BRIDGET JONES - UN AMORE DI RAGAZZO
Helen Fielding
Bridget Jones #3
“Bridget Jones. Un amore di ragazzo” è il terzo libro della serie riguardante la single più sfigata d’Inghilterra.
Dopo il successo dei primi due volumi e dei film tratti da essi, ci troviamo davanti ad una Bridget mamma single di due splendidi bambini, cinquantenne insoddisfatta ma circondata dalla solita schiera di amici.
Le cose nella vita di Bridget, dopo il matrimonio con Darcy, sono cambiate profondamente e, come sempre, si trova impreparata ad affrontarle.
Il libro racconta, sempre sotto forma di diario, la rinascita e il nuovo sbocciare della protagonista attraverso una serie di avventure tortuose e di pensieri confusi.
I personaggi principali sono Bridget e Roxster, il suo toy boy trentenne che la riporta indietro fino a farla sentire bella e a proprio agio con se stessa.
Bridget è la solita esaltata di sempre. Un po’ psicopatica e mitomane, un po’ dolce e sperduta.
Roxster è dolcissimo. Un giovane londinese che perde davvero la testa per la folle cinquantenne. È lontano dagli schemi soliti dei giovani d’oggi. Appare infatti posato e assennato. È bello e simpatico, tuttavia la differenza d’età è troppa e gli anni di mezzo si fanno sentire.
Il problema sostanziale di questo libro è che, essendo sotto forma di diario, lascia pochissimo spazio alla presentazione e alla crescita degli altri personaggi.
Si conoscono Bridget, Daniel e la combriccola folle di amici della protagonista perché siamo al terzo volume o perché abbiamo visto i film ma non sappiamo nulla, a parte quello che vuole farci sapere Bridget, di Roxster e degli altri personaggi che entrano ed escono dalla sua vita.
Questo fattore toglie parecchio ad un libro già banale in partenza. Tutto, dallo stile frenetico e incoerente dell’autrice alla trama, dalle vicende raccontate alla conclusione, è banale.
La rinascita della triste Bridget, la lotta per crescere due bimbi, la perfezione del suo toy boy a letto, i fiumi di alcool e la depressione sono tematiche scontate, nulla ci sorprende tra le pagine scritte dalla Fielding, nulla ci entusiasma.
La storia appare come un ansiogeno susseguirsi di orari, di cose da fare, di problemi. Una corsa contro il tempo inutile che non fa altro che sottolineare quell’incapacità di adattarsi che era stata di Bridget anche nei primi volumi .
Le sole note apprezzabili sono la simpatia di Roxster e la tenerezza dimostrata nei confronti del dolore dei bambini. Il resto è solo un’accozzaglia frenetica e inconcludente di farneticazioni.
Probabilmente chi ha letto apprezzato i romanzi precedenti leggerà anche questo con piacere, per chi invece ha solo visto i film, questo volume appare deludente, forse uno dei rari casi in cui l’adattamento cinematografico dei primi due libri supera la carta stampata.
Edited by Pau_7 - 27/1/2015, 20:52