Capitolo 1, "Angels' Pawn" di Nalini Singh

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view post Posted on 9/1/2013, 10:45

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ANGEL'S PAWN

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Tradotto da Lucy85!






Capitolo 1


“Questa sì che è una sorpresa, cher,” disse Janvier con quella sua pronuncia strascicata, una mano poggiata sullo stipite del suo appartamento della Lousiana. “Per quanto ne so, non ho fatto niente”.
“Non sono un’assassina”. Incrociando le braccia, Ashwini si appoggiò contro il muro di fronte alla porta. Con la sua aria assonnata, arruffata e seminudo, Janvier era deliziosamente sexy. Lui era anche un vampiro vecchio di 245 anni capace di strapparle la gola con il minimo sforzo. “Anche se potrebbe tornarmi utile con te”.
Un lento sorriso s’insinuò sulla sua faccia che era troppo allungata, troppo saturnina per essere una vera bellezza. Eppure… Janvier era l’uomo che ogni donna in un bar si sarebbe fermata ad ammirare, tutto di lui era un richiamo, dall’atteggiamento rude al celato interesse negli occhi di un verde muschiato, che ricordava la luce del sole che creava giochi di luce e ombra su un prato. “Tu mi ferisci. Pensavo che fossimo amici, non?”
Non” Gli disse alzando un sopracciglio. “Hai intenzione di farmi entrare?”.
Si strinse nelle spalle, evidenziando i muscoli del petto in un modo che la maggior parte delle persone non avrebbe mai potuto imitare, pura grazia liquida e fascino. Ma Ashwini sapeva bene quanto veloce e duro fosse, lei lo aveva cacciato per ben tre volte negli ultimi due anni, e lui l’aveva condotta in una danza allegra tutte e tre le volte.
“Dipende” le disse, percorrendo tutto il suo corpo con sguardo lascivo. “Sei qui per battermi di nuovo?”
“Tieni gli occhi su”
Un’espressione divertita aleggiò in quello sguardo malizioso quando incontrò i suoi occhi. “Non sei divertente zuccherino”.
Solo con Javier lei finiva per sconfinare nel suo lato pratico. Tutti gli altri pensavano che lei stesse procedendo verso la follia. “Questa è stata una pessima idea”. Ruotando sui suoi tacchi, fece un gesto con la mano verso di lui. “Ci vediamo la prossima volta che farai incazzare un angelo”. In circostanze normali, la Gilda esisteva per recuperare quei vampiri che rompevano il loro Contratto, ossia servire gli angeli per un centinaio di anni in cambio dell’immortalità, e poi c’era Janvier… “Cerca di non farlo questa settimana però. Ho da fare”.
La sua mano si chiuse dietro il suo collo, un tocco caldo e stranamente gentile. “Non fare così ora. Entra. Ti preparerò un caffè come si deve”.
Ashwini sarebbe dovuta andare via, quanto più lontano e umanamente fosse possibile. Ma Janvier aveva un modo di fare che le entrava sotto pelle. Esitò un istante di troppo, e il calore di lui s’insinuò dentro di lei, così vivo e brillante che sembrava sfidare il ghiaccio della sua immortalità. “Non toccare”. Era un avvertimento diretto ad entrambi.
Lui strinse le dita. “Tu sei l’unica che sta cercando di allungare le mani su di me”.
“E uno di questi giorni tu non sarai così veloce da scappare”. Janvier aveva l’abitudine di infastidire gli angeli abbastanza da finire sulla lista dei Cacciatori della Gilda. Ma non era quella la parte peggiore, giusto quando Ashwini lo aveva quasi in pugno, quando poteva quasi sentire l’odore del collare, lui in qualche modo si riappacificava con chiunque avesse offeso. L’ultima volta gli aveva quasi sparato per principio.
Una risata bassa, il suo pollice che le accarezzava la pelle languidamente.
“Dovresti ringraziarmi” le disse, “perché è grazie a me che ti è stato garantito un sostanzioso stipendio nell’ultimo paio d’anni”.
“Mi è stato garantito lo stipendio perché sono brava”, gli rispose, spostandosi dalla sua presa così da poterlo guardare in faccia. “Sei pronto a parlare?”.
Lui scostò il braccio. “Entra nella mia tana, Cacciatrice”.
Ashwini non era il tipo da voltare le spalle ai vampiri, ma lei e Janver avevano fatto un accordo dopo le tre battute di caccia. Se mai si fosse venuti al dunque, sarebbe stato faccia a faccia. Alcuni dei suoi colleghi cacciatori l’avrebbero definita una pazza a fidarsi così di un uomo che lei aveva cacciato, ma aveva sempre preso una decisione sulle persone di testa propria. Non si illudeva, era consapevole che Janvier poteva essere letale come una spada affilata, ma sapeva anche che lui era nato in un tempo in cui la parola di un uomo era tutto. L’immortalità non lo aveva ancora privato del senso dell’onore.
Si strinse nell’oltrepassarlo, consapevole che lui aveva variato il suo corpo per garantire una perfetta aderenza. Non le importò quanto avrebbe dovuto. Quello era il problema, perché i vampiri erano off-limits. La Gilda non aveva una regola che ne proibiva le relazioni e un certo numero di sue amiche cacciatrici avevano come amanti dei vampiri, ma Ashwini su questo, era d’accordo con la sua amica e cacciatrice Elena. L’altra donna, una volta, le aveva detto che i vampiri erano quasi immortali, e dopotutto, per loro, gli umani non erano altro che giocattoli, dei piaceri fugaci, facili da assaggiare e altrettanto da dimenticare. Ashwini non voleva essere un assaggio per nessun uomo, sia esso vampiro, umano o angelo. Non che gli angeli si sarebbero mai abbassati da prendere per consorte un mortale.
Si sarebbe alquanto sorpresa se i veri governanti del mondo considerassero la maggior parte degli umani come niente se non un ripensamento.
“Non è ciò che mi aspettavo” pronunciò entrando nell’elegante loft. La luce era l’elemento dominante ed era stata infusa nelle decorazioni, i colori del tramonto echeggiavano nei lanci luminosi che si trovavano sui divani color terra, i tappeti Navajo sul pavimento, i solitari paesaggi desertici dipinti sulle pareti. “Mi piace il bayou” mormorò Janvier, chiudendo la porta dietro di lui e dirigendosi verso la cucina, “ma per apprezzare la gloria a volte occorre andare verso la direzione opposta”. Mentre lui girava per la cucina con la grazia di chi sapeva esattamente ciò che faceva, Ashwini si abbandonò ad ammirare la sua bellezza maschile. Janvier era una perenne spina nel fianco ma lui incarnava anche il suo sogno più sexy, snello e lungo, i suoi muscoli erano quelli di un corridore o di un nuotatore, tutte linee eleganti contenenti un forte potere. Alto all’incirca un metro e novanta, lui la sovrastava di ben tredici centimetri, portando la sua altezza con la fiducia di un uomo completamente sicuro di se. Di nuovo lei si ritrovò a pensare che aveva avuto più di duecento anni per costruire senza sforzo tutta la sua arroganza. “Immagino che non ti dia fastidio la luce solare”, disse,controllando il lucernario inclinato verso destra. Il letto era proprio sotto di esso, e come l’orologio oltrepassava le otto del mattino, i raggi solari accarezzavano possessivamente le lenzuola sgualcite. La sua mente l’aveva immediatamente invasa con la squisita immagine dettagliata del longilineo corpo di Janvier aggrovigliato in quelle lenzuola. L’afflusso di sangue nelle orecchie aveva quasi coperto la sua risposta.
“Stai cercando qualche debolezza cacciatrice?”. Oltrepassandola, lui le porse una piccola tazza riempita con una miscela cremosa che odorava come il caffè ma che non aveva mai visto prima.
“Cos’è questo?” Gli diede un’annusata sospetta, sentì l’acquolina in bocca. “E, per risponderti, certamente. Così posso spingerti alla luce del sole e guardarti friggere”.
Le sue labbra s’inarcarono, quello superiore leggermente più sottile rispetto a quello inferiore.
“Sentiresti la mia mancanza se me ne andassi”.
“La vecchiaia ti da alla testa”.
“Questo è café au lait fatto con una miscela di caffè e cicoria”. Osservandola mentre accennava ad un sorso, lui indicò il letto. “Io amo il sole. Il vampirismo sarebbe stato meno attraente se avessi dovuto trascorrere la mia vita nelle tenebre”.
“Si potrebbe pensare che, con tutti i vampiri in giro alla luce del giorno, quella vecchia diceria sarebbe morta, e invece continua a persistere”, disse, sorseggiando il caratteristico sapore del caffè. “Mi piace questa miscela”.
“Si adatta a te”.
“Amara e strana?”
“Esotica e sensuale”. Lui fece scorrere un dito verso il basso, lungo la pelle nuda del suo braccio. “Hai una bellissima pelle tesoro. Come il deserto al tramonto.”
Lei si mise fuori portata. “Vai a metterti una maglia e tieni la tua mente lontano dal letto”.
“Impossibile con te intorno”.
“Fai finta che io abbia un fucile. Anzi fai finta che ti abbia nel mirino”.
Janvier sospirò, strofinandosi la mascella oscurata dalla barba del mattino. “Mi piaci quando parli sporco”.
“Allora questo dovrebbe sconvolgere il tuo mondo”, gli rispose, ordinando a se stessa di smettere di pensare alla sensazione di quella barba sulla sua pelle. “Sangue, rapimento, feudo, ostaggio”.
Una scintilla di interesse brillava in quel verde muschiato. “Dimmi di più”. Le indicò il letto. “Mi scuso per il disordine. Non aspettavo squisite compagnie”. Camminando oltre, mise il caffè sul tavolo mentre lei si tirò su uno degli sgabelli del bar. Sorridendo, Janvier si andò a sedere sul letto, le mani intrecciate dietro di lui, i jeans che gli fasciavano le gambe incrociate all’altezza delle caviglie. La luce del sole danzava sui suoi capelli castano scuro, creando dei riflessi ramati che contrastavano meravigliosamente con l’incarnato dorato della sua pelle.
I vampiri vecchi come Janvier erano quasi tutti belli, ma lei ancora non aveva incontrato uno con il suo carisma, o il suo modo di avere amici in ogni città che aveva visitato. Ed era per questo che lei aveva bisogno di lui. “C’è una certa situazione ad Atlanta”.
“Atlanta?” Una pausa significativa. “ Quello è il territorio Beaumont.”
Bingo. “Quanto bene li conosci?”
Lui le diede una delle sue tipiche scrollate di spalle. “Abbastanza bene. Sono una famiglia di vampiri anziani, non ci sono molti di loro in giro.”
Sedotta dal suo profumo, Ashwini prese un altro sorso della potente miscela di Janvier. “Ha senso. Ho sentito che gli angeli non fanno discriminazioni sulle linee familiari quando devono scegliere i candidati”. Tra le migliaia di persone che chiedevano di essere Creati ogni anno, solo una piccola frazione raggiungeva lo stadio di Candidato.
“I Beaumonts hanno invertito la curva,” continuò Janvier. “Loro sono riusciti a rendere immortali un membro della famiglia per ogni generazione. Questa volta erano due”.
“Monique e Frédéric. Fratello e sorella”
Annuì con il capo. “Questo tipo di successione li rende la casata più potente, con Monique e Frédéric, i Beaumonts ora hanno dieci vampiri viventi legati dal sangue. Il più antico ha quasi mezzo millennio”.
“Antoine Beaumont”.
“Bastardo tagliagole” disse Janvier con un tono quasi affettuoso. “Probabilmente venderebbe i suoi stessi figli se pensasse di poterne ricavare qualcosa.”
“Un amico?”
“Gli ho salvato la vita una volta”. Alzando la sua faccia al sole, Janvier si espose ai raggi come se si trovasse su una costa europea lontana dall’umidità, e non nel caldo abbraccio dell’estate della Lousiana. “Lui mi manda una bottiglia del suo miglior Bordeaux ogni anno, insieme alla proposta che io consideri di sposare sua figlia Jean”. Pronunciato alla francese, il nome suonava sensuale e elettrico.
Le sue dita si strinsero sulla tazzina da caffè dipinta a mano. “Povera donna”.
Lui si girò per guardarla in faccia, la malizia negli occhi. “Al contrario, Jean è molto presa dal gioco. Lo scorso inverno mi ha invitato a mantenerla al caldo nella più bella baita di Aspen”.
Ashwini sapeva quando veniva giocata. Sapeva anche che Janvier era pienamente capace di rigirare una storia per tenerla qui, puramente per il suo stesso divertimento. “Scommetto che Jean non sta pensando ad Aspen al momento. Anzi, scommetto che adesso lei stia pensando solo ad un omicidio”.
“La situazione?” Ed ecco di nuovo quel bagliore di intelligenza, come argento vivo, ciò che la tratteneva al rivolgergli le spalle a dispetto di ogni suo giuramento. “Monique è la nipote di nona generazione di Jean?”
Janvier si prese un momento per pensarci. “Forse dieci, ma poco importa. Jean stravede per la bambina. Antoine chiama entrambi Monique e Frédéric suoi nipoti”.
“La donna ha ventisei anni”, ha sottolineato, “non proprio una bambina. E suo fratello ne ha trenta”.
“Tutti quelli che sono sotto il centinaio sono dei bambini per me”.
“Divertente”.
“Non parlo di te cherie”. Il suo sorriso scivolò via facendo intravedere quel lato più scuro, quello che aveva visto il trascorrere dei secoli. “Tu porti troppa conoscenza nei tuoi occhi. Se non sapessi che sei umana, penserei che tu abbia la mia stessa età”.
E qualche volta lei si sentiva come se l’avesse. Ma i demoni che artigliavano la sua mente giorno e notte non davano spazio a discussioni. Interruppe lo sguardo troppo perspicace di Janvier. “Monique è stata rapita”.
“Chi mai sarebbe così pazzo da andare contro i Beaumonts?” Lo shock era palese. “Non solo hanno il loro stesso potere, ma l’angelo che controlla Atlanta ha un’alta considerazione di loro”.
“L’aveva”, pronunciò, rivolgendo gli occhi su di lui, godendo del gioco di luci sul suo corpo. Era un piacere semplice ma forte come un calcio, nemmeno i demoni potevano andare contro quella sensuale tentazione che lambiva i suoi sensi. “Ma sembra che il tuo caro amico Antoine abbia infastidito Nazarach”.
Janvier si alzò in piedi, la fronte aggrottata. “Ma anche così, prendersi gioco di Antoine è come tagliarsi la gola”.
“A quanto pare il bacio di Fox non la pensa così”.
“Un bacio?” Scosse la testa, camminò davanti a lei, una mano sul balcone. “Tu stai parlando nel vero senso della parola, un gruppo di vampiri uniti insieme da uno scopo comune?”
“Si”
“Non ho mai sentito di un formale bacio di vampiri da più di un secolo” “Apparentemente sembra che un ragazzo di nome Callan Fox abbia deciso di riprendere l’usanza”. Curiosa, quasi spinta, lei passò le sue dita lungo una cicatrice sul petto di Janvier, proprio sopra il capezzolo sinistro. “Non ti ho fatto io questa”.
“Magari”, mormorò, “sarei onorato di portare il tuo marchio”.
“Peccato che i vampiri guariscono così in fretta”. Trovò se stessa a tracciare il contorno della cicatrice, vedendovi qualcosa di familiare. Ma, diversamente da quanto accadeva con qualsiasi altra persona che lei conosceva, non ci fu alcun barlume di memoria, nessuna invasione nella sua mente che indicava che il suo dono, la sua maledizione, la trascinasse nel passato di Janvier. Invece di vedere i suoi segreti, conoscere i suoi incubi, tutto ciò che lei sentiva erano il calore, una pelle di seta, un po’ imperfetta, e per questo più interessante. “E’ stata fatta da un coltello?” gli chiese.
“Da una specie di spada”. Chiuse le dita sul suo polso, portandosi la mano di lei alla bocca, premendo dei baci lungo le nocche. “Mi prenderai in giro in questo modo per sempre, Ashwini?”
 
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view post Posted on 9/1/2013, 12:45
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Un racconto davvero promettente Grazie per il lavoro di traduzione molto ben fatto
:grazie: :grazie: :grazie:
 
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view post Posted on 9/1/2013, 13:13

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Grazie a te lucia per averlo letto :D
 
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arya00
view post Posted on 9/1/2013, 14:42




wow!!! proprio bello, grazie!
 
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AnitaBlake
view post Posted on 9/1/2013, 15:10




Davvero bellissimo!!
 
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Anairo_Aisha
view post Posted on 10/1/2013, 08:01




Questa novella inizia in modo promettente: si percepisce benissimo l'elettricità che corre tra i due protagonisti!
:grazie: x la traduzione Lucy!
:Lucia: :Lucia:
Me curiosissima: P.P.P.
:tipregoooo: :tipregoooo: :tipregoooo: :tipregoooo: :tipregoooo:
 
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view post Posted on 13/1/2013, 17:08
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Capisci di aver letto un buon libro quando giri l'ultima pagina e ti senti come se avessi perso un amico.

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Molto bella !!!
:grazie: Lucy!
 
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manudu
view post Posted on 21/1/2013, 15:21




Innanzitutto bravissima Lucy,hai fatto davvero un bel lavoro!!
So benissimo quanto tempo e sacrifici ci vogliono per tradurre e devo ringraziarti per averci dato l'opportunita' di leggere questa novella.
Ashwini aveva gia' attirato la mia curiosita' nel primo libro della saga Guild Hunter e adesso dopo questo capitolo anche Janvier ha la mia piu' completa attenzione...vedremo come si evolvera' questa storia che sembra gia' molto promettente!!
Bravissima Lucia :Lucia: :Lucia: :Lucia:
 
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kurechan
view post Posted on 23/1/2013, 18:47




:Buona_sera: grazie
 
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Myirah
view post Posted on 23/1/2013, 23:24




Devo dire che mi ero sempre chiesta come Ashwini finisse sempre a cacciare Janvier anche se il suo contratto era bello che concluso e... Janvier *-*

Bravissima Lucy *-* e grazie *-*
 
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adriana*
view post Posted on 3/2/2013, 23:01




la nalini non si smentisce mai, un inizio molto sensuale ed intrigante. complimenti Lucia. solo una domanda, la Gilda? non è semplicemente Corporazione? non ricordo più, aiutami
 
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view post Posted on 26/3/2013, 10:20

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Bello bello solo una domanda a che punto siamo della storia tra Elena e raphael ? Si sono già conosciuti ? Così per capire meglio la linaetemporale...
 
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adriana*
view post Posted on 26/3/2013, 15:08




se non sbaglio siamo nel secondo libro ... non ricordo con precisione ma elena prende in giro ash mentre sono alla corporazione
 
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12 replies since 9/1/2013, 10:45   380 views
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