GABRIEL'S REDEMPTION - SEDUZIONE ED ESTASI
Sylvain Reynard
Gabriel's Inferno #1
Gabriel’s Redemption è il capitolo finale della trilogia riguardante la storia tra il dantista più sexy ed intrigante della narrativa e la sua amata Julianne. Per stessa ammissione di Sylvain Reynard, nelle intenzioni iniziali, il tutto doveva concludersi con la fine del secondo romanzo, ma l’incredibile affetto che i lettori hanno dimostrato nei confronti del personaggio di Gabriel Emerson ha fatto nascere anche questo terzo gioiellino. Uno sguardo nuovo sulla vita dei coniugi Emerson, contraddistinta da dolcezza, sensualità e devozione assolute. Un percorso che però non è privo di insidie di diverso tipo, ombre che emergono dal passato a stendersi sulla loro serenità di coppia, ma anche nuovi demoni che danno vita a grandi conflitti interiori per entrambi. La scelta importante di creare una famiglia tutta loro li porta a guardare verso quella parte di passato che fino a quel momento hanno evitato di affrontare. Tuttavia, solo conciliandosi con esso potranno guardare con serenità e speranza al loro futuro.
Accanto alla coppia protagonista si snodano le vicende di altre coppie secondarie, che danno una visione completa e conclusiva dell’intera storia. Ogni personaggio, importante o meno, trova in questo capitolo finale una sua definitiva collocazione. Ad ogni nome si riesce a collegare un cammino tra tutti e tre i romanzi e a individuarne l’evoluzione. Il tutto proiettato comunque verso un futuro pieno di speranza.
Un messaggio che traspare soprattutto dalla parte finale del romanzo: un chiaro invito a perdonare e perdonarsi, a guardare agli errori del passato solo per la lezione che se ne è potuto trarre e a proiettarsi verso un futuro rinnovato e sempre definibile.
Il viaggio interiore che compie Gabriel in questa trilogia è davvero paragonabile alla Commedia dantesca: l’inferno del suo passato macchiato dal vizio e da segreti oscuri, il percorso di espiazione e pentimento e, infine, il raggiungimento della beatitudine. Niente è stato facile per lui. Ha pagato ogni passo falso e ogni errore, ha espiato anche l’egoismo e l’edonismo che l’hanno caratterizzato fin dall’inizio, non negando nulla, non abbandonando i ricordi in un angolo della coscienza solo per alleggerirsela, ma scavando in profondità fino a trovare per ognuno la causa generatrice del dolore, accettarla e superarla. Ha chiesto perdono a tutti quelli che aveva ferito nel suo passato per meritare la felicità che vive con Julianne.
Da parte sua Julia continua a essere la parte luminosa del loro splendido insieme, pura e onesta, timida, ma anche appassionata. Scopre giorno per giorno aspetti del suo uomo che non sempre sono buoni, ma li accetta perché sono comunque suoi. Il tutto non certo in modo passivo.
Julia è l’elemento determinante. La sua pazienza, la sua vitalità, la sua chiarezza di pensiero e intenti spiazza chiunque. È di una forza senza pari, quella donata non da un fisico possente, ma dalla verità. Julia è vera sempre, anche nelle sue contraddizioni e nelle insicurezze. Stare al fianco di un uomo come Gabriel fuori dal talamo è un compito arduo. Eppure Julia ha personalità, lo argina e lo plasma per certi versi, lasciandosi a sua volta influenzare. Riesce a trovare un invidiato equilibrio, basato sull’amore, sul dialogo e sull’empatia. Una comunione di anime.
Lo stile narrativo è quello che ha rapito l’anima di molte di noi fin dall’inizio. È evocativo, ricco di figure e citazioni letterarie, poetico. La struttura in questo terzo romanzo è policentrica più che nei due precedenti. La descrizione delle vicende dei personaggi di secondo piano è alternata a quelle di Julia e Gabriel, con passaggi a volte fluidi e armoniosi, altre più bruschi e frammentari. Il ritmo narrativo, tuttavia, non ne risente in modo particolare.
Gabriel’s Redemption è la degna conclusione di una storia d’amore meravigliosa, che mi ha scaldato l’anima fin da subito. Una storia che nasce da lontano, in un posto evocativo e magico qual è stato il loro frutteto, in un tempo nemmeno definito benissimo, anche se sappiamo l’età anagrafica di entrambi i protagonisti di allora. Il tutto perché anche le categorie fondamentali della realtà concreta come lo spazio e il tempo non possono declinare e categorizzare romanzi così.
Il sentimento che rinchiudono va oltre, è qualcosa in grado di cambiare le persone, di farle risorgere dal Medio Evo dell’anima che, per un motivo o per l’altro, può coglierci o averci colto tutti, è una porta aperta alla speranza. Il parallelismo continuo con le virtù cardinali e con altri concetti della tradizione cristiana è dovuto, non solo perché su di essi è strutturata la Divina Commedia, ma perché permette all’autore di trovare una degna conclusione: l’apertura alla speranza per il futuro. Il finale mi ha davvero strappato lacrime di emozione perché mi son lasciata trasportare e son riuscita, attraverso le parole di Reynard, a vedere le cose nella prospettiva di Gabriel, a guardarmi indietro con consapevolezza, ma anche con forza rinnovata e a respirare fiducia nuova.
Edited by Pau_7 - 31/1/2015, 09:38
