La sfida del cuore, di Jessica Bird (alisa J.R. Ward)

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A&P
view post Posted on 19/11/2013, 15:59 by: A&P





LA SFIDA DEL CUORE
Jessica Bird
(alias J.R. Ward)




Prima di recensire questo libro è d'obbligo farvi una premessa: mi sono impegnata a farmelo piacere, mi sono impegnata davvero tanto a considerare solo la trama e a tralasciare difetti che ai più potrebbero sembrare irrilevanti, ma non ci sono riuscita.
“La sfida del cuore” è l'ultimo romance pubblicato in Italia della signora Jessica Bird, meglio conosciuta come J.R. Ward nel mondo del Paranormal Romance.
Il cambio di nome e di identità mai come in questo caso ha svelato tutto il significato di una scelta drastica. Lo scrittore, di per sé esibizionista, rinuncerebbe raramente al proprio nome, se non ci fossero motivi forti.
Il motivo, al mio occhio di lettrice giudicante e un po' maligna, appare la consapevolezza della Regina che come autrice romance vale ben poco.
Non parlo da fan delusa, perché la Ward la seguirò anche quando scriverà l'elenco telefonico in sanscrito, ma cerco di giudicare attentamente il lavoro della Bird.
Questo romanzo è stato la sua opera prima, il primo scritto ad essere pubblicato, le prime parole ad essere uscite dal suo cassetto e portate dinanzi agli occhi di un editore.
Basta questo per essere indulgenti con lei, strizzarle l'occhio e dire “vabbè alla fine sei migliorata”, ma io non lo farò per due motivi: 1) ho un onestà intellettuale; 2) non sono cieca.
La trama, che di per sé è carina, ci presenta un'ambiziosa amazzone e un ex campione ormai fuori dai giochi che ha collezionato brutti ricordi e un arto mal funzionante.
Galeotto per il loro incontro è Sabbath, un cavallo che è un aborto sociale, ma che tanto piace ai nostri due passionali protagonisti, i quali dopo mezza giornata si ritrovano uniti da uno scopo comune: allenare lo stallone. E non solo.
A.J e Devlin sono, infatti, legati da un'attrazione che definire forte è un eufemismo. Basta mezza giornata per un bacio, due settimane per il primo giro di lenzuola e due mesi per concludere la loro storia all'altare.
La trama, vi rendete conto, ha del potenziale: passione, contrasti, amore, obiettivi comuni e tanti bellissimi sogni di gloria.
Cosa non funzione? Tutto il resto.
Sorvolo sulla traduzione a tratti atroce, dribblo i refusi, e mi concentro su personaggi e stile.
A.J, la protagonista, è temeraria, piena di risorse e di volontà. Ma tanto, tanto noiosa.
Devlin, il tormentato eroe, oltre il primo accenno di rimpianto per la carriera finita e per il bastone che lo aiuta a camminare, non sembra per nulla turbato dal fallimento della sua vita ed è disposto sin da subito al finale rose e fiori.
Immaginate la mia delusione. Mi trovo una donna dalla testa calda, un uomo tormentato e distrutto e già immagino le difficoltà, le tribolazioni, la lotta per la conquista della felicità e dell'intesa di coppia. Mi aspettavo che lei cercasse di far scoprire di nuovo il mondo a un uomo che per un anno si è sepolto in casa, desideravo vederlo tentennare e poi arrendersi alla sua salvatrice in un incontro da fuochi d'artificio.
Nulla! E quando dico nulla intendo una storiella che fila liscia come l'olio, e che fa finta di complicarsi in un paio di punti per poi risolversi a tarallucci e vino subito dopo.
I protagonisti sono piatti, hanno caratteri con del potenziale, ma risultano poco approfonditi, appena abbozzati e con un profondità d'animo che se pure l'autrice insiste a sottolineare sembra non andare oltre il basso avvallamento del coperchio di un barile.
La scrittura è acerba, il lessico asciutto e elementare, le trovate stilistiche pessime.
Il libro si dipana in una sequenza di concetti ripetuti ma non sentiti, in frasi tronche e d'impatto che avrebbero senso solo se supportate da periodi intensi e appassionati. I dialoghi sono...beh, non so come due persone possano innamorarsi senza dirsi nulla in tutto il libro.
Cosa sconvolgente, la Bird non fa ridere nemmeno quando si impegna. I protagonisti fanno battute che per quanto sfiziose mi hanno lasciata con un'espressione da “mah!”, i comprimari sono inutili, ma a tratti più interessanti dei protagonisti. Unica perla è il cavallo, Sabbath, che ha capito che pur restando zitti si può dominare la scena.
Il libro è così pessimo? Ammetto che sono esigente e se dovessi vederla dal punto di vista di chi cerca una storiella per passare un pomeriggio tranquillo forse sarei meno dura. Da drogata di emozioni, mi aspetto tuttavia i momenti in cui mi si stringe lo stomaco, in cui trattengo il fiato e infine quelli in cui arrossisco come una bimbetta. Non mi aspettavo risate scroscianti e nemmeno il pianto, non sono così pretenziosa, ma un brividino piccolo piccolo? Nulla.
Forse sono troppo acida, forse non sono in periodo da romance, ma posso fare dei nomi di scrittrici ORIGINALI che le lettrici di Contemporary Romance conoscono bene, anzi me ne basta uno: Susan Elizabeth Phillips.
Detto questo, mi sembra ovvio che tutto ciò che è banale e piatto raggiunge la sufficienza solo perché mi sento buona (si avvicina Natale) e perché in giro c'è moooolto di peggio.



Edited by Pau_7 - 7/3/2015, 01:02
 
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