Una fetta d’amore, di Andrew Grey - 4° libro della serie "Assaggio d’amore" - 25 marzo

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view post Posted on 25/2/2014, 14:21
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Sono fatta così...un enigma avvolto in un indovinello e confezionato in un paradosso!

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UNA FETTA D'AMORE

Una storia della serie Assaggio d’amore.

cEEwXiQPer fare una piccola fortuna, inizia con una grande fortuna e apri un forno. Questo è il consiglio che Marcus Wilson ha ascoltato. Sfortunatamente, Marcus non ha una grande fortuna, ma solo un forno, Una Fetta di Paradiso, a Carlisle, Pennsylvania, e la determinazione per fare successo. Ha bisogno di più aiuto di quello che può permettersi, quindi, quando assume il contabile Gregory Southland, lo fa sia per il negozio sia per i libri contabili.

Gregory ha accettato un secondo lavoro per pagare le bollette, ora che la sua salute sta migliorando. Presto inizia a non vedere l’ora di passare più tempo con Marcus ma, quando gli affari e la loro relazione iniziano a crescere, compaiono delle complicazioni. Prima fra tutte, la matrigna di Marcus lo coinvolge in un caso che potrebbe dare al forno una fama che non merita. Inoltre, i due non sono d’accordo sul coinvolgere o meno Una Fetta di Paradiso in una disputa sui diritti civili. Per finire, il suo ex fa la sua apparizione quando lui è più vulnerabile. Ma la più grande battaglia di Marcus e Gregory sarà di imparare a fidarsi di se stessi e l’uno dell’altro, soprattutto quando devono trovare la ricetta per risolvere le questioni di cuore.

Genere: M/M
Editore: Dreamspinner Press
Pagine: 175
Uscita: 25 Marzo 2014



La serie "Assaggio d’amore" è così composta:
1 - Un assaggio d’amore
2 - Una porzione d’amore
3 - Un aiuto d’amore
4 - UNA FETTA D'AMORE


LEGGI UN ESTRATTO:
Capitolo Uno


MARCUS WILSON si strinse la giacca intorno al corpo esile mentre camminava verso il suo piccolo appartamento in centro lungo le strade di Carlisle, illuminate dalla luce dei lampioni. Prese un sorso di caffč dalla sua grande tazza d’asporto, la stessa tazza che portava con sé ogni mattina mentre percorreva quella stessa strada, qualsiasi fossero le condizioni del tempo, durante gli ultimi sei mesi. Prendendo un altro sorso dell’infuso ormai freddo ma ancora forte, cercň di trattenere uno sbadiglio, ma non ci riuscě. Erano le quattro del mattino e stava giŕ andando al lavoro. Tutti gli altri in cittŕ dormivano ancora, proprio come doveva fare la gente normale. Una macchina gli passň accanto e lui la guardň mentre si allontanava. A quell’ora del mattino, in una piccola cittŕ come quella, era insolito per lui vedere passare delle auto. C’erano dei momenti in cui si chiedeva per quale motivo si fosse preso la briga di affittare l’appartamento. Non lo usava mai, eccetto che per farsi la doccia, la barba e, occasionalmente, per dormire. Bevve un altro po’ di caffč e svoltň in Hanover Street, passando davanti al vecchio tribunale e alla torre con l’orologio, tutta illuminata, che gli ricordava che era quell’ora assurda del mattino. Sbadigliň ancora una volta e continuň verso la sua strada.

Anche se il sole non era ancora sorto, Marcus poteva giŕ prevedere che sarebbe stato un altro meraviglioso giorno tardo primaverile. Tutti gli alberi sul suo cammino erano in fiore ed emanavano un profumo dolce e celestiale. Sapeva che una volta arrivato al lavoro, avrebbe dovuto scrollare via i petali dalla giacca, ma era la cosa piů simile al contatto con la natura che potesse sperare. Se fosse stato fortunato, quella sera sarebbe riuscito a tornare a casa per le sette o le otto, avrebbe fatto una doccia e sarebbe andato a letto, solo per ripetere tutto daccapo la mattina seguente.

Attraversň l’incrocio deserto della piazza centrale della cittŕ e continuň a camminare verso nord per un altro isolato. Il suo negozio era proprio dietro l’angolo, incastrato tra un piccolo negozio di abbigliamento e una scuola di karate. Una Fetta di Paradiso era stato il suo sogno e sei mesi prima era riuscito a trasformarlo in realtŕ. Ora aveva iniziato a chiedersi se non fosse piuttosto un incubo. Dopo aver aperto la porta, entrň e accese le luci dirigendosi verso la stanza sul retro. Al momento non aveva proprio tempo di pensare ai suoi problemi. C’era la pasta del pane da impastare e mettere a lievitare, le ciambelle da preparare e, controllando gli ordini, ringraziň la buona stella che vegliava su di lui perché doveva cuocere il pandispagna per due torte nuziali da consegnare l’indomani. Certo, questo significava che doveva prepararle, ma almeno era un ordine che gli avrebbe portato una ragionevole quantitŕ di denaro.

La prima cosa che fece fu iniziare a impastare i panetti della pasta per il pane, cominciando dai tipi che richiedevano una lievitazione piů lunga. Accese anche il forno per farlo scaldare, perché ci voleva un po’ di tempo per farlo arrivare alla giusta temperatura. Non sarebbe arrivato nessuno per almeno due ore e lui aveva molto da fare. Mise gli ingredienti pesati nelle ciotole, disponendoli nel giusto ordine in modo da poter iniziare a mescolarli senza perdere altro tempo. Una volta pronto, iniziň il processo di miscelazione.

Per quasi un’ora, mescolň vari tipi d’impasto, mettendoli a lievitare prima di dargli la forma di pagnotte e infornarli. Quelli che richiedevano una lavorazione piů lunga erano stati preparati la sera prima ed erano pronti per essere infornati. Iniziň a riempire il forno con le teglie, disponendole in modo uniforme. Caricň il timer e iniziň la serie successiva di ordini, sorseggiando di tanto in tanto dalla sua tazza.

Con il pane in fase di cottura, Marcus iniziň a preparare le ciambelle. Non ne preparava un milione di varietŕ, solo quelle classiche, ma le sue erano davvero speciali perché si scioglievano in bocca. Inoltre ne preparava sempre di fresche. Le ciambelle erano diventate rapidamente uno dei suoi prodotti migliori.

Sentě il campanello della porta d’ingresso tintinnare e sapeva che era entrata Angie. “Buongiorno,” disse senza alzare lo sguardo.

“Buongiorno, Marcus. Ti ho portato dell’altro caffč,” lo salutň felice, come ogni mattina. Era un dono del cielo e la persona piů dolce che avesse mai incontrato.

“Grazie,” le rispose, finendo il caffč che aveva portato da casa e mettendo la tazza nel lavandino. “Qui c’č del pane pronto per il negozio e la pastella per le ciambelle č pronta per te.” Tutti gli chiedevano quale fosse il suo ingrediente segreto per le ciambelle e, a dire la veritŕ, era Angie. Riusciva a renderle perfette ogni volta.

“Eccellente. Apriamo tra mezz’ora e ho giusto il tempo di prepararne un po’ per i clienti del mattino,” disse lei, controllando la consistenza della pastella e assicurandosi che l’olio per la frittura fosse alla giusta temperatura, prima di mettersi al lavoro.

C’erano alcune cose che potevano mantenersi bene per un giorno o due, ma la maggior parte delle preparazioni di Marcus duravano solo ventiquattro ore, quindi doveva stare attento a non farne troppe. Aveva anche imparato il ritmo degli affari. Per prima cosa, al mattino, i suoi clienti compravano le ciambelle e il pane da portare al lavoro. Ma doveva fare attenzione, perché quelle stesse persone sarebbero tornate all’ora di pranzo o nel pomeriggio, quando la loro voglia di dolce si sarebbe fatta sentire, ma solo se avessero visto prima qualcosa che avesse attirato la loro attenzione.

Quando l’orario di apertura si avvicinň, Marcus controllň che tutto fosse a posto e poi andň ad aprire. Gli espositori del negozio erano stati chiusi con cura la sera prima, per evitare che i dolci e gli altri prodotti si seccassero. Accese le luci delle vetrine e riempě gli espositori con il pane, i vassoi di dolci e gli altri prodotti dolciari che aveva preparato la notte prima. Aveva giŕ scoperto che ce ne erano alcuni che la gente preferiva, come i rotoli alla cannella che stavano per uscire dal forno, cosě come i suoi biscotti e la torta al cioccolato. Aveva anche capito che doveva sempre avere una scorta di torte di carote perché ne vendeva almeno sei al giorno. A parte questo, stava ancora cercando di capire cosa piaceva ai suoi clienti.

Quando gli espositori furono abbastanza pieni e i prodotti che aveva preparato la notte prima furono tutti disposti a dovere con l’aspetto piů appetibile possibile, pulě i tavolini da caffč e iniziň a disporli sul marciapiede, all’ombra di uno degli alberi sulla strada di Carlisle. Ne lasciň due all’interno e, dopo essersi assicurato che tutto fosse pulito, corse dentro, giusto in tempo per sentire il timer suonare. “Come stanno venendo le ciambelle?” chiese.

“Perfette come al solito,” rispose Angie. Era una domanda di rito, cosě come la risposta di lei. Marcus sorrise tirando fuori dal forno i rotoli alla cannella e mettendoli da parte a raffreddare. Trascorso qualche minuto, avrebbe potuto glassarli e portarli in negozio. “Il primo lotto di ciambelle č pronto per l’espositore,” gli disse Angie e lui le si avvicinň, prese il vassoio di ciambelle disposte in modo ordinato e lo portň sul davanti, lo pose nella parte superiore del bancone e lo coprě con un coperchio.

C’era sempre molto lavoro da fare in un lasso di tempo davvero breve, ma quella era la normalitŕ. Marcus aveva provato ad arrivare prima, ma questo voleva dire non riuscire a lavorare la sera, cosě da poter essere efficiente la mattina successiva. All’ora di apertura, la donna si spostň nel negozio e guardň il proprietario della panetteria. “Penserň io ad aprire se tu metti su il caffč,” disse Marcus e lei accettň con riluttanza. “Ho giŕ preparato tutto, devi solo riempire le caffettiere d’acqua e accenderle.”

“Grazie a Dio. Inizierebbero a urlare se il caffč non fosse esattamente come lo fai tu,” gli disse lei con un sorriso, riempiendo le caffettiere e affrettandosi a tornare nel retro. Marcus mise un po’ di soldi nel cassetto del registratore di cassa, lo portň sul davanti e lo sistemň. Controllň l’orologio e sorrise. Erano le sei e ventinove ed erano pronti per aprire. Accese tutte le luci e mise il cartellone pubblicitario sul marciapiede, poi tornň dentro e osservň il suo panificio dal punto di vista del cliente. Appariva pulito e accogliente e doveva ammettere che il profumo era decisamente meraviglioso, dolce e caldo, con una nota speziata.

Angie stava pulendo il bancone come faceva di solito e lui decise di approfittare di quella che sperava fosse una tregua momentanea e iniziň a preparare il pandispagna di cui aveva bisogno per le torte. La donna era in grado di tenere la situazione sotto controllo per un’ora o due. L’unica cosa che avrebbe potuto tirarla via di lě sarebbe stata la necessitŕ di altre ciambelle e, in quel caso, lui avrebbe preso il suo posto mentre ne preparava delle altre. Marcus iniziň a preparare gli ingredienti per le torte che erano state ordinate, quando sentě il suono della campanella della porta d’ingresso.

Aveva fatto esperienza in un grande panificio di Philadelphia e il capo panettiere gli aveva insegnato come fare le cose nel modo piů efficiente ed economico possibile. Prima di iniziare a misurare il primo ingrediente, sapeva giŕ di cosa avrebbe avuto bisogno durante la giornata, in modo da poter preparare l’impasto tutto in una volta. Controllň anche quello che aveva giŕ pronto, assicurandosi di alternarli con quelli appena fatti.

“Marcus?” lo chiamň Angie a bassa voce dalla porta. “Possiamo prendere un ordine per tre torte di carote per otto persone per oggi pomeriggio? La signora vorrebbe passare a prenderle per le sedici.”

“Certo,” rispose lui, “falle compilare il modulo e io le preparerň.” Sapeva che la donna non aveva bisogno che le si dicesse cosa fare. Sapeva anche che stava facendo solo un po’ di scena per la cliente, facendola sentire speciale per prepararle l’ordine in giornata. Marcus smise di misurare gli ingredienti e aspettň qualche minuto prima di entrare nel negozio per prendere l’ordinazione. Ringraziň la cliente, tornň in cucina e modificň la quantitŕ degli ingredienti, aggiungendo ciň che gli serviva per i dolci extra.

La campanella della porta d’ingresso suonň quasi in modo costante mentre preparava le teglie. Quando l’impasto fu mescolato a dovere, lo dosň in maniera sufficiente per riempire ogni stampo per i diversi strati delle torte. Nel corso degli anni, aveva imparato il modo piů efficiente per farlo e presto gli strati furono infornati. Lavorare in un forno era quello che gli piaceva fare ed era il motivo che lo aveva spinto ad aprire quell’attivitŕ. Prendendosi una pausa, andň in negozio per controllare gli espositori e per vedere se ci fosse bisogno di qualcosa. “Cos’č successo?” chiese vedendo il bancone semivuoto. “Č passata solo un’ora.”

“Una signora cercava qualcosa da servire ai suoi ospiti per un pranzo e ha comprato un bel po’ di cose,” rispose la donna con un sorriso, poi la campanella suonň ancora una volta e si preparň per aiutare il nuovo cliente. Marcus tornň in cucina e aprě il frigorifero per prendere altre torte al cioccolato e alla frutta per rimpiazzare quelle vendute. Prese anche nota di preparare altre torte di carota. Ne avevano vendute giŕ due… no, erano tre, visto che Angie gliene aveva appena portata indietro una. “Puoi scrivere ‘Buon compleanno Sarah’ in rosa per un cliente?”

“Dammi giusto un attimo,” disse lui, finendo di scrivere il suo appunto e prendendo poi la sac ŕ poche con la glassa colorata per personalizzare la torta. Una volta finito, tornň alla sua occupazione.

Nelle ore seguenti, lavorň per completare tutti gli ordini. Angie se ne sarebbe andata a mezzogiorno e doveva fare in modo che tutto fosse pronto per allora, perché sarebbe stato solo per alcune ore, fino al momento in cui Becky fosse arrivata, dopo la scuola. Giunto mezzogiorno, aveva tirato fuori tutti i dolci dal forno e aveva pulito e riempito gli espositori.

“Sto andando a casa,” disse Angie dalla soglia del negozio, poi si appoggiň alla porta e sussurrň, “forse dovresti svuotare la cassa,” con un sorrisetto e attese che lui si togliesse il grembiule e la raggiungesse sul davanti. La donna lo salutň, abbracciandolo. “A domani, tesoro, e non fare troppo tardi questa sera,” lo rimproverň con dolcezza prima di lasciare il negozio.

Marcus avrebbe voluto alzare gli occhi al cielo, ma non lo fece. Quella donna era stata una delle piů care amiche di sua madre e, quando aveva aperto la panetteria, aveva insistito per dargli una mano. Aveva investito nell’impresa dei soldi e non prendeva un centesimo da sei mesi. Non sarebbe arrivato dov’era senza di lei. Altri clienti entrarono nel negozio e li servě. Era l’ora di pranzo e, anche se era il momento in cui i dolci e le ciambelle andavano per la maggiore, anche il pane si vendeva bene. Angie e lui avevano discusso sulla possibilitŕ di dedicarsi solo al pane all’inizio, ma in una cittŕ di quelle dimensioni, non sarebbero sopravvissuti se non si fossero occupati di un po’ di tutto.

Nel pomeriggio, il negozio rimase calmo e usň quel tempo per fare l’inventario e preparare un ordine di ciň che mancava. Aveva appena finito quando sentě suonare la campanella della porta d’ingresso. “Ehi, come stanno i miei clienti preferiti?” chiese mentre Davey e Donnie entravano, seguiti dal loro fratello maggiore, Billy. Pensava che i gemelli dovessero avere piů o meno dieci anni. Billy era uno dei camerieri del Café Belgie, il ristorante dall’altra parte della strada, il suo compagno ne era lo chef e il proprietario.

“Bene,” risposero entrambi, correndo verso il bancone in modo da poterci sbirciare dentro. Marcus vide che i due si leccavano le labbra, come facevano sempre. “Billy ci ha portato qui per i rotoli alla cannella,” gli disse Davey e lui guardň Billy per averne conferma.

“Ce ne serve una mezza dozzina,” confermň l’altro, appoggiandosi al bancone. “Come vanno gli affari?” gli chiese. “Questa sembra una cittŕ ostica per i panifici.”

“Le vendite sono in ripresa,” rispose Marcus, senza aggiungere che sperava aumentassero ancora un po’. Sapeva che era necessario del tempo per far decollare gli affari, ma…

“Č fantastico. Alle volte gli avventori del ristorante mi chiedono di te e li ho sempre mandati qui,” gli disse Billy mentre lui impacchettava sei rotoli alla cannella. Afferrň anche due biscotti al cioccolato e li diede ai bambini.

“Grazie,” dissero i due prima di dare un morso.

“Ti serve altro?” chiese Marcus, anche se conosceva giŕ la risposta. Billy e Darryl avevano una pasticciera che preparava i dolci per i loro due ristoranti, quindi raramente compravano qualcosa di diverso dai rotoli alla cannella. Aveva scoperto, perň, che Billy amava le sue torte di carote. “Una torta di carote?” suggerě e lo vide esitare.

“Posso ordinarne una per domani?” domandň l’altro.

“Certamente,” rispose lui, compilando rapidamente un modulo d’ordine, poi prese nota del numero di telefono di Billy e, dopo aver completato l’operazione, i tre uscirono e i bambini lo salutarono con la mano.

Marcus prese un respiro profondo e si concesse una tazza di caffč prima di controllare che tutto fosse in ordine. I pandispagna per le torte si erano raffreddati ed erano pronti per essere assemblati e glassati. La sua area di lavoro era pulita e tutto era pronto per le preparazioni successive. Diede un ultimo sguardo alla cucina e poi sentě la porta d’ingresso aprirsi. Quando tornň in negozio, trovň la posta poggiata sul bancone e il postino che stava giŕ uscendo. “Buona giornata,” disse prima che la porta si richiudesse. Osservň il postino che lo salutava con la mano passando davanti alla vetrina, poi prese la posta e la scorse lentamente.

Le lettere che riceveva potevano essere divise in due categorie: pubblicitŕ e fatture. Gettň la pubblicitŕ, mentre le bollette, beh, per il momento le mise da parte mentre gli si chiudeva lo stomaco. Sapeva di dover passare molto tempo sui libri contabili nel pomeriggio e aveva bisogno di rivedere attentamente le sue finanze, ma non si aspettava di certo un miracolo. Dovevano trascorrere ancora un paio di mesi prima che tutto il denaro investito rientrasse e iniziasse a guadagnare. C’era una vecchia barzelletta su come fare una piccola fortuna con una panetteria: aprire la panetteria con una grande fortuna. Marcus cercň di evitare di lasciarsi prendere dal panico. Doveva rivedere i conti e fare quadrare l’estratto conto che era arrivato per posta. Del resto sapeva a che punto si trovava. Aveva bisogno di aumentare in qualche modo le vendite e doveva farlo in fretta.

“Ciao, Becky,” disse quando la sua aiutante del pomeriggio entrň nel negozio. Dopo che ebbe lasciato la sua borsa e lo zaino nel retro, lo raggiunse nel negozio. Marcus le fece un riassunto veloce di ciň che doveva fare, poi sparě nel retro. Prese gli strati per le torte di carote, ne assemblň tre per otto persone e le glassň con la crema al formaggio, poi le mise in frigorifero per farle raffreddare. Dopo iniziň a lavorare sulle torte nuziali, preparando gli strati inferiori e mettendoli a raffreddare. Poi tirň nuovamente fuori le torte di carote per terminarle e le rimise in frigo, con l’intenzione di confezionarle piů tardi.

Infine tornň alla preparazione delle torte nuziali. Doveva preparare tutti gli strati, glassarli e metterli a raffreddare in modo da poterle assemblare e decorare. Ci volle del tempo, ma riuscě a preparare tutto per la decorazione finale.

Era esausto e aveva ancora i registri da controllare. Becky entrň e prese le tre torte di carote e lui andň in negozio per salutare la cliente. Era una donna sulla cinquantina, vestita in modo impeccabile. “Le sue torte di carote sono fantastiche. Mi ricordano come le faceva mia madre.”

“Grazie. Uso solo ingredienti freschi, probabilmente come faceva anche sua madre,” spiegň l’uomo.

“Darň una festa la prossima settimana, posso fare l’ordine per la torta oggi?”

“Certamente,” rispose Marcus e si fece dire i dettagli di ciň che voleva, compilň l’ordine poi ringraziň la cliente e l’accompagnň alla porta, tenendola aperta mentre la signora usciva.

“Č un vero seduttore, signor Wilson,” commentň Becky con un sorriso malizioso. “Se decidesse di scrivere un manuale, il mio ragazzo dovrebbe proprio leggerlo, di certo.” La ragazza iniziň a pulire i tavoli nel modo in cui le era stato insegnato.

L’uomo sorrise e tornň in cucina. Si accomodň a una piccola scrivania posta nell’angolo piů lontano ed estrasse dalla tasca la chiave dello schedario. Dopo averlo aperto, tirň fuori i libri mastri, il libretto degli assegni e gli estratti conto, poi si dedicň a quel compito sgradevole. Non c’erano mai abbastanza soldi e, anche se non aveva mentito a Billy – gli affari miglioravano di giorno in giorno – non guadagnava ancora abbastanza da evitare di attingere ai suoi risparmi. Inserě tutte le fatture nel suo libro mastro e confrontň gli assegni con gli estratti conto della banca. Le ultime settimane erano state abbastanza buone, per quanto riguardava gli affari, e Marcus sperava che quella sarebbe diventata la normalitŕ, ma non era ancora abbastanza: Becky era l’unica persona che al momento riceveva una paga. Dopo aver calcolato l’affitto e le altre spese, si rese conto di avere abbastanza denaro per i tre mesi successivi.

Rimase seduto alla scrivania per un’ora, assicurandosi di controllare tutto e cercando di trovare un modo per risolvere la situazione, perň arrivava sempre alla stessa conclusione: doveva aumentare gli affari. Ma era in grado di gestire piů ordini? Lavorava giŕ il maggior numero di ore possibili. Per rendere di piů, doveva vendere di piů, quindi doveva assumere qualcun altro, ma se le vendite non aumentavano, non aveva i soldi per assumere qualcuno, senza morire di fame.

“Signor Wilson, l’ho trovata sul pavimento,” disse Becky dietro di lui e Marcus cercň di scacciare via la paura e la disperazione che aveva dipinte in volto prima di voltarsi verso di lei. “Credo che fosse tra la posta.”

“Grazie,” rispose lui prendendo la brochure. “Č quasi ora di chiudere,” aggiunse dando un’occhiata all’orologio.

“Ho pulito tutto e credo che possiamo iniziare a svuotare gli espositori. Ho preso gli ordini per altre torte per domani. Li ho messi nel raccoglitore e una donna che se n’č appena andata voleva prenotare un appuntamento per una torta di nozze,” gli disse la ragazza.

“Sei una ragazza straordinaria, lo sai? La maggior parte delle sedicenni non sono responsabili come te,” le fece notare, grato del fatto che ci fossero delle persone buone, oneste e premurose con cui poter lavorare.

“Grazie, signor Wilson,” rispose lei, dondolandosi da un piede all’altro.

“C’č qualcosa che vuoi chiedermi?” domandň l’uomo. Raramente l’aveva vista nervosa per qualcosa.

“Mi piacerebbe imparare a cucinare e mi chiedevo se potesse insegnarmi a farlo,” disse Becky. “So che ha bisogno di me in negozio, ma speravo che… beh, magari di sabato, quando c’č anche la nonna, potessi darle una mano.”

Poteva certamente sfruttare tutto l’aiuto che poteva dargli. “Perché non facciamo una prova questo sabato e vediamo come va?” le disse, poi chiuse i registri e la seguě in negozio in modo da poter iniziare a chiudere. Il processo di chiusura non richiese molto tempo e presto Marcus si ritrovň ad augurare la buona notte a Becky e a chiudere la porta. Poi registrň gli ordini che la ragazza aveva preso e segnň l’appuntamento per la torta nuziale sul calendario, prendendo nota di ciň che doveva fare la mattina, prima di portarsi avanti con le preparazioni.

Decise di finire una delle torte di nozze e di iniziare l’altra, pensň anche di preparare qualche articolo per il negozio, prima che la stanchezza lo sopraffacesse. Dopo aver pulito tutto, prese alcuni documenti che voleva rivedere a casa, poi spense le luci e uscě dalla porta d’ingresso. Sulla strada di casa, lasciň gli incassi della giornata alla banca poi riprese la strada nell’aria frizzante della sera. Mentre camminava, si accorse che gli era caduto qualcosa. Voltandosi, vide la brochure della fiera del matrimonio di Harrisburg che gli aveva dato Becky. La rimise tra i documenti e riprese a camminare.

Non aveva fretta di tornare nel suo appartamento vuoto. La piazza della cittŕ era piena di gente che camminava o che sedeva sulle panchine, godendosi il calore della serata primaverile. Gli sarebbe piaciuto potersi mettere seduto e godersi la serata, ma quella sera aveva ancora delle faccende da sbrigare, cosě da potersi mettere direttamente al lavoro una volta tornato il mattino seguente.

“Ciao, Marcus,” lo chiamň Sebastian dall’altra parte della strada e lui si fermň, mentre il capocameriere del Café Belgie si affrettava per andargli incontro. “Stai tornando a casa?” Lui e Sebastian si conoscevano da un po’, ma era stato il fatto di essere diventati vicini che li aveva resi amici.

“Sě. Ho appena chiuso la panetteria,” gli rispose l’uomo e i due ripresero il cammino insieme, percorrendo un altro isolato prima di svoltare verso Pomfret Street. Marcus sospirň sommessamente. Era talmente stanco che gli si chiudevano gli occhi mentre camminava. “Gli ultimi giorni mi hanno ucciso. Ringraziando il cielo, la panetteria č chiusa la domenica e il lunedě.” Di solito trascorreva almeno uno di quei giorni a dormire.

“Quando hai un po’ di tempo da dedicare a te stesso?” chiese Sebastian e lui gemette.

“Ho a malapena il tempo per farmi una doccia e mangiare. Nei giorni di riposo, pianifico quello che devo fare durante la settimana.” Sbadigliň, portando una mano alla bocca. “Non vado a cena con i miei amici da sei mesi e non farmi parlare del fatto che, a parte i clienti, non interagisco con un uomo da cosě tanto tempo che ho quasi dimenticato come sono fatti. Anche se fossi riuscito a ottenere un appuntamento, non avrei avuto tempo e, se mi avessero portato a cena, mi sarei addormentato con la faccia sul piatto.”

“Sembra che tu abbia bisogno d’aiuto al forno,” osservň l’altro mentre si avvicinavano all’incrocio successivo.

“Sě, ma mi trovo in una situazione difficile,” gli spiegň mentre attraversavano la strada. “Ho bisogno di aumentare le vendite, ma questo implica piů lavoro di quello che sono in grado di fare. Spero di essere in grado di assumere un aiutante a breve, ma al momento sono nei guai.” Sapeva perfettamente dove si trovava, in un circolo vizioso da cui era difficile uscire.

“Sai che, se c’č qualcosa che possiamo fare, Robert e io la faremo,” disse Sebastian. “Č dipendente dai tuoi rotoli alla cannella e probabilmente arriverebbe a emettere una sentenza per farteli continuare a vendere.” Il suo compagno, Robert, era stato eletto giudice un anno prima.

“Piů che altro devo cercare di aumentare gli ordini per le torte e i cheesecake. Potrei produrle in grande quantitŕ e venderle a un prezzo che valga veramente lo sforzo. Perň non sono sicuro di come realizzare la cosa.” Raggiunsero la casa di Sebastian e Marcus si fermň. “C’č un mercato in piazza e ho pensato di provare a vendere le cose lě, ma dovrei stare lontano dal negozio.”

“Spero che tu riesca a trovare una soluzione,” mormorň Sebastian. “Il tuo pane e i tuoi dolci sono i migliori che ci siano. Lo dice anche Maureen e di solito non fa i complimenti agli altri prodotti da forno.” Strizzň l’occhio menzionando la pasticciera del Café Belgie. Era andata al negozio un paio di volte ed era rimasta soddisfatta. “A presto,” disse l’uomo aprendo la porta di casa e Marcus lo salutň prima di raggiungere il palazzo dove abitava e salire le scale che portavano al suo appartamento.

Una volta dentro, posň i documenti sul piccolo tavolo e cercň qualcosa da mangiare. Mentre il forno a microonde riscaldava la sua cena, si sedette al tavolo e passň in rassegna i documenti che aveva portato con sé. La maggior parte non aveva alcuna importanza e li gettň nella spazzatura, ma il volantino della fiera per matrimoni attirň la sua attenzione. Poteva essere un modo per far crescere gli affari. Ci pensň un po’ su, ma, come per tutto il resto, c’era un costo d’iscrizione e sembrava piuttosto elevato. Inoltre, per partecipare all’esposizione, avrebbe dovuto chiudere il negozio, quindi non solo avrebbe dovuto pagare il costo del noleggio dello stand, ma avrebbe anche perso una giornata di lavoro. Il timer suonň e lui si alzň, prese il contenitore dal microonde e tornň al tavolo. Desiderava davvero di non dover affrontare tutto da solo. Non era stato il suo piano iniziale, ma le cose erano andate cosě. Non permise a se stesso di rimuginarci sopra e prese un contenitore monoporzione di latte dal frigorifero. Mentre mangiava, controllň la posta del negozio e la sua, poi ripulě e passň in salotto. Accese la televisione, cercň un canale che funzionasse e si accomodň per guardare il programma.

Era incredibilmente felice di potersi sedere per qualche minuto. Quando il telefono squillň, fu quasi tentato di ignorarlo, ma quando guardň il suo cellulare e lesse sul display “Il Generale”, capě che avrebbe fatto meglio a rispondere. “Ciao papŕ,” disse dopo aver premuto il pulsante di risposta.

“Sei appena tornato dal lavoro?” chiese suo padre senza il minimo di preoccupazione per l’ora tarda. Neanche gli avesse chiesto se aveva portato fuori la spazzatura.

“Sě. Ero al forno dalle quattro di mattina,” spiegň, anche se sapeva che a suo padre non sarebbe importato.

“Quando ero nei berretti verdi, lavoravamo diciotto ore al giorno,” disse l’uomo.

“Sě, lo so, e quando eri giovane e nevicava, andavi a scuola senza scarpe, in salita, andata e ritorno. Giŕ, ho capito.” Marcus si sentiva irritato e al momento non aveva proprio voglia di stare a sentire l’auto-esaltazione del padre.

“Non essere impertinente,” scattň l’uomo.

“Hai chiamato per una ragione o volevi solo infastidirmi dopo che ho lavorato per sedici ore? Domani devo alzarmi presto.” Dannazione, sembrava che si stesse lamentando e la cosa non gli piaceva. Amava il suo lavoro e amava la panetteria. C’erano delle volte in cui desiderava avere una vita piů normale, ma era stato lui a scegliere quel lavoro ed era deciso a fare del suo meglio. “Di cosa hai bisogno, papŕ?” aggiunse cambiando tono.

“Vorrei che domenica venissi a una cena di famiglia.” Questo significava che Katherine, la sua matrigna, aveva invitato i figli a cena e suo padre, per non essere tagliato fuori, aveva pianificato che ci sarebbe stato anche lui. L’invito poteva anche essere stato fatto educatamente, ma era un ordine e Marcus lo sapeva. Odiava quelle cose. I suoi fratellastri e le sue sorellastre erano ufficiali in vari rami delle forze armate, che era poi ciň che suo padre aveva sperato per lui.

“A che ora?” chiese, troppo stanco per mettersi a discutere. Sapeva che suo padre gli avrebbe fatto pagare un suo rifiuto in un modo o nell’altro, quindi decise di prendere la strada piů facile.

“L’aperitivo č alle quindici e la cena alle diciotto,” lo informň il padre con un tono che lui conosceva bene. “Ci vediamo allora.” Suo padre riattaccň e Marcus poggiň il telefono sulla poltrona. Dopo aver spento la televisione e le luci, andň in bagno. Erano appena le venti e trenta, ma era esausto e aveva bisogno di mettersi a letto. Gettň i vestiti sporchi nella cesta e si fece una doccia veloce prima d’infilarsi nel suo lato del letto e spegnere la luce. Si chiedeva perché dormiva ancora cosě, ma era quello che faceva. Forse era il modo che la sua mente usava per dirgli che da qualche parte, oltre la stanchezza, la preoccupazione e i tentativi per rendere la sua attivitŕ un successo, c’era un uomo che voleva semplicemente trovare qualcuno d’amare e da cui essere amato. Sperava sinceramente che quel qualcuno fosse lě fuori, da qualche parte, ma non aveva idea di come fare per trovarlo. Chiuse gli occhi e lasciň che la stanchezza prendesse il sopravvento.



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Edited by Karyn. - 22/3/2014, 18:51
 
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sarà assolutamente mio ^^
 
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