Roma 40 d.C. Destino d'amore, di Adele Vieri Castellano - 1° Libro della serie "Roma Caput Mundi"

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Karyn.
view post Posted on 11/12/2012, 17:34 by: Karyn.
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Sono fatta così...un enigma avvolto in un indovinello e confezionato in un paradosso!

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Ecco un estratto tratto da questo meraviglioso libro per farvi conoscere lo stile dell'autrice.
Buona lettura!


«Sai meglio di me che era l’unico modo per farlo dimenticare da Roma. Ora che le acque si sono calmate, non ho intenzione di soggiacere alla volontà o agli ordini di nessuno.»
«E’ così, ti sposa comunque.»
«Sì. Settimio mi vuole e mi avrà. Ma tu che fai qui, conciata in quel modo?»
Giulia deglutì, si aggiustò i capelli e si schiarì la voce.
«Nulla, sono al mercato.»
«Dov’è la tua schiava? Sei a piedi? La tua portantina?»
«Livia, sei peggio di mio marito.»
Le si avvicinò quel tanto che bastava, per far sentire solo a lei quel che aveva da dirle.
«Ti ho vista. Giulia, Cassiano è repellente, lo riconosco, ma cerca di essere più cauta. Ogni muro di questa piazza può avere occhi e orecchie. Non voglio perderti.»
Giulia si ritrasse, passò il dorso della mano sulla guancia e Livia si accorse che aveva gli occhi lucidi.
«Non posso. Non posso stargli lontano. E lui neppure. Ormai sono rassegnata, ma voglio morire felice.»
«Non dire così. Tuo marito ti vuole bene e questo è solo un capriccio.»
«Parli bene tu, che non sai neppure che sapore ha la bocca di un uomo.»
Giulia si asciugò le lacrime, fece qualche passo e fissò Ancilla ed Efesto immobili a qualche metro da loro. Poi si ritrasse nell’ombra del portico, sfuggendo alla presa di Livia.
«Sono divorata dalla furia di averlo. Se solo mi tocca, mi sento bruciare e il fuoco mi divora, ad ogni ora del giorno e della notte.»
Aveva gli occhi spalancati, la bocca tesa, le guance arrossate dalla foga con cui parlava.
«Giulia, ritorna in te. Da quanto dura? Da quando? Perché non mi hai detto nulla?»
«Dirti cosa? Tu non potresti capire. Tu e il tuo amore per il tuo perfetto Settimio. Non posso tornare indietro. Devo andare avanti e affrontare quello che mi aspetta, se mio marito ci scopre. Ma a questo punto non me ne importa nulla.»
«Come puoi parlare così? Devi mettere fine a questa relazione, subito.»
Giulia fece una risata breve che penetrò nelle orecchie di Livia come il vento in una fessura.
«Sentitela, la mia casta cugina! Come posso mettere fine a qualcosa che mi rende così felice? Con che autorità tu me lo ordini? Non volevo innamorarmi di lui, sai? Non volevo innamorarmi di nessuno perché non me lo potevo permettere. Tu non puoi immaginare che effetto ha Fabio Massimo Sabino su di me.»
«Sabino? Il figlio adottivo di tuo marito? Giulia!»
«Sì, proprio lui. Tornato da Antiochia. Un mese fa, appena ha messo piede in casa, ci siamo guardati e la sera stessa ero avvinghiata a lui come una lupa, come una prostituta del più infimo bordello della Suburra. E la cosa ridicola è che da allora è il pensare a lui, che mi tiene viva.»
Giulia si lasciò cadere sugli scalini di marmo come se il calore le avesse risucchiato le ossa. Livia si sedette accanto a lei, le accarezzò la fronte umida con una mano e poi l’avvicinò al petto.
«Quando lo vedo è come se mi sciogliessi tutta, come se impazzissi. Non sono più io e se penso che tra poco se ne andrà…»
«Giulia, mia povera Giulia.»
«Oh Livia, che cosa devo fare?»
Giulia si girò verso di lei, si aggrappò alle sue spalle e scoppiò in un pianto dirotto. Livia guardò i suoi due schiavi e gli fece segno di far avvicinare la portantina. Sua cugina non era certo in grado di tornare a casa da sola.

L’uomo che stava osservando le due donne sedute sulla gradinata del Portico di Ottavia si ritrasse con un movimento guardingo, dietro ad una delle colonne. I suoi occhi scuri si strinsero quando colsero il profilo di Livia. Un caso che lei non lo avesse visto.
 
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17 replies since 21/9/2012, 21:43   510 views
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