Inseguire le stelle, di Ariel Tachna - 2° libro della serie "Langs Down" - 21 gennaio

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 18/1/2014, 11:28
Avatar

… la vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro: leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare …

Group:
Insatiable
Posts:
3,043
Location:
Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti

Status:


INSEGUIRE LE STELLE

ChaseTheStars-IT-LG_zps64d7ce14

Il ventenne Chris Simms riesce a malapena a mantenersi a galla. Dopo aver perso la madre e la casa, si trova a dover provvedere da solo a se stesso e al fratello minore. Quando è attaccato da un branco di teppisti omofobi, Chris pensa che la sua vita sia ormai giunta alla fine, ma viene salvato da alcuni uomini che lavorano in un allevamento di pecore della regione. La sorpresa di sentirsi offrire un lavoro è superata solo dallo scoprire che il proprietario e il sovrintendente della stazione formano una coppia gay.

Per Chris la stazione di Lang Downs è un sogno, che migliora ancora quando scopre che il ragazzo per il quale ha un debole è non solo gay, ma anche disposto a spassarsela un po’. Tutto sembra procedere al meglio, fino a che Chris non si rende conto che i suoi sentimenti per Jesse sono molto più profondi di quanto previsto dal loro accordo.

Jesse ama la vita randagia e passa di stazione in stazione, senza mai cercare qualcosa di stabile. Convinto che Chris sia troppo giovane e fragile per una relazione seria, decide di fare in modo che la loro rimanga una relazione occasionale. Tuttavia, posto di fronte al tipo di rapporto che lega il proprietario della stazione al suo sovrintendente, comincia a valutare la possibilità di fermarsi anche lui a Lang Downs; almeno finché non si accorge dei sentimenti che Chris nutre per lui e piomba nel panico. I due ragazzi dovranno quindi decidere se darsi un’occasione, possibilmente prima che la fine dell’estate li separi.

Genere: M/M
Editore: Dreamspinner Press
Pagine: 259
Formato: eBook
Uscita: 21 gennaio


La serie "Langs Down" è finora così composta:
1 - Ereditare il cielo
2 - INSEGUIRE LE STELLE


ACQUISTA IL LIBRO SUL SITO!




Estratto:
Capitolo Uno





“AIUTATEMI, VI prego! Oddio, qualcuno mi aiuti!”

Le urla del ragazzino che un po’ corse e un po’ rotolò dentro lo Yass Hotel distolsero l’attenzione di Caine da quello che avrebbe dovuto essere un tranquillo pranzo in compagnia dell’uomo che, da ormai tre mesi, era il suo amante e compagno.

“Lo uccideranno. Vi prego, ho solo lui!”

“Chi?” domandò Macklin, alzandosi dal tavolo.

“Quei teppisti.” Il ragazzino cominciò a piangere. “Hanno detto che è un frocio e che lo uccideranno.”

L’espressione di Macklin, già di per sé non tenera, s’indurì come pietra e Caine ebbe addirittura l’impressione che gli si ingrossassero le spalle mentre si avvicinava al ragazzino.

“Dove sono?”

Non finì neanche di sentire la risposta che era già fuori dalla porta.

“Neil…”

“Sì, capo,” confermò l’uomo dal tavolo accanto: era già in piedi e dietro a Macklin prima ancora che Caine terminasse la frase. Anche Ian e Kyle, gli altri due jackaroo che lo avevano accompagnato a Yass per assumere nuovi dipendenti per Lang Downs, seguirono Neil senza che fosse loro richiesto. Nonostante la serietà della situazione, Caine non poté impedirsi di sorridere: faceva ancora fatica a credere di essersi guadagnato la loro lealtà.

“Sono C-C-Caine Neiheisel,” disse, avvicinandosi lentamente al ragazzo. Il cuore gli batteva talmente forte nel petto che aveva l’impressione che qualcuno gli strizzasse le costole fino a mozzargli il respiro. Non poteva andare con Macklin. Non sarebbe stato utile in uno scontro, ma ciò non impediva al suo corpo di reagire alla legge dell’istinto: lottare o scappare. Inspirò a fondo e scrollò leggermente le mani per liberarsi del formicolio causatogli dalla scarica di adrenalina. “V-vuoi s-sederti?”

“Non dovremmo andare ad aiutarli?”

Caine scosse la testa. “Macklin e gli altri se la c-c-caveranno, non preoccuparti. C-come ti chiami?”

“Seth. Ne è sicuro?”

“Sono sicuro. Macklin non sopporta questo genere di cose,” affermò. Era talmente certo che pronunciò la frase senza balbettare, benché il pensiero di quel tipo di omofobia così vicino a casa lo sconvolgesse, soprattutto per il pericolo che essa rappresentava anche per se stesso e Macklin. “Di dove sei?”

“Di nessun posto ormai,” rispose Seth, con un tono talmente amaro che Caine sentì l’impulso di stringerselo al petto e consolarlo. Tuttavia, ricordava ancora come ci si sentiva a essere un adolescente, quindi si trattenne, immaginando che l’abbraccio di un estraneo non sarebbe stato benaccetto.

“E i tuoi genitori?”

“La mamma è morta sei mesi fa, e quel bastardo buono a nulla che aveva sposato ci ha cacciati il giorno dopo il funerale,” disse Seth. “Adesso ci siamo solo io e Chris, se quel tipo spaventoso riesce a salvarlo.”

“Quel ‘tipo spaventoso’ si chiama Macklin,” spiegò Caine, “ma per te è il signor Armstrong, dal momento che, a occhio e croce, non devi avere più di quattordici anni.”

“Ne ho sedici,” replicò subito Seth.

Era troppo piccolo e magro per avere sedici anni, ma Caine non pensava che gli stesse mentendo: era solo la prova di quanto la sua vita fosse difficile.

Decise di intervenire. Michael Lang, il suo prozio, aveva l’abitudine di prendere con sé alla stazione ogni povero ramingo che gli si presentasse davanti; e per Caine quella era stata una fortuna, perché adesso non avrebbe avuto Macklin, se suo zio non lo avesse raccolto quando aveva più o meno la stessa età di quel ragazzino. Tutto quello che doveva fare era convincere Seth che seguirlo a Lang Downs fosse la cosa migliore, sia per sé sia per il fratello. “E dove abitate?”

“Abbiamo una stanza,” rispose il ragazzino, sulla difensiva.

Probabilmente un cesso da quattro soldi in una catapecchia scalcinata.

“Sei pulito?”

“Cosa? Sì!”

“Spacci?”

“Cristo, no!”

Bene. Caine era dispostissimo ad allungare una mano per aiutarlo, ma non voleva droga nella sua proprietà. Aveva troppo da perdere. “Perfetto. Anche tuo fratello è pulito?”

“E questo che c’entra?”

“Non assumo persone con problemi di droga.”

“Cosa?”

“Se tutto quello che hai è una ‘stanza’, niente genitori e nessun altro a parte tuo fratello, dal mio punto di vista non ti si prospetta un grande avvenire. Io gestisco un allevamento di pecore a nord di Boorowa e pensavo che potesse interessarti un lavoro.”

“Ma se sei uno yankee!” sbottò Seth, dimenticando il rispetto dovuto a un adulto.

“E tu un ragazzino che sta per perdere la migliore occasione che gli si potesse presentare,” ribatté Caine. “Chiedi in giro, se non mi credi. È tutta la settimana che assumo jackaroo, e me ne mancano ancora un paio.”

Non era proprio la verità. Avevano reclutato l’ultimo uomo quel mattino, nel pomeriggio sarebbero tornati a Boorowa per fare scorta di provviste e il giorno dopo avrebbero ripreso la strada di casa. Ma non era necessario che Seth lo venisse a sapere; Caine aveva già capito che l’orgoglio del ragazzo non gli avrebbe permesso di accettare la carità.

Anche se non sarebbe stata esattamente carità: a Lang Downs Seth avrebbe lavorato più duramente di quanto avesse mai fatto in vita sua: avrebbe sudato ogni centesimo della paga che lui e il fratello avrebbero ricevuto. Però, le spese sarebbero state pochissime e quindi avrebbe potuto mettere via ogni spicciolo per andare all’università, oppure avrebbe potuto aprire un libretto di risparmio per quando avesse lasciato l’allevamento e imboccato un’altra strada. Se, invece, avesse deciso di restare, avrebbe trovato una famiglia pronta a rimpiazzare quella che aveva perso con la morte della madre.





CHRIS SIMMS si lasciò sfuggire un lamento quando l’ennesimo calcio lo colpì sulle reni, appena sotto le costole. Aveva cercato di opporsi agli assalitori, ma erano troppi, quindi si era raggomitolato su se stesso, nel tentativo di proteggere i punti vitali e nella speranza che qualcuno intervenisse e scacciasse quei teppisti prima che lo uccidessero. Sentiva male ovunque: ogni nuovo colpo gli provocava acute stilettate di agonia che andavano ad aggiungersi all’oceano di dolore delle ferite che già gli erano state inflitte, ma Chris rimaneva aggrappato alla coscienza e alla speranza. Non poteva morire. Non poteva abbandonare Seth come avevano già fatto le persone importanti della loro vita. Non poteva proprio.

Un urlo proveniente dalla strada fece scemare la pioggia di colpi che gli si abbatteva addosso. Alzò la testa e vide un angelo vendicatore lanciarsi sui suoi assalitori, ma quando cercò di fissare lo sguardo sul suo viso, la vista gli si appannò, e l’ennesimo colpo alla testa gli fece perdere lucidità. L’ultimo pensiero cosciente prima di svenire fu che l’uomo sembrava essere scolpito nella pietra.





MACKLIN ERA in piedi davanti al corpo incosciente del ragazzo e si massaggiava le nocche doloranti. Era troppo vecchio per le risse in strada, ma quando lo aveva visto a terra, bersagliato dai colpi di cinque assalitori, aveva agito senza riflettere. Gli sembrava che questo giovane fosse un po’ più grande di quello che era piombato all’hotel, ma non di tanto. I teppistelli che lo avevano attaccato avevano subito cambiato idea quando si erano trovati davanti degli uomini fatti che sapevano come menare le mani. Rivolse a Neil, Ian e Kyle un rapido cenno di ringraziamento con la testa. Sembravano stare tutti bene, tranne Neil a cui sanguinava un po’ il naso, e lui, che il mattino dopo avrebbe avuto un bel livido sulla mascella. “Ha bisogno di un dottore, ma non sembra gravissimo. Ian, prendi il pick-up. Lo porteremo all’ospedale e sentiremo cosa ci dicono.”

“Non è meglio chiamare un’ambulanza?” chiese l’uomo.

“È svenuto, ma respira. E non sanguina. Possiamo portarlo all’ospedale nello stesso tempo che l’ambulanza impiegherebbe per arrivare qui, e non dovremo pagarla. Ti assicuro che non è messo tanto male da averne assolutamente bisogno.”

Ian annuì e corse verso l’auto.

“Dovresti avvertire Caine, capo,” suggerì Neil, tamponandosi il naso con la manica. “Sarà preoccupato.”

“Prima carichiamo questo tizio sul pick-up e avviamoci. Può prendere l’altra macchina e raggiungerci là.” Macklin abbassò lo sguardo sul ragazzino, cercando di immaginare il modo migliore di spostarlo senza procurargli altri danni. “Neil, prendilo per i piedi. Kyle, aiutami a sollevarlo per le spalle.”

Il giovane mugolò leggermente mentre lo muovevano, rassicurando ulteriormente Macklin: era incosciente, ma non in coma o altro. Mentre lo trasportavano fuori dal vicolo e lo appoggiavano sul sedile del pick-up, un pensiero non abbandonava la testa di Macklin: se non fosse stato per l’intervento di Michael Lang, lui avrebbe potuto trovarsi nella stessa identica situazione di quel ragazzo.





IL PRONTO soccorso di Yass era affollato esattamente come il resto della cittadina: sarebbe a dire per niente. Il medico fu sorpreso del loro arrivo e ancora di più dalle condizioni del ragazzo.

“Che è successo?”

“Cinque teppisti hanno cercato di ucciderlo a suon di calci,” spiegò Macklin. “Suo fratello sta arrivando insieme al nostro datore di lavoro: potrà fornire i dettagli sulla sua storia medica, ma non volevamo aspettare prima di portarlo qui.”

“No, certo che no,” concordò il medico. “Mettetelo sulla barella. Dovrò fargli delle radiografie e…”

Macklin ignorò il resto dei borbottii del dottore, mentre questi spingeva la barella oltre le porte del pronto soccorso: avrebbe fatto quello che era in suo potere e loro sarebbero potuti andare via. Adesso era preoccupato per il suo uomo. Non credeva che i bastardi che aveva messo in fuga si sarebbero imbattuti in Caine e avrebbero capito di trovarsi davanti al proprietario di Lang Downs, e tanto meno che avrebbero tentato qualcosa dopo essere già stati presi a calci in culo una volta, ma si sarebbe comunque sentito più tranquillo quando lo avesse visto arrivare. Più di ogni altra cosa, però, conosceva il cuore tenero del suo compagno e sapeva benissimo come si sarebbe conclusa quella faccenda. Macklin non era al corrente di tutta la storia - anche se era certo che Caine se la fosse ormai fatta raccontare dal fratello del ragazzo - ma immaginava che non fosse bella, e una cosa del genere avrebbe fatto presa su di lui. Per quello che lo riguardava, non avrebbe permesso a niente e nessuno di turbare il suo amante, quindi non c’era altro da fare che trovare una soluzione.

Subito.

Caine arrivò qualche minuto dopo, tallonato dal fratello minore del ferito. Macklin si accorse di come gli occhi del suo uomo lo passarono in rassegna alla ricerca di graffi o ferite, e gli strinse la spalla proprio mentre il ragazzino lo superava per precipitarsi dentro all’ospedale. Fu un gesto misurato - non si sarebbe permesso effusioni di altro tipo in pubblico, specialmente lì a Yass - ma avrebbe comunque rassicurato Caine. Più tardi gli avrebbe permesso di spogliarlo e controllargli ogni centimetro del corpo.

“Dov’è Chris?”

“Il medico lo ha portato a fare una radiografia,” disse Macklin, voltandosi a fronteggiare il ragazzino che, non avendo trovato quello che cercava, si era bloccato in mezzo al corridoio, “e non so cos’altro. Quando siamo arrivati, era incosciente ma vivo. Sentirà dolore per un po’, ma non è messo così male da non riprendersi.”

“Macklin, questo è Seth,” intervenne Caine. “Seth, questo è il signor Armstrong.”

“Grazie per aver salvato mio fratello, signor Armstrong,” disse il ragazzino. “Non era obbligato a intervenire.”

Il piccolo poteva anche vederla a quel modo, ma Macklin sapeva di non aver avuto scelta; non dal momento in cui aveva capito che il motivo dell’aggressione era l’omofobia.

Il medico uscì appena prima che Macklin potesse rispondere.

“È arrivato il fratello? Ho bisogno di alcune informazioni.”

“Sono io,” si fece avanti Seth.

Quando Macklin vide che Caine stava per seguire il medico e il ragazzino, lo prese per il braccio. “Lascia che se ne occupi lui. Devo parlarti.”

“Verranno a Lang Downs,” disse subito Caine. “Non appena Chris sarà in grado di viaggiare.”

“Certo che verranno,” concordò Macklin. “Cosa ti ha raccontato il piccolo?”

“Sono orfani. Il patrigno li ha sbattuti fuori subito dopo la morte della madre. Hanno una stanza qui a Yass, ma credo che sia una sistemazione temporanea. Hanno bisogno di una possibilità.”

“Gliela daremo. Michael sarebbe d’accordo.”

Caine si illuminò - come succedeva ogni volta che qualcuno nominava il prozio - e Macklin si impose, ancora una volta, di parlare di lui più spesso.





“NON HA ancora ripreso i sensi,” disse il medico, “ma dovrebbe svegliarsi da un momento all’altro. Ha tre costole rotte, un trauma renale, lacerazioni e contusioni multiple e un braccio rotto. Non sono belle ferite, ma con il tempo guariranno tutte.”

“Quanto tempo?”

“Per i graffi e le sbucciature è questione di giorni. Il braccio, che è la cosa più lunga, dovrà rimanere ingessato dalle sei alle otto settimane,” spiegò il medico.

“Di quale braccio si tratta?”

“Il destro.”

Seth imprecò in silenzio. Se si fosse rotto il braccio sinistro, Chris avrebbe potuto comunque lavorare con la mano destra, ma il contrario era impossibile. Avrebbe perso il lavoro - di conseguenza anche la camera - e sarebbero stati costretti a vivere in macchina, cercando di apparire abbastanza presentabili perché qualcuno concedesse loro un’altra possibilità e un altro posto dove stare.

A meno che non accettassero di andare alla stazione…

“Posso vederlo? Voglio esserci quando si sveglia.”

“Certamente.”

Il medico accompagnò Seth in una piccola stanza, dentro la quale Chris era sdraiato sul letto, mentre una serie di macchine monitorava i suoi segni vitali. “Non farti spaventare dai cavi,” lo rassicurò. “Lo tengono sotto controllo, ma fa tutto da solo. Cominceremo a tirarli via subito dopo che si è svegliato. E quando saremo certi che non abbia riportato una commozione cerebrale, potrà tornare a casa. Avete un posto dove andare?”

“Sì, certo,” mentì Seth. Non aveva idea di dove sarebbero potuti andare. Il padrone di casa riscuoteva l’affitto settimanalmente, dato che era così che Chris veniva pagato, e la scadenza successiva sarebbe stata da lì a tre giorni. Seth non sapeva se avevano abbastanza soldi da coprirla; e in ogni caso, avrebbero solo rimandato di una settimana l’inevitabile, perché Chris sarebbe stato impossibilitato a lavorare per diverso tempo, almeno stando a quanto diceva il medico. “Svegliati, Chris,” lo pregò Seth. “Dobbiamo trovare una soluzione, e io non posso farcela da solo.”

Rimaneva l’offerta dell’allevatore, ma Seth non si fidava. Ormai non si fidava più di nessuno, se non di Chris. Troppe persone avevano tradito le loro aspettative perché potesse credere che qualcun altro, oltre a suo fratello, fosse interessato al loro benessere. Si guardò attorno per assicurarsi di essere solo – anche se non si aspettava che arrivasse qualcuno – e gli strinse la mano. “Dai, Chris. Non farmi questo.”

Sentiva avvicinarsi le lacrime, ma era troppo orgoglioso per mettersi a frignare come un moccioso qualsiasi. Suo fratello aveva bisogno che lui fosse forte. Si chiese cosa sarebbe successo se il giorno dopo si fosse presentato al ristorante dove Chris lavorava per prendere il suo posto. In fondo si trattava solo di lavare i piatti. Di sicuro poteva riuscirci abbastanza bene da conservare il lavoro quanto bastava a pagare l’affitto di un paio di settimane, fino a che Chris non fosse migliorato.

Le dita sotto le sue si mossero leggermente, catturando la sua attenzione. Gli occhi di Chris erano ancora chiusi, ma Seth vide del movimento sotto le palpebre abbassate, quindi forse il ragazzo si stava svegliando. “Mi senti, Chris? Dai, aiutami a risolvere questa situazione, ti prego. Ho bisogno che tu ti svegli e mi dica cosa fare, perché io non so cavarmela da solo.”

Le dita di Chris si mossero ancora, ma i suoi occhi rimasero chiusi. “Cosa faremo?” domandò Seth, nella speranza che il suono della sua voce contribuisse a svegliarlo. “Se anche mi permettessero di prendere il tuo posto, avrebbero sempre da ridire sulla scuola e sul numero di ore che posso lavorare. Non sono sicuro che quello che riuscirei a guadagnare sarebbe sufficiente per l’affitto. Ho bisogno che tu ti svegli e mi aiuti a trovare una soluzione. Tu sai sempre cosa fare, Chris. Adesso è ora di dimostrarlo.”

Fu interrotto da un rumore proveniente dal corridoio. Ritirò la mano, come se chiunque stesse arrivando avesse potuto considerarlo meno uomo per il solo fatto di dimostrare affetto verso il fratello. Fissò la porta per qualche secondo ma non entrò nessuno, quindi tornò a rivolgersi a Chris. “Gli uomini che ti hanno aiutato ci hanno offerto un lavoro, ma non so se dicevano sul serio, o se saranno della stessa idea una volta scoperto che hai un braccio rotto. Il dottore ha detto che dovrai tenere il gesso per almeno otto settimane; non ne so molto di pecore, ma immagino che non ci sia molto che tu possa fare in un allevamento con un braccio al collo. Credo che dovremo ringraziarli, rifiutare, e sperare che il signor Harrel ci permetta di saltare uno o due pagamenti, fino a che non sarai di nuovo in piedi. Proprio adesso che iniziavo a pensare che le cose cominciassero a girare, doveva capitare una cosa del genere!”





“DOBBIAMO FARE qualcosa.”

“Lo faremo,” ribatté Macklin, la mano di nuovo sul braccio del compagno per trattenerlo dall’entrare nella stanza. “Ma quel ragazzino là dentro non ci conosce e non si fida di noi; per quanto mi piacerebbe che le cose stessero diversamente, non ha motivo di farlo. Dobbiamo essere pazienti e aspettare che suo fratello si svegli. Poi, tu rimarrai qui con Neil e io andrò dentro a scambiare due parole, da uomo a uomo, con Chris.”

“E io non sono un uomo?”

“Tu sei un uomo straordinario, ma in questo momento sei in balìa dei tuoi istinti da chioccia, e non è di questo che quei ragazzi hanno bisogno,” spiegò Macklin. “Tu vuoi confortarli, ma una cosa del genere farebbe sentire bene solo te, mentre a loro non servirebbe a niente.”

“Come lo sai?”

“Perché quando sono arrivato a Lang Downs, ero così anch’io,” ammise. “Ero scappato di casa perché ero stanco di prendere le botte destinate a mia madre, cadere e vederla prendere lo stesso la sua dose. Ero stanco delle invettive omofobe di mio padre e di vivere nel terrore. Immaginavo che persino la vita di strada fosse meglio di quello. Mi sbagliavo, naturalmente, e lo capii solo quando Michael mi diede un calcio nel culo e mi rimise in riga. Ma non lo fece trattandomi con dolcezza, cucciolo; lo fece dicendomi che se quella era stata la mia scelta, allora avrei dovuto crescere e cominciare a comportarmi da uomo, e poi mi insegnò come fare. Quei due ragazzi là dentro risponderanno solo a un discorso del genere, e siccome io sono stato nella stessa situazione, posso fare per loro quello che Michael ha fatto per me. Tu potrai confortarli dopo, quando avranno imparato a conoscerci e si fideranno di noi.”

Nell’udire quel racconto il cuore di Caine si rattristò. Aveva immaginato una cosa del genere da quello che l’uomo aveva accennato nel corso dei mesi, ma sentirne parlare così apertamente gli fece venir voglia di stringerlo tra le braccia e lenire tutte le sue vecchie ferite. Sorrise. Macklin aveva ragione riguardo al suo lato protettivo. “Va bene. Faremo a modo tuo.”







Lanostrarecensione_zps0bdfebe8



Edited by Pau_7 - 31/1/2015, 11:14
 
Top
A&P
view post Posted on 20/1/2014, 11:20





INSEGUIRE LE STELLE
Ariel Tachna
Langs Down #2




Per trovare la strada di casa basta solo seguire le stelle…e il cuore. Ariel Tachna ci dice come fare, ci insegna come realizzare la felicità attraverso l’appartenenza a un luogo, a una famiglia e infine a un compagno. Lo fa grazie a due personaggi giovani e dolci, pronti a donarsi anche se cresciuti in un mondo privo di radici, in cui la moneta di scambio per un po’ di accettazione era il massacrante lavoro.
Chris e Jesse non hanno idea che esistono sentimenti disinteressati, favori che non chiedono un ritorno, persone generose. Lo scoprono alla stazione australiana di Lang Downs, un paradiso gestito da una coppia gay, gli indimenticabili Caine e Macklin.
Per esser parte della famiglia bisogna solo provvederne alla cura e al sostentamento. È questo ciò che cercano di inculcare i due angeli a guida del paradiso, i due uomini che pur nel rispetto dei loro orgogliosi caratteri interpretano i ruoli di guida e protettori.
Rappresentano un esempio da seguire e Chris, coi suoi vent’anni non del tutto macchiati dalla violenza, inizia a scorgere una speranza per il futuro, inizia a desiderare ciò che prima considerava una chimera.
I sogni del ragazzo si scontrano con le paure del suo compagno di scopate. Jesse, infatti, vive da dieci anni in giro per l’Australia, passando da una stazione all’altra con l’obiettivo di non mettere radici.
Rifugge l’impegno e vede in Chris solo l’opportunità di passare un’estate più piacevole.
Gli incontri tra i due ragazzi, nonostante le premesse un po’ tristi di uno svago passeggero, assumono subito le connotazioni di una tenera scoperta reciproca.
I due si piacciono, si corteggiano, giocano e anelano l’uno la compagnia dell’altro. Jesse, il più distaccato a parole, si dimostra addirittura geloso del tempo che non può avere e delle persone più insospettabili.
Un sorriso ci accompagna fino alle ultime pagine del libro, insieme alla sensazione di saperne più dei protagonisti.
Chris e Jesse sono due personaggi piacevoli, ben costruiti ma a cui manca la complessità dei più maturi boss della fattoria.
Ad emozionare, infatti, sono le vicende di Caine e Macklin che riescono ancora una volta a strapparci ansie, respiri trattenuti e batticuore.
I due sono personaggi avidi, che conquistano la scena e rischiano di oscurare i personaggi principali dal basso del loro ruolo di comprimari.
Nonostante ciò, la coppia più giovane riesce a difendersi bene e a non soccombere agli occhi del lettore dinanzi alla forza e al fascino del capo e del sovrintendente della stazione.
Jesse in particolare riuscirà a trasmettere tutto il dramma di un uomo spaventato da un futuro di felicità.
Ariel Tachna ancora una volta mostra l’evoluzione di un rapporto senza essere stucchevole. La sua principale dote, infatti, è quella di giocare sul terreno del verosimile, così da coinvolgerci pienamente nelle realtà di coppia e di inserirci in modo coerente nel palcoscenico su cui si dipanano le sue trame.
La scrittura è scorrevole e priva di fronzoli, adatta ai personaggi, cowboy dalla psicologia semplice ma forgiata come acciaio nel fuoco. Il lessico si adatta pienamente agli uomini e anche i termini più duri e apparentemente offensivi sono giustificati in virtù della veridicità.
Inseguire le stelle è un buon romanzo, avvincente e scorrevole, che sancisce il successo di una serie di cui si attendono con ansia i volumi successivi.



Edited by Pau_7 - 31/1/2015, 11:15
 
Top
1 replies since 18/1/2014, 11:28   73 views
  Share