PECCATO D'INNOCENZA
Alessandra Torre
Innocence #1
Nonostante sia stata consigliata di stare alla larga dal più ricercato avvocato divorzista, miglior partito, peggiore dei playboy Brad De Luca, la sua nuova assistente Julia Campbell sembra destinata a non potergli sfuggire. Partita con le migliori intenzioni, si ritrova presto catapultata in un mondo proibito dove ogni trasgressione è concessa e non c'è posto per l'innocenza.
Malgrado mi fossi aspettata di restare innamorata da questa storia, ammetto che non è successo. Da subito, la trama non mi è sembrata originale, ma c'era del potenziale che invece non è emerso. La storia è scialba, impregnata dalla lussuria e dal cinismo. Nulla di nuovo direte e, in effetti, è così, ma l'aspetto invalidante è che continua in questo senso per buona parte del libro. Non si vedono sentimenti, non si percepisce nessun cambiamento emotivo. Lui, Brad De Luca, è inqualificabile: un donnaiolo che non contempla la monogamia e che vive la promiscuità come condizione naturale della propria vita. Lei, Julia... Beh, dov'è l'innocenza? A volte, sembra dominata dai suoi istinti tanto da essere cieca di fronte alla sterilità della relazione che lui le propone.
Solo i dialoghi sono carini, spiritosi e ben scritti. Tuttavia, più volte, mi sono trascinata fra le pagine e alla fine ho desistito dal leggerle, salvo poi riprenderle in seguito, per concludere la lettura. A tratti è piacevole, ma la storia non è equilibrata e si sviluppa tutta nella seconda parte. È stato uno dei pochi libri che non ho divorato, forse perché non ho trovato i personaggi ben caratterizzati e nemmeno l'ambientazione è riuscita a farmi entrare nella storia. Il ritmo narrativo è lento. Lo stile è fluido, ma proprio per questa lentezza, secondo me, volutamente data, si fa fatica a rimanere concentrati. Il finale, che poteva risollevare un po' le sorti della vicenda, è invece approssimativo e sviluppato in pochissime pagine. Lascia l'amaro in bocca. Niente occhi a cuoricino per me, niente sospiri, batticuore. Una storia mediocre, scritta con dignità, ma che non ha lasciato il segno.
La mia valutazione è di tre stelle, per rispetto allo stile dell'autrice, sicuramente buono.
«Le donne uniscono il sesso e i sentimenti perché è la società a imporlo, perciò pensano di dover provare qualcosa per un uomo prima di concedersi, e costruiscono una relazione attribuendovi dei sentimenti per giustificarsi, per poi restare inevitabilmente deluse, quando invece non c'è nulla di cui vergognarsi per quello che hanno fatto. Il sesso è normale, sano, fa parte della natura umana. Quello che crea danni è conferire emozioni artificiose all'atto.»