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| Recensione di "Rubino di Sangue" di Chiara Cilli a cura di Adriana Munno
Non tutti i rapporti interpersonali sono facili e non tutti i rapporti di coppia sono idilliaci, ma quando si vive costantemente tra inferno e paradiso la propria vita può non essere serena. Ed è questo che vive Cristina, non solo a causa di Matt ma di se stessa. Non è difficile vedere questi due contraddittori amanti litigare fino alla sfinimento per poi riappacificarsi con tutto l’ardore ed il calore possibile. Cristina, tuttavia, è un vero e proprio vaso di Pandora: quando meno te lo aspetti e quando un evento qualsiasi la tocca, vengono fuori sentimenti soffocati ed assopiti che la travolgono. E' una bomba ad orologeria e, invece di spegnere ogni emozione lasciandola sotto la superficie, dovrebbe viverle in pieno e abbandonarsi ad esse. La giovane è molto brava a vivere il presente, l’immediato, e lo vive alla grande. I risvolti delle sue azioni sono, tuttavia, dolorosi e le paure sempre in agguato. Matt invece prova ad essere migliore, si sta sforzando, ed è ammirevole anche se ogni buon proposito viene stemperato da i dubbi che Stefano insinua nella nostra protagonista. La trama si infittisce e si sviluppa seguendo un ritmo incalzante, ma alcune scene sono forse troppo fantasiose e il comportamento lascivo di Cristina in più occasioni, soprattutto sul finale, appare un po' eccessivo. Ciononostante i due personaggi maschili sono troppo intensi, misteriosi, belli e sensuali per non esserne affascinati e per questo a Cristina viene perdonata qualsiasi contraddizione comportamentale. La Cilli sta potando avanti con maestria una trama sempre più intrigante ed avvincente che tiene il lettore incollato al libro e curioso di leggere il seguito, una saga erotica ed intrigante che non smette di meravigliare.
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