, ma lei lasciava vagare gli occhi incuriositi sulla massa ridanciana. A un tratto gli toccò il braccio.
«Cosa ne pensate di quello vestito di blu? Pare essere adatto alla mia età.»
Alex fissò il ragazzo coi capelli castani che sfoggiava sorrisi a trentadue denti a un trio di dame. Tutto sommato non era male.
«Certamente mia cara, ma credo che un precettore debba essere maturo e con parecchia esperienza diretta. Perdonatemi, ma quello mi pare uno sbarbatello.»
È vero che hai ventisette anni e io trentanove, ma quello è ancora allo svezzamento!
«Quindi cosa mi suggerite?» chiese lei senza distogliere lo sguardo dal ragazzone.
«Avete bisogno di un uomo.»
Marisole si voltò a fissare l'unico occhio lasciato libero dalla mezza maschera bianca, era pensierosa e seria.
«D'accordo, quale di questi? Per carità però, nessuno con l'adipe cadente.»
Alex scoppiò a ridere a quella frase, solo dopo un istante gli arrivò il rifiuto. Stava per risponderle quando lo guardò col volto eccitato e le gote rosee.
«Cosa ne pensate di quello?»
La ragazza si riferiva a un elegantissimo nobiluomo completamente vestito di nero con in viso una larva blu cobalto, gli occhi che s'intravedevano erano color cioccolato.
Indubbiamente era prestante e le movenze erano raffinate e benché l'orgoglio gli bruciasse, decise di giocare con lei ancora un po'.
«Ottima scelta. Cosa contate di fare per farvi notare, mia cara?»
«Credo proprio niente, perché sta venendo qui» sussurrò a bassa voce nascondendosi dietro il ventaglio e stringendosi al braccio di Alex.
Quest'ultimo vide il rivale, un uomo senza ombra di dubbio, farsi strada tra la folla senza alcuna incertezza, occhi negli occhi senza sbattere nemmeno le ciglia.
«Incantato madamigella, permettete che vi rubi per questo ballo o, se me lo concedete, per tutta la vita?» disse la voce baritonale col più incantevole dei baciamano.
Al sospiro stretto di Marisole, Alex sentì la furia nascergli dentro. Non era preventivato nessun ingresso in scena di tipi fichi a rubargli il posto di miglior attore, ma lei era seriamente rapita e quando disse a fior di labbra 'Perdonatemi Messere' congedandosi da lui, capì che la battaglia era cominciata. Li seguì con lo sguardo tutta la sera; era una ballerina e il valzer non aveva segreti per lei, ma, accidenti a lui, il tizio anche quello sapeva fare!
Durante la cena Marisole tornò affianco a Alex più eccitata e accaldata che mai. Una vera delizia, se non fosse stato che il tutto non era per lui.
Provò a essere brillante nella speranza di sopravanzare l'altro, ma lei tornava sempre a perdersi nei suoi sogni a occhi aperti.
«Smettila Marisole» le intimò improvvisamente poggiando le posate. Lei sgranò gli occhi fingendo un riserbo d'altri tempi.
«Messere! Non credo che siamo tanto in confidenza da potervi permettere certe libertà.»
«Dacci un taglio, va bene?» comandò stringendo le labbra.
«Ma che succede? Quando avete iniziato a litigare?» Lorenzo si sporse dopo aver cambiato posto con un'irritata Marisole e pareva stupito.
«Mica abbiamo litigato!» disse Alex infastidito, ma l'altro lo guardò, poi passò alla ragazza.
«E allora spiegami perché è così incazzata? L'ho vista ballare con quel tipo, pareva davvero contenta, per cui credo che è con te che ce l'abbia.»
«Lasciamo perdere, va bene?» disse frustrato quando le ragazze si alzarono in gruppo per andare al bagno.
«No che non va bene.» Si unì anche Fabrizio alla discussione che Alex proprio non voleva fare.
«Hai smesso di fare l'affascinante? Perché se è così, datti da fare con un'altra.»
Giusto, a questo non c'avevo pensato.
«Mi sa di sì» concluse Alex guardandosi attorno, nel mentre arrivò il bellissimo.
«Scusatemi, dov'è Marisole?»
Con lui doveva esser tutto d'epoca e con questo qui no? E poi quell'irritante accento straniero con quel tocco di esotico, perché lo usava anche con loro?
«Al cesso!» sbottò Alex alzandosi in piedi, subito seguito dagli amici. L'uomo lo fissò senza fiatare, ma arrivarono le ragazze e lui si profuse in moine invitandola a seguirlo a una festa. Marisole si bloccò con la mano sul petto.
Siamo venuti in otto bello e non ci divideremo, pensò Alex assaporando la dolcezza piccante della vittoria sulla lingua, ma lo stupore lo confuse quando Sabrina e Carla la spinsero letteralmente tra le sue braccia.
«Non preoccuparti, ti aprirò io. Va' e divertiti» disse Gabriella e sotto i suoi occhi, Mari svanì inghiottita dalla folla.
Serata disastrosa. Non aspettò che finissero di mangiare, Alex semplicemente si alzò e se ne andò in albergo. Dopo pochi minuti i ragazzi bussarono alla porta, ma lui era nella doccia.
«Andiamo per bar, che fai, vieni con noi?»
«No, me ne vado a dormire» urlò sotto l'acqua e ci restò fino a che non si accorse di avere le dita mollicce e la mente più lucida.
Non aveva alcun diritto di fare scenate oppure di dire a qualcuno con chi doveva uscire. Erano adulti cazzo, lui sapeva bene come funzionavano queste cose, lo faceva sempre e se Mari aveva deciso per una volta di divertirsi, chi era lui per impedirglielo?
Un atteggiamento davvero ipocrita il suo, bella roba! 'Fa quello che dico io, ma non fare quello che faccio io'.
No, lui non era così bigotto, anzi! Magari era solo sessualmente frustrato e aveva bisogno di uno sfogo e aveva trovato nella povera Mari la vittima sacrificale.
«Domani dovrò scusarmi» borbottò col volto rivolto verso il getto d'acqua.
Trovarsela di fronte al mattino seguente però non era proprio come lo aveva immaginato. Lei era tesa, con dei profondi segni sotto agli occhi e non lo degnò di uno sguardo. Invece di calmarlo, l'atteggiamento l'irritò ancor di più e la tampinò quando si alzò dal tavolo decisa a mettere distanza tra loro. La placcò sulle scale.
Quando quei furibondi occhi nocciola lo fissarono con disprezzo, Alex dimenticò tutte le parole di scusa che si era preparato per lei.
«Hai una faccia che fa spavento. A che ora sei tornata?»
«Non sono fatti tuoi» sibilò la ragazza cercando di voltargli le spalle, ma la bloccò per un polso salendo un altro gradino mettendosi così ad altezza di sguardo.
«Oh sì che lo sono! Hai dimenticato che siamo venuti qui in otto Marisole? In ogni viaggio che abbiamo fatto assieme, benché avessi avuto ben più di un'occasione per spassarmela con qualcuna, non vi ho mai mollati. Nessuno di voi!»
Ci fu un lungo istante dove si sfidarono a suon di occhiate coi petti ansanti. Sì, non era quello che aveva pensato di dirle, ma forse era quello che voleva ribadire sul serio.
«Ti ringrazio molto Alex. Mi hai appena fatto notare quanto sia poco cameratesca nei miei rapporti d'amicizia e hai ragione, è tutto vero. Non mi merito alcuna parola diversa, per cui scusami se ho interrotto il nostro 'idillio a otto' per una semplice festa. Non succederà più. Io ho organizzato questo viaggio e mi atterrò al programma passo dopo passo. Grazie davvero, avevo bisogno che la mia coscienza si risvegliasse.»
Alex restò imbambolato alla tirata sarcastica dolcemente velata, la vide andar via, ma si ficcò nella sua stanza prima che potesse chiudere la porta.
«Esci immediatamente!» sibilò Marisole piena di rabbia, ma lui scosse il capo con mezzo sorriso e cercò di ripetere le scuse che aveva preparato. Lei lo ascoltò ma con le narici frementi.
«Ti prego Mari, non roviniamoci questa giornata. Domani si torna a casa!»
Sapeva di essere quasi riuscito a convincerla, titubava, infine alzò le braccia in segno di resa sospirando.
«E va bene, lasciamo perdere le chiacchiere.»
Come un ragazzino, Alex lanciò un urlo e la sollevò facendola girare, poi le piantò un sonoro bacio sulle labbra e la fece atterrare. Il riso si spezzò sostituito da un gemito soffocato, mentre fissava lo sguardo nel suo, avrebbe potuto giurare d'aver visto uno scintillio verde in quegli occhi di solito caldi e luminosi. Ma durò un attimo, troppo poco per poter capire se fosse stata la sua immaginazione.
«Smettila Alex.»
La voce roca e le guance rosate non andavano proprio d'accordo con le parole e lui, invece di liberarla dal suo abbraccio ben più che caloroso, la tenne stretta.
Prese di colpo tutta l'ilarità e si rese conto che era lei quello che voleva.
«Perché? Ormai ci facciamo la guerra da troppo tempo, Mari. So che mi vuoi.»
«Non è così.»
«Non mentirmi, per favore. Se avessi potuto ieri avrei staccato la testa a quel coglione che ti ha portata via da me!»
Fino a quell'istante non si era soffermato, ma era quello che sentiva davvero; cavoli, un uomo di trentanove anni che s'infuriava come un ragazzino. Chi lo avesse visto in quell'istante non avrebbe mai pensato che quel miscuglio di ardore fosse il noto e spietato avvocato Alessandro Baroni e invece eccolo lì, in tutto lo splendore del suo istinto, smanioso e caparbio.
«Ti voglio Mari» sussurrò seducente strusciandosi al suo fianco mentre con le labbra scendeva verso la clavicola passando sulla tenera pelle del collo. Ci fu l'arrendevolezza nel sospirò caldo di Marisole che gettò la testa indietro chiudendo gli occhi, allora osò mettersi di fronte e cominciò a leccarle le labbra sperando che le aprisse. Lo fece, ma solo per parlare.
«Mi vuoi, va bene. E chi è che mi vuole?»
Sollevò la testa a guardarla, aveva un'espressione furba, strana.
«Come sarebbe a dire chi ti vuole? Io, è ovvio.»
«E chi saresti oggi? L'avvocato, l'amico, il seduttore. Quale delle tue maschere è quella che mi vuole?»
«Maschere? Nessuna maschera Mari, sono io a volerti!» urlò battendosi il petto. Lo fissò a lungo con un sorrisetto che le aleggiava sulle labbra.
«Facciamo così, c'incontreremo stasera e vedremo come andrà a finire. Ne sei davvero certo, Alex? Da questa cosa non si torna indietro.»
Era più che certo, era sicurissimo di tutto quello che voleva, lui voleva quel che vedeva in quel momento.
«Se ne sei così sicuro... dovrai stupirmi Alex, conquistarmi, sedurmi, e non solo a parole.»
Marisole era cambiata. Era una donna sicura di se stessa, con lo sguardo schietto di chi sa cosa vuole e farà di tutto per ottenerlo.
«Ora vai, c'incontriamo più tardi» disse lei spingendo un Alex frastornato e affascinato verso la porta.
«Non scendi per pranzo?»
«Devo riposare. Una lunga notte ci attende. A dopo» sussurrò lei sfiorandogli le labbra, poi la porta sbatté sul naso di Alex che sorrideva come un'idiota mentre scendeva da basso.
La serata arrivò fin troppo in fretta e lui si preparò con un'eccitazione calda e vogliosa: quella sera Mari sarebbe stata sua!
Passò dalla camera che divideva con Gabriella che aprì e disse che si era avviata già da qualche minuto per sistemare alcune faccende. La notizia non scalfì il suo buonumore e un sorriso sornione e brillante lo accompagnò in piazza e tra la gente.
Si guardò attorno, ma della ragazza neanche l'ombra.
«Nessuno di voi ha visto Marisole?»
Al diniego la mente cominciò a fargli brutti scherzi. E se l'avesse preso in giro e se ne fosse andata con quell'altro? Perché non era ancora tornata da loro? E se invece le fosse successo qualcosa? Passò le dita sulle palpebre scostando la maschera obbligandosi a tenere il sangue freddo, in quel momento un luccichio al limite del suo campo visivo attirò la sua attenzione.
Che diamine era stato? Fissò lo sguardo in quel punto e dopo pochi secondi, proprio dietro a una famigliola mascherata, riecco il fulgore argento e verde malva. Senza pensarci due volte si fece strada rincorrendo la figura leggiadra che lo sfidava a seguirlo, fermandosi in attesa quando la perdeva di vista e saltellando e piroettando quando invece puntava dritto verso di lei.
Il cuore prese a pompargli più in fretta correndo da un ponte all'altro, inseguendo una risata cristallina che gli dava i brividi e lo riempiva d'eccitazione. A un tratto si rese conto d'essersi perso e si fermò col fiatone poggiando i palmi sulle ginocchia per recuperare ossigeno. Era fermo quando i piedi leggiadri si fermarono dinanzi a lui.
«Non mi hai ancora presa.»
«E invece sì!» gridò afferrandola tra le braccia. Marisole era meravigliosa in quella specie di tuta luccicante, impalpabile ed eterea; aveva le orecchie a punta, delle graziose ali trasparenti e lunghi capelli divisi in treccine.
«Questo vestito è una favola, hai messo anche le lenti a contatto verdi. Sei stupenda. Una fata?»
Lei annuì fissandolo intensamente.
«Vuoi ancora...?»
«Non c'è niente che vorrei di più al mondo Mari» esclamò emozionato sentendo i muscoli dell'inguine contrarsi dal desiderio, allora lei lo prese per mano e lo portò in un piccolo alberghetto defilato dal trambusto. Una volta in camera lo spinse a sdraiarsi e lo spogliò un po' alla volta, ma ogni volta che lui provava a toglierle qualcosa, lei lo bloccava con una risatina irriverente.
«Lasciati toccare, ti prego» mormorò contro le sue labbra morbide, allora gli diede libero accesso al suo corpo accarezzandolo, conoscendolo e capendo che...
«Questi non sono abiti Alex.»
Senza parlare le accarezzò il fulgore argenteo che ricopriva le braccia e salì alla spalla, poi passò alla punta delle orecchie, al naso spruzzato di deliziose lentiggini.
«Questi sono davvero i tuoi occhi, giusto?» sussurrò affascinato passando le dita tra i lunghi capelli rossi.
«Sono una fata dei boschi. Non volevo che accadesse questo Alex, per questo ti evitavo sempre.»
La fissava rapito e confuso. Marisole una fata, possibile? Eppure quella era lei, ma la sua pelle, le ali... niente di tutto questo sarebbe dovuto esistere, ma era proprio davanti al suo naso.
«Sto sognando?»
«No, ma se deciderai di lasciar perdere, resterà tutto esattamente come sempre: in comitiva con gli altri.»
«Altrimenti? Ti perderei?» bisbigliò fissandola in quella pozze di giada sincere, ma addolorate.
«Non potremmo unirci, no. Quando ti ho conosciuto eri uno sbruffone arrogante, ma frequentandoti ho capito la tua profondità e la voglia di avventura che mascheravi dietro ai ruoli che interpretavi. Sei sempre stato alla ricerca di qualcosa di più e non è retorica, nel tuo caso è davvero così. Hai preteso il massimo per primo da te stesso e poi dagli altri, ma le sfide, quelle corroboranti, quelle per cui vale davvero la pena lottare, sono terminate. Devo andare via, non posso più restare e... volevo offrirti una scelta: la possibilità di vivere un'altra vita, la massima sfida a cui avresti accesso. Sono egoista e vorrei tenerti con me, ma devo lasciarti decidere cosa fare.»
«Cancelleresti il tuo ricordo da ognuno di noi? No Mari, non riuscirei a vivere così.»
Lo guardò sorpresa e guardinga.
«L'alternativa sarebbe il contrario, Alex. Sarai tu a esser cancellato.» La fissò con attenzione, seguendo con gli occhi il delicato percorso dei polpastrelli. Aveva ragione lei, era proprio l'avventura che stava cercando e con lei sarebbe andato ovunque, come aveva sempre fatto.
«Neanche mia madre è mai riuscita a farmi fare qualcosa che non volessi. Tu invece, anche se non potevo muovermi per lavoro, oppure perché non ne avevo voglia, ha fatto breccia nel mio essere insidiandoti all'interno e mettendo radici dentro me. Mi sono sempre chiesto perché non riuscissi a dirti di no qualunque cosa chiedessi.»
«Ma io non ho mai fatto nulla Alex!» obiettò lei provando a sollevarsi, lui la trattenne a sé stretta, ma con delicatezza.
«Lo so, quello che hai fatto è stato molto più semplice, ma immenso: mi hai fatto innamorare Mari.»
Gli occhi della fata si riempirono di lacrime che, quando stillarono, lanciarono bagliori su tutte le pareti. Alex le fissò affascinato e le toccò.
«Sarà sempre con noi questa magia?»
Lei non ebbe la forza di rispondere, si limitò ad annuire, allora lui la baciò con forza stringendola a sé per non farla più scappare.
«Sei mia Marisole, come io sono tuo. Per sempre. E ora portami con te. Fammi vivere.»
Una sfera di luce s'illuminò tra loro persi nella loro passione, crebbe coprendoli, investendoli ed infine scoppiò nel più stupendo dei fuochi d'artificio cancellandoli dal mondo terreno e portandoli nell'eternità.



L'autrice:
Cristiana Verazzo, classe 1972 pubblica il suo primo romanzo fantasy "Il Sigillo di Ametista" edito da Albatros nel gennaio 2012. Nel maggio 2012 partecipa all'antologia "Donne Speciali" edito Società Editrice Montecovello col racconto "Fantasiosa". Nel giugno 2012 esce il sequel del Sigillo "L'Enigma dell'Opale" edito da Edizioni R.E.I che firma con lo pseudonimo di Christiana V e che userà da allora in poi. In febbraio 2013 partecipa all'antologia "365 giorni d'Amore" edito da Atlantide Delos book col racconto "La mia luce". Numerose le partecipazioni in gruppi, forum e blog con racconti quali: "Frammenti di me", "La carne", "Il dolore", "L'ambiguo dallo sguardo vuoto", "Virtualmente", "L'ultimo regalo", "La scelta migliore" col quale si è aggiudicata il secondo posto nel concorso "I colori dell'anima", antologia disponibile gratuitamente in ebook per la Lulu.com.
 
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Anairo_Aisha
view post Posted on 11/2/2013, 14:41




Una storia bellissima, magica e molto tenera. :wub:
@Cristiana:

:Lucia: :Lucia: :Lucia: :Lucia: :Lucia:
 
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view post Posted on 11/2/2013, 14:46
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Sono fatta così...un enigma avvolto in un indovinello e confezionato in un paradosso!

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Veramente una bellissima storia.
:Lucia: :Lucia:
 
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A&P
view post Posted on 11/2/2013, 15:03




Questo racconto è allegro, magico e fresco. Scritto in modo davvero leggero ci trasporta nel pieno di una favola moderna, narrata con uno stile fluido e sicuro e con grande ironia e simpatia.
I diloghi sono brillanti, le battute hanno un sicura presa sul lettore.
Io mi sono divertita tantissimo, ed è così che dovrebbe essere, in amore non bisogna sempre piangere ma soprattutto ridere.
Cristiana Bravvissimaaaaaaaaaaaaaaaaa !!
 
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Christiana V
view post Posted on 11/2/2013, 16:19




Ma come siete cariiiineeeeeee :coccole: :commossa: mi emozionooooooo
 
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Imy
view post Posted on 11/2/2013, 16:30




Bellissimo!!!! La Christiana è sempre brava, il suo modo di scrivere è proprio "accattivante". Non so voi ma mi "rapisce". Brava. :Lucia: :Lucia: :Lucia:
 
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AnitaBlake
view post Posted on 12/2/2013, 17:21




Non posso non confermare l'impressione avuta con l'altro racconto... Sei davvero grande!! Una storia magica e bellissima! Complimenti di cuore!!!
 
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adriana*
view post Posted on 12/2/2013, 17:40




ma che storia carina, veramente bella. Brava Cristiana!
 
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Criky_90
view post Posted on 12/2/2013, 18:04




Daverro un bel racconto....mi ha emozionato tantissimo!!!! Scrivi in modo favoloso....
:evvive:
 
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Christiana V
view post Posted on 12/2/2013, 19:55




Ma.......ma.....come siete care :occhioni: :occhioni: :occhioni: :grazie:

Edited by Christiana V - 12/2/2013, 20:49
 
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AnitaBlake
view post Posted on 12/2/2013, 19:58




E' soltanto la verità ;)
 
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Christiana V
view post Posted on 12/2/2013, 20:51




CITAZIONE (AnitaBlake @ 12/2/2013, 19:58) 
E' soltanto la verità ;)

Se lo dici tu......avevo detto ad Angela che volevo TUTTI i commenti, anche i brutti, altrimenti come faccio a migliorare? Quindi sparate pure a zero purché diciate la verità! Comunque VI AMOOOOOOO :commossa: :commossa: :commossa:
 
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AnitaBlake
view post Posted on 12/2/2013, 20:59




Sono onesta, credimi... te lo avrei detto se qualcosa avesse stonato...
Ti andrebbe di ricambiare leggendo qualcosa di mio? Ho una sezione sul forum e vorrei qualche commento nuovo, da qualcuno che non mi conosce bene e che non ha letto le cose che avevo postato sull'altro forum...
 
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Christiana V
view post Posted on 12/2/2013, 22:24




Certo che sì, con immenso piacere, ma dimmi dove che qui sul forum io giro con un deambulatore virtuale! Sai, la vecchiaia!!!
 
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AnitaBlake
view post Posted on 13/2/2013, 08:59




Anita Blake. Qui li trovi tutti!
Grazie ;)
 
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20 replies since 11/2/2013, 13:55   501 views
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