Posts written by micah

view post Posted: 17/3/2015, 22:14 Il posto di Harry Quattrozampe - Romanzi M/M
Recensione a cura di Emily Hunter:

Prima di tutto vorrei dire che non ho mai avuto un animale domestico, che ci fantastico sopra fin da bambina e che non ho la lacrima facile, infatti i casi più recenti in cui ho avuto bisogno della scorta di fazzoletti sono stati la morte di Dobby in Harry Potter, la quasi morte di Bumblebee in Transformers e una scorta a parte per i libri di Tj Klune, detto ciò passo alla recensione.
Ho pianto. Ho pianto come una bambina in tutta la prima parte del libro e ringrazio che nessuno fosse in casa perché altrimenti mi avrebbero spedita alla neuro. Questa storia è il chiaro simbolo dell’amore tra un umano e un cane ed è stata tenera dall’inizio alla fine.
Harry era un cagnolone che ha tenuto compagnia per così tanti anni ad un uomo divorziato da diventare lui la sua famiglia. Era quello che lo svegliava, che gli correva incontro quando tornava a casa, che lo aspettava quando non c’era, che mangiava con lui. Io non so come sia avere un cane o un gatto o qualsiasi altro animale, il mio massimo sono stati i pesci rossi con una vita moooolto breve, ma posso affermare che se ti ci affezioni, quando li perdi è come perdere un membro della famiglia.
Peter… non so nemmeno come rendere l’idea. Quando ha dovuto prendere la terribile decisione di sopprimere Harry gli mancavano le parole ma ha acconsentito, ha messo il bene di Harry al di sopra del suo, ha preferito che non soffrisse più e io ho pianto. Credo che sia stata la cosa che mi ha fatto commuovere di più. Molte persone, egoisticamente, pretendono di far vivere il proprio amico finché non si spegne; non importa se soffre o non ce la fa più, vogliono comunque che stia con loro. È… ingiusto.
Comunque, Harry lascia Peter in buone mani e così si conosce Evan, il giovane veterinario che ribalterà il mondo di Peter.
Inizia un periodo strano per i due: diventano amici piano piano, tant’è che alla fine non riescono a fare a meno l’uno dell’altro, programmano giornate insieme, si telefonano per chiacchierare del più e del meno e alla fine mettono le carte in tavola, con tutte le titubanze del caso.
Ci sono stati due punti che mi hanno colpita particolarmente durante la lettura.
Il primo è che Evan “convive” con il suo pseudo-ragazzo Joey e quando scopre che effettivamente ha un amante ma che l’amante è lui ci sono rimasta… secca. Io ancora non concepisco come fa una persona a trattare così un’altra. Insomma sei un uomo adulto, hai un fidanzato, lo ami e ci convivi… e ne cerchi un altro con cui convivere? Queste cose accadono sul serio, magari non spesso, ma si sente alle volte di tizio/tizia che in realtà era sposato/a ma stava anche con caio/caia perché voleva di più dalla vita. Mi parte l’embolo ogni volta, non la comprendo proprio come cosa. Se ti sei stufato te ne vai e basta, non rovini la vita a due persone.
Il secondo punto è stata la totale accettazione della relazione di Peter e Evan da parte dei figli del primo. Peter era tutto preoccupato su come fargli capire la situazione, come farla sembrare GIUSTA, ma i bambini stupiscono sempre. A loro non è importato nulla, solo che il papà avesse qualcuno che tenesse a lui e lo amasse contava davvero. Chiarito questo, uno è tornato a giocare con i Pokèmon e l’altra a parlare con l’amico. Facile e semplice.
E poi beh… ho ripianto alla fine.
È stato un libro breve, ma mi ha trasmesso così tanto che il numero delle pagine alla fine non ha avuto importanza. Ho pianto, ho riso, mi sono arrabbiata… insomma emozioni da libri.
Sue Brown ha scritto tutto con maestria, la storia è scorrevole. Che trasmette molto l’ho detto un triliardo di volte. Se mai avrò un cane spero di avere un rapporto speciale come quello tra Harry e Peter, perché un amico così lo desidererebbero tutti.

Voto: 5 stelle
view post Posted: 17/10/2014, 20:10 Quando il diavolo mi ha preso per mano - Paranormal Romance e Urban Fantasy


QUANDO IL DIAVOLO MI HA PRESO PER MANO
April Genevieve Tucholke
Between #1




Dopo una serie di libri deludenti che mi hanno messo una depressione assurda, ho letto finalmente “Quando il diavolo mi ha preso per mano” e devo dire che questa recensione non è semplice da scrivere.
Avevo già sentito parlare di questo libro da chi lo aveva letto in inglese e, vedendo recensioni a millemila stelle, ero piena di aspettative. E invece proprio no. O sono troppo pretenziosa, o sono loro che assegnano stelline random.
Inizio col dire che trama e titolo sono fuorvianti: dalle premesse ci si aspetterebbe qualcosa che colpisce, qualcosa di nuovo, ma tutte le idee e le fantasie vengono poi smontate pezzo per pezzo.
La protagonista della storia è Violet, che ha un fratello gemello di nome Luke con cui litiga spesso, nonostante l’affetto che li lega. Vivono da soli ad Echo, in una villa gigantesca, ma non hanno un soldo, tanto che si vedono costretti ad affittare la dépendance. Ed è qui che arriva River, il protagonista maschile.
Lui è un bel ragazzo semplice, affascinante e con un sorriso abbagliante quanto la sua personalità. Inutile dire che Violet gli casca tra le braccia dopo… nemmeno un giorno.
Fino a qui nulla di particolare. Il Diavolo viene nominato per la prima volta quando Violet ricorda che la nonna la metteva in guardia su questa entità, per cui tutto sommato l’inizio è sensato; il problema, che in realtà non è un vero problema, ma il risultato dei film mentali che ci si fanno leggendo trama e titolo, sorge quando iniziano ad accadere fatti inspiegabili. Bambini che dicono di aver visto il diavolo e che si accampano nel cimitero, strane apparizioni, gente che si ammazza….
In realtà è tutto ben orchestrato, ben scritto, con toni che regalano quel pizzico di suspense che tiene incollati fino alla fine, ma avevo aspettative che sono andate deluse. Gira che ti rigira tutti i problemi del mondo, tranne una possibile terza guerra mondiale e la carestia, sono colpa di River che, oltre ad essere un bel ragazzo, è dotato di un potere particolare: se ti tocca può farti vedere tutto ciò che desidera. E qui mi è scappato un “Eh?” perché i miei castelli hanno iniziato a sgretolarsi. Con questo potere, che chiama Bagliore, va in giro per il mondo a seminare morte e distruzione, nemmeno fosse un cavaliere dell’Apocalisse. Quantomeno segue una sua logica, perché colpisce solo chi secondo lui lo merita tipo vecchi bigotti rompipalle, alcolizzati, molestatori… insomma, la categoria “brutti ceffi” dopo il suo passaggio subisce un drastico ridimensionamento.
Violet, quando River le rivela le sue capacità, non sa come reagire perché lo ama (in due giorni, penso sia un nuovo record), ma sente che quello che fa è sbagliato; inizia quindi a provare sentimenti contrastanti che si trasformeranno in odio. Fino ad un certo punto posso darle ragione, visto che River usa il suo potere anche per divertirsi a spaventare la gente per pura cattiveria.
Metà dei miei castelli mentali erano crollati, a questo punto. Me ne restavano la metà… ma sono crollati anche quelli. Mentre i giornali parlano con sempre più insistenza di fatti inspiegabili, entra in scena il fratello di River, Neely. Lui non ha il dono del Bagliore e il suo credo è fare a botte, sempre e ovunque: con una scazzottata si risolve qualsiasi problema e ci si rilassa. Mi ha fatto tenerezza perché gira per il mondo a recuperare il fratello ogni volta che esagera. Si scopre che River è un bugiardo di prima categoria, che le uniche cose su cui non ha mentito sono il proprio nome e il Bagliore; per il resto sono balle colossali. I fatti inspiegabili continuano e Violet incolpa lui, anche se per alcuni di essi River si professa innocente; ma chi si fida di un bugiardo seriale?
Dopo pagine di avvenimenti al limite della realtà e rivelazioni shock sulla famiglia di Violet e di River, arriva il tanto atteso risvolto che non vi rivelerò quale sia; nemmeno il finale è soddisfacente come speravo.
Restano mille domande. Castelli crollati. Ho spento il Kindle e mi son buttata sotto le coperte, arrabbiata con me stessa per essermi di nuovo creata troppe aspettative in base a trama e titolo, mentre il risultato è sempre lo stesso.
Non fraintendetemi: il libro ha il suo perché, contiene ottime descrizioni e ti tiene incollato fino all’ultimo per cui lo consiglio… solo che non è quello che mi aspettavo, a partire dal fatto che il Diavolo… non è il Diavolo, accidentaccio.



Edited by Pau_7 - 6/3/2015, 23:45
view post Posted: 19/5/2014, 15:06 Afterlife - Paranormal Romance e Urban Fantasy per Adulti


AFTERLIFE
Stephanie Hudson
Afterlife #1




E continua la carrellata di libri con trame molto promettenti e che invece non fanno altro che farti domandare: perché cavolo mi sospendono saghe avvincenti e mi pubblicano una roba del genere? Insomma, le domande della vita. Anche qui la nostra protagonista, Kiera, è una sega mentale continua nonché una perenne lamentela. Passa tutto il sacrosanto libro a lamentarsi di quanto sia deprimente la sua vita e di come faccia di tutto per annullarsi. Ultimamente le protagoniste mi sembrano fatte tutte con lo stampino. Dopo un’infinità di problemi che vede solo lei, finalmente spunta il tanto atteso macho man della situazione: figo, freddo e ricco. Che novità eh? È la prima volta che mi capita di leggere un personaggio del genere. Lei ovviamente cade letteralmente tra le sue braccia, non interrompendo le seghe mentali ma anzi se possibile aumentandole. Se dapprima lo adora giustificando i suoi comportamenti insensibili, verso la fine arriva una rabbia cocente che, udite udite, la fa uscire da suo guscio. Qui ho iniziato un mio discorso mentale gioendo per questa ribellione, per questo momento glorioso di opposizione…ragazze ascoltate me, mai gioire troppo in fretta. Una cosa che tutt’ora non ho capito è perché il protagonista spesso e volentieri venisse chiamato per cognome, fosse figlio unico potrei capire ma così non è…quindi boh, prendiamo le cose così come vengono. Aveva tutte le premesse per essere un bel libro, la trama era avvincente e la scrittura scorrevole, ma mi son dovuta ricredere anche questa volta. Facciamo entrare anche questo nella lista dei libri letti una sola volta e da non riprendere pù. Lo consiglio a chi vuole passare qualche oretta a recuperare un po’ di autostima giacché, basse come quella della protagonista, ce ne sono ben poche.



Edited by Pau_7 - 26/1/2015, 22:11
view post Posted: 23/4/2014, 02:18 La cacciatrice di fate - Paranormal Romance e Urban Fantasy per Adulti


LA CACCIATRICE DI FATE
Elizabeth May
The Falconer #1




Finalmente sono riuscita a leggere “La cacciatrice di fate” , un libro su cui avevo tante aspettative perché ne sentivo parlare benissimo: storia avvincente, protagonisti da mozzare il fiato…a me è parso molto deludente.
La protagonista è Aileana Kameron che fa parte dell’alta società e si destreggia tra ammazzare fate e prendere parte a balli tutte le sere. Il padre non si fa troppi problemi ad andarsene a spasso per il mondo, perché lei gli ricorda la defunta moglie, e l’unica cosa che la tiene incollata a casa è il tentativo di non infangare il buon nome della famiglia più di quanto non abbia già fatto.
L’inizio era un po’ noioso ma, appunto, era l’inizio e non potevo pretendere chissà cosa. Tutto sommato era partita bene, ma con il proseguire della storia a furia di sentirmi dire che il suo carattere e le sue azioni erano una conseguenza dalla morte della madre mi stavano venendo istinti omicidi. Dopo la quarta volta che l’ho letto ho saltato il pezzo parlottando stizzita che sì, lo sapevo perché uccideva le fate e no, non volevo sentirmelo ripetere per la milionesima volta.
Potrei sorvolare questo particolare dando la colpa alla mia irritabilità, peccato però che le sue continue seghe mentali mi abbiano scoraggiata capitolo dopo capitolo.
Mentre leggevo pensavo che prima o poi la finisse di dire che era obbligata ad ammazzare fatepoichè voleva vendicarsi, che per quanto fosse una brava signorina dell’alta società era costretta ad andare a caccia tutte le notti, che era imprigionata in una vita che non era sua…quante volte mi è partito l’embolo non potete nemmeno immaginarlo! Vi dico fin da subito che l’unico motivo per cui sono arrivata alla fine è stato il protagonista maschile: Kiaran.
Lui si fa pochi problemi riguardo a quel che è e si regola di conseguenza, niente strani sproloqui su quanta colpa potesse avere nelle guerre mondiali o se fosse lui la causa della fame nel mondo. È una fata? Sì. Gli importa? No. Essenziale e conciso, ergo perfetto.
Verso la fine la storia si è un po’ ripresa, lei ha cacciato un po’ fuori le palle e lui è diventato un po’ più “umano”.
Insomma se cercate una protagonista con i controcazzi state alla larga perché proprio non è il caso dal momento che che si lamenta ogni tre per due. Tuttavia c’è Kiaran che attira assai, per cui il libro andrebbe letto anche solo per la sua semplicità e il suo pragmatismo.
Non mi son pentita di averlo letto ma di sicuro rientra nella lista dei libri che non leggerò una seconda volta.



Edited by Pau_7 - 30/1/2015, 14:21
view post Posted: 26/1/2014, 21:32 Seduzione deliziosa - Contemporanei


SEDUZIONE DELIZIOSA
Tara Sivec
Chocolate Lovers #1




Ok, son venti minuti che fisso il monitor e non so cosa scrivere.
Partiamo dal titolo, “Seduzione deliziosa”. Cosa accidenti c’entri con la storia io non l’ho ancora capito. Magari prima o poi mi si accenderà la lampadina e strillerò “eureka!”, ma fino ad ora niente.
Il titolo lascia il posto a una copertina orrida ma soprattutto inadatta. Dolcetti e pasticcini, infatti, non c’entrano un ciufolo con la storia a cui si sarebbe adattata meglio l’immagine di una tizia con le gambe spalancate.
E ora veniamo a noi, il libro! Primo capitolo, titolo: “Chi vuole un panino al roast beef?”
Io inizio a pensare che magari i due protagonisti si incontrano in una panineria, uno scivola su un panino al roast beef e cade sull’altro oppure uno dei due va in shock anafilattico perché ne ha ingerito un pezzo e….invece non è niente di tutto questo.
Il panino al roast beef non è altro che la metafora dell’organo riproduttivo femminile al momento del parto. Quando l’ho letto son rimasta tipo così O.O
Capisco che fa male, che è brutto, che nel libro la protagonista non vuole avere figli e non condivide la scelta di averne uno, ma non penso c’azzecchi nulla con un panino ripieno con qualsiasi cosa lo vogliate riempire.
Ma poiché mi sento buona posso anche sorvolare su tutto questo, perché comunque ognuno ha il diritto di esprimere un parere su come sembra l’organo sessuale al momento del parto. Ciò che veramente non ho concepito di questo libro è stata la volgarità gratuita: solo nel primo capitolo ho contato la parola vagina otto volte e non è che avesse chissà quante pagine. Insomma lo so cos’ho tra le gambe, non me lo devi ripetere ogni due minuti, il concetto mi è chiaro.
Per concludere il quadro già pessimo, la cara e vecchia verginità viene vista come un peso, come un qualcosa di cui ci si dovrebbe sbarazzare appena si può. Non so a voi, ma a me hanno insegnato a non darla al primo che passa. Non sono bigotta e non penso bisogna essere delle sante, ma nemmeno delle zoccole.
A un certo punto, confusa dalla lettura, torno a leggere la trama e trovo scritto: “Per tutte le lettrici, attenzione: romanzo ad alto contenuto di risate!”
Ora, avrò un pessimo senso del’umorismo ma non ho mai riso una volta, nemmeno di striscio. Da confusa inizio a sentirmi una pazza poiché sento di gente che lo trova divertente proprio perché è volgare e sboccato.
La volgarità non è una battuta divertente, essere volgari significa esprimersi con termini poco carini e onestamente questo non mi provoca alcuna ilarità.
Lo stile di scrittura di Tara Sivec non è assolutamente noioso e non ci sono termini complicati, insomma è leggibilissimo per le persone a cui non danno fastidio oscenità e paragoni con panini al roast beef .
Ciò che questo libro mi ha lasciato è una diffidenza verso le trame e la necessità di un ricovero molto duraturo tra i miei libri, più l’immancabile budino al cioccolato per dissipare i miei dispiaceri.



Edited by Pau_7 - 7/3/2015, 00:42
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