Promesse, di Marie Sexton - 1° libro della serie "Coda"

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view post Posted on 26/4/2013, 21:30
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Sono fatta così...un enigma avvolto in un indovinello e confezionato in un paradosso!

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PROMESSE

promesseJared Thomas ha vissuto tutta la vita in un piccolo paesino di montagna, Coda, in Colorado. Non sarebbe in grado di pensare a una vita altrove. Sfortunatamente, l’unico uomo gay della città ha il doppio dei suoi anni ed era il suo insegnante, così Jared si è rassegnato al pensiero di passare la vita da solo.

Almeno fino all’arrivo di Matt Richards. Matt è stato appena assunto dalla Polizia di Coda e lui e Jared diventano subito amici. Matt dichiara di essere etero, ma per Jared l’avere un amico sexy come lui è una cosa troppo allettante. Il fatto che Matt abbia una storia con una ragazza del posto, una famiglia che lo disapprova e dei colleghi che lo prendono in giro, fa temere a Jared di non poter trovare un modo per stare con lui, ammesso che possa almeno convincerlo a provare.

Genere: M/M
Editore: Dreamspinner Press
Pagine: 216


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La serie "Coda" è così composta:
1 - PROMESSE
2 - Dalla A alla Z
3 - La lettera Z
4 - Fragole per dessert


ESTRATTO:
Capitolo Uno





Tutto era cominciato a causa della jeep di Lizzy. Se non fosse stato per quello, forse non avrei incontrato Matt. E forse non avrei sentito il bisogno di provare di persona. E forse nessuno si sarebbe fatto male.

Ma sto mettendo le mani avanti. Come ho detto, è cominciato a causa della jeep di Lizzy. Lizzy è la moglie di mio fratello e avrebbero avuto il primo figlio durante l'autunno. Aveva deciso che la sua vecchia Wrangler, che possedeva dai tempi del college, non sarebbe andata bene come veicolo familiare. Così la parcheggiò di fronte al nostro negozio con un cartello sul finestrino, scritto a mano, che riportava la scritta in vendita.

Il negozio era stato avviato da mio nonno. In origine era una ferramenta, ma a un certo punto ha cominciato a trattare anche i ricambi per le auto. Quando mio nonno morì, fu mio padre a occuparsi del negozio, e quando lui morì lo lasciò a me, Brian e Lizzy.

Era una bella giornata di primavera in Colorado ed ero seduto con i piedi sul bancone, desiderando di essere fuori a godermi il sole, quando lui arrivò. Attirò subito la mia attenzione, semplicemente perché non era di queste parti. Avevo vissuto tutta la mia vita a Coda, eccezion fatta per i cinque anni passati a Fort Collins, per via dell'università, e conoscevo tutti in città. Quindi doveva essere qualcuno venuto a trovare uno della città o solo uno di passaggio. La nostra non è una città turistica, ma ogni tanto qualche straniero capita nel nostro negozio per chiedere indicazioni stradali, spesso diretto a uno dei ranch che ci sono più avanti.

Di sicuro non sembrava uno di quei babbei di mezza età che frequentavano i ranch. Probabilmente, doveva essere sulla trentina. Era più alto di me di cinque centimetri o qualcosa in più, quindi doveva superare il metro e ottanta. Aveva capelli neri dal taglio militare e la barba di un paio di giorni sulle guance. Indossava un paio di jeans, una maglietta nera e degli stivali da cowboy. Per finire, aveva spalle larghe e braccia muscolose. Era fantastico.

“Quella jeep funziona?” Aveva una voce profonda con una parlata lievemente strascicata. Non era l'accento di chi veniva da molto a sud, ma di sicuro non era del Colorado.

“Puoi scommetterci. Funziona a meraviglia.”

“Uhmm.” Stava guardando il veicolo attraverso la finestra. “Perché la vendi?”

“Non io. Mia cognata. Dice che sarebbe troppo difficile mettere un seggiolino sul sedile posteriore. Ha comprato una Cherokee.”

Sembrava un po' confuso, ne dedussi che non aveva figli. “Quindi è a posto?”

“Certo, è perfetta. Vuoi provarla? Ho qui le chiavi.”

Le sue sopracciglia si alzarono. “Certo! C'è bisogno di una garanzia o qualcosa del genere? Posso lasciare la mia patente.”

A quel punto, pensai di potermi lasciare convincere a fare qualsiasi cosa. Le mie ginocchia erano un po' instabili. Stavo cercando di capire se ci fosse davvero un tocco di verde in quegli occhi grigi come l'acciaio. Sperai di non sembrare a disagio nel dire, “Verrò con te, conosco le strade di questa zona. Possiamo sceglierne una facile così puoi vedere come funziona.”

“E il negozio? Mi dispiacerebbe lasciarvi a corto di personale durante l'ora di punta.” Alzò un sopracciglio verso il negozio vuoto, un angolo della bocca era lievemente alzato. “Il tuo capo non si infurierebbe se te ne andassi?”

Io risi. “Sono uno dei proprietari, quindi posso andarmene quando voglio.” Mi voltai e chiamai qualcuno nella stanza sul retro. “Ringo!”

Uno dei nostri dipendenti arrivò dal retro. Era sempre molto nervoso con me e quando Lizzy non era in giro cercava sempre di mantenersi a distanza. Penso che temesse che ci provassi con lui. Aveva diciassette anni, aveva dei capelli neri, lunghi e secchi, una brutta pelle e probabilmente pesava quanto una banconota quando era bagnato fradicio. Non avevo il coraggio di dirgli che non era il mio tipo.

“Sì?”

“Sostituiscimi, tornerò tra un'ora o giù di lì.” Mi voltai verso lo straniero alto e bello. “Andiamo!”

Una volta dentro alla jeep, mi porse la mano destra. “Sono Matt Richards.”

“Jared Thomas.” La sua stretta era forte, ma non era uno di quegli uomini che cercavano di romperti una mano per dimostrare la propria forza.

“Da che parte?”

“Gira a sinistra. Andiamo fino alla roccia.”

“Che cos'è?”

“Esattamente quello che sembra – una grossa, fottuta roccia. Niente di spettacolare. La gente va lì per fare i picnic. E ovviamente, gli adolescenti vanno lì a parcheggiare o a sballarsi.”

Assunse un'espressione lievemente accigliata. Stavo cominciando a pensare che non sorridesse molto. Io, d'altro canto, avevo sul volto un sorriso che andava da un orecchio all'altro. Uscire dal negozio, specialmente per dirigermi verso le montagne, era sufficiente per migliorare la mia giornata. Farlo in compagnia del tipo più bello che avessi visto da un bel po’ di tempo non dispiaceva, ovviamente.

“Quindi, cosa ti porta nella nostra bella metropoli?” gli chiesi.

“Mi sono trasferito qui.”

“Davvero? Per quale motivo al mondo avresti dovuto farlo?”

“Perché no?” A giudicare dalla voce sembrava sfottere, ma il suo volto era serio. “Vivi qui, no? È così terribile?”

“Beh, no. Amo questo posto. È per questo che non me ne sono mai andato. Ma, sai, la città sta morendo. La gente tende ad andarsene più che ad arrivare. Ci sono città da queste parti che stanno fiorendo, ma nessuno vuole restare qui e fare il pendolare.”

“Sono stato assunto dalla polizia di Coda.”

“Sei un poliziotto?”

Alzò un sopracciglio e mi guardò vagamente divertito. “È un problema?”

“Beh, no, ma avrei preferito non dirti dei ragazzi che vengono qui a sballarsi.”

Alzò di nuovo il sopracciglio. “Non preoccuparti. Non dirò loro che sei stato tu a fare la spia.” Quel poliziotto non era del tutto senza il senso dell'umorismo. “Allora, vivi qui da sempre?” Non sembrava molto curioso, probabilmente stava solo cercando di chiacchierare.

“Sì. A parte il periodo passato al college.”

“E sei il proprietario del negozio?”

“Ci siamo io, mio fratello e sua moglie, sì. Non è una gran fonte di soldi, ma ce la caviamo. Brian è un ragioniere e ha anche altri clienti, quindi più che altro si occupa dei conti. Io e Lizzy gestiamo il negozio.”

“Ma sei andato al college, hai detto?” In quel momento mi sembrò davvero curioso.

“Sì, sono andato alla statale del Colorado. Ho una laurea in fisica e un certificato da insegnante.”

“Perché non insegni?”

“Non voglio abbandonare Brian e Lizzy.” Non era del tutto vero, ma non volevo dirgli il vero motivo: non volevo fare l'insegnante gay in un liceo di una piccola città. “Non ci sarebbe proprio nessuno disposto a sostituirmi. Non potremmo permetterci un dipendente a tempo pieno. Beh, lo potremmo fare se non volessero dei benefici, ma li vogliono. Così, abbiamo Ringo, che lavora part time. Ci restituisce la metà dello stipendio, perché spende la paga in roba per la sua macchina, quindi funziona bene.” Risi. “Ringo! Non può essere il suo vero nome.” Mi resi conto che stavo parlando a ruota libera. “Scusa! Parlo così tanto. Ti starò annoiando.”

Lui mi guardò e disse, serio: “Per niente.”

Avevamo raggiunto la fine del percorso. “Ora dovresti girare, qui.”

Fermò la macchina e si guardò intorno sospettoso. Non c'erano altre macchine. “Non vedo alcuna roccia.”

“È ancora un po' più su. Vuoi andarci a piedi?”

Il suo volto si illuminò un po'. “Puoi scommetterci.”

Così camminammo lungo il sentiero, tra pini, abeti e pioppi che avevano appena cominciato a germogliare accanto a una struttura rocciosa che doveva aver contribuito a dare alle Montagne Rocciose il loro nome. Le montagne del Colorado erano piene di ammassi di rocce, coperti da salvia apiana e da licheni color ruggine. Quella era alta circa sei metri, sul pendio. Camminando sulla collina, si poteva praticamente camminare sopra di essa. Ma che divertimento c'era? Quelle rocce imploravano di essere scalate.

Una volta raggiunta la cima, ci sedemmo. La vista non era molto diversa da lì. Riuscivamo a vedere il sentiero fino alla jeep, ma a parte quello, potevamo vedere solo altri alberi, altre rocce, altre montagne. Amavo il Colorado, ma quel tipo di panorama si poteva trovare in un sacco di posti. Restai sorpreso nel sentire un sospiro soddisfatto da parte di Matt. Quando lo guardai, mi sembrò divertito.

“Amico, adoro il Colorado. Sono dell'Oklahoma. Qui è meglio, credimi.”

Si voltò verso di me e io smisi quasi di respirare. Stava strizzando gli occhi per il sole. La sua pelle era abbronzata e i suoi occhi brillavano. Sì, c'era una nota di verde in quegli occhi. “Grazie per avermi portato qui.”

“Quando vuoi.” E lo pensavo davvero.


Edited by Pau_7 - 20/12/2014, 15:54
 
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