| Recensione di "Io ti guardo" di Irene Cao a cura di Adriana Munno
Quando si deve scegliere tra passione e stabilità, qual è la strada più giusta? Elena è una quasi trentenne veneziana, una giovane donna come tante, che ha condotto una vita tranquilla e semplice, senza troppi scossoni, senza troppe avventure. Una vita fatta di amicizie sincere come quella di Filippo, amico fedele e leale che le confida il suo amore. Inaspettatamente la donna accetta e ricambia, ma Filippo parte e una relazione a distanza è esclusa. Elena si ritrova sola e affranta , ma non dura molto. Presto incontra Leonardo. Bello, intrigante e selvaggio, la conquista sin da subito e la strega con la sua voracità e sensualità. Elena con Leonardo scopre se stessa nella sua interezza, impara a rispettarsi e ad accettare il proprio corpo, soprattutto impara ad amare un uomo. Leonardo, però, è stato molto chiaro “mai innamorarsi” e il pensiero per Filippo è sempre presente. E così puntualmente ci ritroviamo di fronte a una protagonista perennemente combattuta, un triangolo di indecisione in cui le donne spesso vengono etichettate, una protagonista che racchiude in sè tutti i cliché negativi possibili ed immaginabili. Indecisa, insicura, perennemente combattuta al punto di sembrare senza carattere ma solo vittima degli eventi o comunque delle decisioni altrui. I due protagonisti maschili ne escono leggermente meglio, uno di fidanzatino dolce e l’altro di amante passionale, restano fedeli ai loro ruoli e ne vincono in credibilità. La storia è banale e prevedibile, non molto scorrevole in alcuni punti. I rallentamenti sono dati da descrizioni a mio avviso inutili e magari aggiunte per ampliare la stesura finale. Una trama nel complesso già letta, già vissuta. Non ho colto la novità o la diversità, impossibile parlare di freschezza a causa del bombardamento editoriale che riceviamo da questo genere, ma almeno mi aspettavo qualcosa che lo distinguesse dalla massa. Invece no. Non lo consiglierei neanche a chi vuole iniziare il genere erotico per curiosità proprio per il brutto taglio che viene dato alla protagonista. Troppo scontato, per nulla originale e per nulla entusiasmante. Una sola nota positiva: Leonardo è chef e per la prima volta si apprezza il cibo non solo come elemento nutritivo ma come fonte di benessere.
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