Roma 42 D.C. Cuore Nemico, di Adele Vieri Castellano - 2° Libro della serie "Roma Caput Mundi" - 31 Gennaio

Come diceva sopra Lucia, il prossimo è Massimo Valerio Messalla. Devo dire che il ragazzo mi ha piacevolmente colpita e neanche poco!
Ho finito ieri di leggerlo ma non sono ancora abbastanza lucida per fare una recensione come si deve. Se mi ci mettessi ora riuscirei solo a scrivere:
TI PREGO ADELE, SBRIGATI A SCRIVERE IL PROSSIMO!!!

RECENSIONE A CURA DI: KARIN LOCCI
Libro: Roma 42 D.C. Cuore Nemico
Autore: Adele Vieri Castellano
Editore: Leggereditore

Ho aspettato di leggere questo libro da quando terminai Roma 40 D.C. Destino d’amore, il primo della serie. La storia di Rufo e Livia mi era piaciuta tantissimo e lo stile narrativo della Castellano mi aveva così colpita che desiderai di avere subito tra le mani il seguito. Quando finalmente questo secondo capitolo è uscito, questo Gennaio, non ho resistito e sono corsa subito il libreria. Tornata a casa l’ho iniziato e finito senza mai alzare gli occhi dalle pagine. Il primo pensiero che il mio cervello ha formulato in modo autonomo subito dopo è stato: e adesso come cavolo faccio ad attendere che esca il prossimo?
Come spesso accade quando si termina un bel romanzo, ho subito sentito la mancanza dei personaggi che mi avevano accompagnata in quelle ore di lettura e, ritrovandomi sola nella mia stanza, mi sono sentita un po’ smarrita. La prima cosa che ho fatto è stato riaprirlo per rileggere alcuni passaggi e non mi vergogno di ammettere che dopo 4 giorni ancora ho il libro vicino a me e non posso fare a meno di toccarlo ed aprirlo ogni tanto. Non sono riuscita a scrivere subito una recensione e ancora adesso faccio fatica perché avrei talmente tante cose da dire che non so proprio da dove iniziare quindi, vi chiedo scusa in anticipo se risulterò un tantinello prolissa.

In Roma 42 D.C. Cuore Nemico ritroviamo il bellissimo batavo biondo, amico e braccio destro di Rufo: Quinto Decio Aquilato. Questo personaggio mi è entrato nel cuore dalla scena in cui nel primo libro scende da cavallo nel cortile di Livia e da allora non ho fatto altro che pensare a come Adele avrebbe costruito un romanzo intorno a lui. Aquilato. Un nome che ormai per me è sinonimo di forza, coraggio, bellezza e astuzia. Era stato presentato come un uomo di cui Rufo si fidava ciecamente e si era dimostrato un ottimo combattente. Ora ci viene svelato in tutta la sua completezza. Aquilato non è solo un semplice soldato, è un uomo che ha subito capito la grandezza di Roma, già da ragazzo, e che ha saputo sfruttare al meglio tutte le possibilità che una civiltà così avanzata poteva offrirgli.
Già dalle prime righe ci ritroviamo nel pieno dell’azione, con Rufo che guida la sua legione in un attacco conclusivo ad un villaggio barbaro. La base narrativa è più corale rispetto al precedente libro ma la Castellano riesce a svilupparla in modo magistrale, presentandoci la nuova coppia di protagonisti senza però farci mancare diversi punti di vista, rendendo la trama più completa e ricca. Insieme a Rufo ritroviamo la dolcissima Livia e il poter leggere del loro amore che nel tempo si è consolidato è stato veramente piacevole. Oltre a vecchi amici facciamo la conoscenza anche dei due principi barbari: Raganhar e Ishold.
Raganhar è un uomo che non teme niente se non l’umiliazione e la sconfitta. Ishold non è da meno ed il nostro Aquilato avrà non poco da faticare per riuscire a “domare” questa lince selvatica.

<< La dolcezza a volte è figlia della violenza, Castigo, ma spesso ti porta più vicino ai tuoi fini di quanto possa farlo una lama affilata. Ti dirò ciò che penso>> le disse e il suo respiro le scaldò le labbra. << Penso che tu sia così decisa a resistere alla violenza che ti piegherai alla dolcezza.>>

Questa frase per me riassume in modo perfetto quello che sarà il rapporto tra Aquilato e Ishold. Lei cercherà in tutti i modi di non farsi sottomettere, di non farsi “civilizzare” ma il suo avversario sarà altrettanto deciso a farle capire che l’ostinazione ed il rifiuto possono portarla solo a perdere l’opportunità di diventare una persona più completa. Come principessa dei chatti lei ha coraggio e determinazione ma è totalmente priva di istruzione. Ed è questo che Roma rappresentava in quegli anni. Era un faro luminoso per tutte le civiltà ed i popoli che incontrava. Era la promessa della grandezza.
Non sarà facile per Aquilato e Ishold farà di tutto per rendergli la vita difficile. Con i suoi modi rozzi farà venire i capelli bianchi al nostro eroe ma lui non sarà da meno. Come un ragno che aspetta la sua preda, Aquilato userà pazienza e astuzia per far valere le sue idee, dimostrandole che una testa che ragiona in modo calmo e razionale può ottener più di un braccio che brandisce un pugnale. E la sua arma segreta sarà proprio la dolcezza. Una dolcezza che solo Aquilato riesce a esprimere in modo così totale senza risultare fragile ma apparendo ancora più virile.
Un altro personaggio che fa la sua prima apparizione in questo romanzo è Massimo Messalla, giovane parente di Rufo il quale ci viene presentato come un ragazzo problematico e vizioso. Una figura strutturata veramente bene e che per me è stata una grande rivelazione. Un giovane dal cuore spezzato che cerca di fuggire il suo dolore tra alcool e sesso ma che dimostra coraggio e determinazione dal suo primo incontro con Aquilato.
Assolutamente da non dimenticare i compagni d’armi di Aquilato, Brinnone e Arash, nonché il suo fedelissimo Sotere, amico a 4 zampe.
Ogni cosa è descritta e curata nei minimi dettagli evidenziando gli studi dell'autrice e le molte ricerche svolte per creare un romanzo storico veramente perfetto nella forma e nel contenuto. La lettura è scorrevole e mai pesante, il ritmo veloce ed incalzante. Ogni personaggio è caratterizzato in modo unico sia fisicamente che caratterialmente creando una rosa di protagonisti ampia ma non caotica. Un romanzo assolutamente da non perdere e che, ancora una volta, conferma la bravura di questa autrice italiana che ormai ha fatto breccia nel cuore di moltissime lettrici.
Chiudo rivolgendo una preghiera non troppo velata alla nostra autrice: Adele, ti prego, non farci aspettare troppo per il prossimo libro!

Ora potete leggere un estratto, fornitoci dall'autrice stessa, per farvi conoscere lo stile di scrittura e darvi un piccolo assaggio del favoloso mondo di "ROMA 42 D.C. CUORE NEMICO".
Buona lettura!

Pag.69


Lui non rispose, rotolò di lato trascinandola con sé e lei
non aspettò la risposta. Quando la lasciò andare si alzò sgocciolante,
incerta se fuggire o tentare di cavargli gli occhi.
Fu lui a risolvere la questione: le gettò un bastone tra i piedi
e, dopo un attimo di incertezza, lei lo afferrò con la destra.
«A parte metterlo in ginocchio davanti a me, nulla. Tuo
fratello imparerà presto a mordere il freno o morirà.»
Aquilato intuì la mossa ancor prima di vederla. Scattò indietro,
il sibilo del bastone nel punto dove prima era stata la
sua testa.
«Avete ammazzato donne e bambini, vigliacchi!»
Lui bloccò il bastone a mezz’aria con una mano, ruotò il
polso e glielo strappò via.
«Nemmeno uno,» ringhiò con soddisfazione facendo un
passo avanti «mi dispiace deluderti. Saranno venduti come
schiavi ma sono vivi. Forza, riprendilo. Ti servirà.»
Castigo si gettò invece sul pugio. La lama scintillò quando
la tirò fuori dal fodero.
«Abbassati sulle gambe, devi essere salda e non tremare o
non riuscirai neppure a scalfirmi la pelle» la avvisò.
«Lo vedremo, romano.»
Era penetrante l’odore della sua paura, misto all’odore
dell’acqua, dei pini e del sole che scaldava loro la pelle. Paura
che ebbe il coraggio di non dimostrare e per lui ciò le rese
onore.
Attese la sua mossa come se avesse di fronte un avversario
temibile, cosa che lei non era.
Lo caricò dal basso, la lama di piatto gli screziò la pelle del
bicipite. Non le diede tempo di riprovarci, la colpì con una
spallata e le piegò il braccio dietro alla schiena.
L’arma, con la pressione delle sue dita, le cadde di mano.
«Ascoltami ora.»
Abbassò il volto verso quei capelli ispidi, incrostati di
fango. Umido di palude e sudore, il petto ansante spingeva
contro il suo braccio sinistro, percepì il suo cuore che vibrava
contro di lui, vitale. Dilatò le narici. Gli piaceva sfidarla,
dominarla.