I Rami del Tempo, di Luca Rossi

« Older   Newer »
  Share  
Pau_7
view post Posted on 24/4/2014, 22:12 by: Pau_7
Avatar

… la vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro: leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare …

Group:
Insatiable
Posts:
3,043
Location:
Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti

Status:



I RAMI DEL TEMPO
Luca Rossi




Un romanzo breve, ma intenso. Impostato sul fantasy dal “gusto tradizionale” con innesti erotici, la vicenda si svolge in un universo inventato, sospeso nel tempo e nello spazio, dove dominano magia, complotti, passioni.
La narrazione alterna diversi punti di vista, al presente e al passato, ma l’ambientazione si divide in due prospettive, come si intuisce dalla trama: l’isola di Turios e il regno di Isk.
Il popolo dell’isola di Turios, costretto all’isolamento da una “protezione-maledizione”, viene sterminato da una pioggia di schegge dall’origine sconosciuta. Bashinoir, la moglie Lil e la sacerdotessa Miril sono gli unici sopravvissuti.
La persistente “protezione-maledizione” dell’isola di Turios grava come un fardello sul regno di Isk, che non può estendere i domini. Il popolo del regno di Isk è retto dall’arrogante sovrano Beanor, ossessionato dal sesso e dal proposito di annientare tale barriera magica, quindi anche di vendetta. La corte è popolata dall’“harem” del re ed è amministrata dalla prima moglie. Gli altri personaggi che gravitano intorno a Beanor sono il consigliere anziano, due maghi che si avvicendano e il loro apprendista.
A mio parere, uno dei pregi del racconto consiste nel delineare il contesto con i dovuti tempi e modi, evitando spiegazioni affrettate. Infatti la narrazione inizia con l’eccidio del popolo di Turios, di cui si scoprono lentamente il passato e la cultura, tra cui gli incantesimi di “protezione-maledizione” di cui la sacerdotessa Miril è una depositaria, e che rappresentano il cardine degli intrighi.
Alle cospirazioni politiche basate sull’arte della magia, la sacerdotessa, con il sostegno di Lil, contrappone fermezza, nonostante la stanchezza interiore, e saggezza, sfruttando le competenze magiche e tentando di carpire la verità. Non sarà semplice, perché il nemico rivela un uso spregiudicato del potere, tale da ingannare, distruggere e alterare.
Non mancano riferimenti a congiure interne alla corte stessa.
Alcune figure rischiano lo stereotipo, ma l’autore non cede alla banalità e rende loro spessore.
Beanor, che avrebbe potuto rappresentare il profilo tipico del sovrano consumato dal vizio e dalla prepotenza, oppure Miril, che avrebbe potuto incarnare il ritratto della sacerdotessa saggia, amabile e risoluta, sono molto più di questo: presentano una personalità sfaccettata e umana che mi ha colpito. Anche gli altri personaggi sono ben caratterizzati.
Lil, dolce e semplice, affronta un percorso di iniziazione. Si lega a Miril in un rapporto saffico puro, che non si spinge oltre qualche bacio casto e abbraccio. A questa vicinanza e alla maturazione di Lil si contrappone “l’ascesa drammatica all’inferno” di Bashinoir.
Sull’altro fronte, l’anziano consigliere Tuirl tenta di indurre alla ragione il sovrano, con scarso successo, ma con quali propositi? Il mago Obolil viene “resuscitato” dalla detenzione per rimediare ai propri errori e a quelli del sostituto, Aldin. Ma Aldin è stato un fallimento totale?
Tra le donne di Beanor, pronte a soddisfare ogni suo capriccio, emergono la prima moglie, Aleia, e l’ultima conquista, Milia. Aleia, superba, pratica e scaltra, ha l’indole della regina. Il sovrano è consapevole che ha bisogno di lei: sa tenergli testa e gestisce la corte, nonché “l’harem”. La sofferenza e la tenacia di Milia, invece, avranno conseguenze drammatiche.
Capirete che la trama incalza, anche quando il ritmo è più calmo. Tra l’atmosfera “bucolica” e mistica dell’isola di Turios, la frenesia e la passionalità della corte di Isk, l’alternanza dei punti di vista nel presente e nel passato, le tradizioni e gli incantesimi, le ossessioni, anche sessuali, e i complotti, si dipana la vicenda fino al finale amaro, aperto e inaspettato. Non mi ha turbato il fatto che l’epilogo sia affrettato e improvviso perché l’ho trovato appropriato.
Alcune questioni restano in sospeso, per cui spero che ci sia un seguito, altrimenti non avrebbero senso.
L’erotismo è una componente importante quindi aspettatevi intermezzi audaci e sensuali, anche espliciti. Ho apprezzato il modo in cui è stato trattato, evitando la rozzezza e la gratuità. Ho nutrito perplessità su una scena del passato del re che non mi sembrava appropriata. L’ho rivalutata perché mi sono posta nell’ottica della carica erotica su cui è improntato il racconto, e perché fa conoscere meglio Beanor.
Lo stile è fluido, concreto, chiaro e conciso: rende in modo efficace pensieri, azioni ed emozioni, catturando l’attenzione.
Una lettura rapida e avvincente, con spunti originali, dal titolo efficace, che non ha nulla da invidiare a racconti pubblicati da case editrici o a romanzi di autori più affermati. Quattro stelle e mezzo per premiare la fatica che implica l’autopubblicazione di un prodotto ben riuscito.




Edited by Pau_7 - 7/3/2015, 00:00
 
Top
1 replies since 15/4/2014, 17:58   237 views
  Share