Il libro è incentrato sul titolo: sacrificarsi è il tema centrale per i personaggi, in primo luogo per Saiph ma anche per Talitha, Melkise e Grif.
Infatti la sofferenza e le scelte difficili fatte dai personaggi sono incentrate sul tema del sacrificio, dall’affetto che li lega e di ciò che è giusto fare anche se va contro i propri desideri.
Non sempre ho condiviso le scelte dei protagonisti, soprattutto quelle di Saiph (che in questo libro diventa un incrocio tra Gesù e Gabdhi), ma le ho comprese e rispettate.
Il pathos e la tensione di questo libro è un crescendo che arriva al culmine nel finale.
Un finale però non della serie, che ahimè avrà almeno un altro libro.
Questa, infatti, non è evidentemente una trilogia come inizialmente avevo pensato (la Troisi mi ha fregata un’altra volta, come nella Ragazza Drago!
).
I cattivi, mannaggia a loro, non sono ancora sconfitti e i ns. eroi devono ancora compiere la missione fondamentale: salvare Nashira.
Probabilmente nel prossimo libro, ancor più che in questo, la Troisi sfrutterà le sue conoscenze di astrofisica. Qui ci ha buttato solo le basi e devo dire che sono molto interessanti. Bella la spiegazione dell’interazione tra i due soli e spiegata in modo chiaro ed esauriente. Perfino una perfetta ignorante in materia come me l’ha capita…
Devo fare i complimenti all’autrice per essersi messa in gioco e aver creato una serie di ambientazione del tutto nuova da “Il mondo emerso” che ormai era diventato trito e ritrito.
Anche il suo modo di scrivere è maturato, con una profondità nel descrivere la psicologia dei personaggi (anche quelli negativi) che non è di tutti gli autori.
Il libro ha anche una morale: la guerra non risolve i problemi e solo l’interazione tra persone di diversa razza e condizione può far vivere bene e in pace.
Serie che consiglio assolutamente!