Capitolo 3, "Angels' Pawn" di Singh Nalini

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view post Posted on 23/1/2013, 18:24

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ANGELS' PAWN



LE NOSTRE TRADUZIONI SONO LAVORI AMATORIALI TOTALMENTE ESEGUITE DAI NOSTRI UTENTI E SENZA SCOPO DI LUCRO.
SONO RISERVATE ESCLUSIVAMENTE AI NOSTRI UTENTI ED E' ASSOLUTAMENTE VIETATO PRELEVARE QUESTE TRADUZIONI, INTERAMENTE O PARZIALMENTE, PENA IL BAN.


Tradotto da Lucy85!


Revisione a cura di Christiana V!









Capitolo 3


Fu la paura a salvarla. Temendo di restare intrappolata nella sua stessa mente, si costrinse ad uscire da quel vortice senza fine e a tornare al presente. Non appena il flusso d'aria si affievolì, sentì Nazarach dire, “Forse ti chiederò di riunirti alla mia corte, Janvier.” Lui fece un perfetto inchino , e per un istante, lo vide nelle vesti di un’epoca passata, uno sconosciuto che sapeva far politica con la stessa bravura con cui giocava a carte.
Le si chiusero i pugni in un rifiuto istintivo, ma un secondo dopo lui scoppiò in una risata pigra e divertita, e tornò ad essere il vampiro che lei conosceva bene, “Se ben ricordi, non sono mai stato molto bravo nelle vesti di cortigiano.”
“Ma rendevi più intelligenti le discussioni nella stanza”. Sistemandosi le ali sulla schiena, l’angelo si diresse verso un tavolo di mogano situato all’angolo. “Aiuterai la Cacciatrice?”. Ashwini lasciò che Janvier parlasse, usando quel tempo per studiare Nazarach, il suo potere che schioccava come una frusta sui suoi sensi… una frusta piena di schegge di vetro. “L’idea di un bacio ha stuzzicato la mia curiosità.” Fece una pausa. “Se posso – questa situazione tra Antoine e Callan sembra suscitare il vostro interesse.”
“Antoine,” pronunciò Nazarach, il volto privo di espressione evidenziava quanto fosse vecchio, “ha iniziato a oltrepassare i limiti. Si è pericolosamente avvicinato a sfidare la mia autorità.”
“ Allora è cambiato.” Janvier scosse la testa. “L’Antoine che conoscevo era ambizioso, ma ci teneva alla sua stessa vita.”
“E’ per la donna –Simone.” L’angelo passò una fotografia ad Ashwini, quegli occhi ambrati così inumani, indugiarono un secondo di troppo sul suo viso. “Lei è a malapena al suo terzo secolo e già tiene Antoine in pugno.”
“Perché non è morta?” chiese Ashwini di punto in bianco. Gli angeli erano la legge. Non esisteva alcun tribunale cui dar conto se Nazarach avesse deciso di eliminare uno dei Creati. I vampiri sceglievano i loro capi quando sceglievano l’immortalità.
Le ali dell’angelo brillarono brevemente, poi le richiuse di scatto. “Sembra che Antoine la ami.”
Ashwini annuì. “Se la uccidi, lui ti si rivolterà contro.” E sarebbe morto. Gli angeli non erano noti per la loro clemenza.
“Dopo aver vissuto per settecento anni,” rifletté Nazarach, parlando di secoli come se fossero decadi, “scopro di essere restio a perdere uno dei pochi uomini - al di là dei suoi recenti sbagli – che comunque rispetto.”
Riportando l' attenzione alla brunetta della foto, che pareva stesse facendo girare l’anziano vampiro attorno al mignolo, Ashwini si sforzò di incontrare lo sguardo di Nazarach – l’ambra agiva come una lente, convogliando le urla verso quella brillantezza. “Come si collega al rapimento?” gli chiese, bloccando l' incubo con tutto ciò che aveva.
“Callan Fox,” continuò Nazarach, “mi intriga. Non voglio ancora che muoia. E Antoine ucciderà il cucciolo pur di recuperare la sua nipotina. Trova Monique e portala da me.”
“Ci stai chiedendo di portarti un ostaggio da usare contro Antoine.” Ashwini scosse la testa, un brivido di sollievo lungo la schiena. “La Corporazione non viene coinvolta in dispute politiche.”
“Tra angeli,” la corresse Nazarach. “Questo è un…problema tra un angelo e dei vampiri sotto il suo controllo.”
“Anche così,” lei continuò, incapace di fermarsi dall’ammirare quelle ali fatte di ambra e luce, incapace di capire come tanta bellezza potesse esistere con quell’oscurità così inumana proveniente da Nazarach, “Se tu vuoi Monique, tutto ciò che devi fare è chiedere. Callan te la consegnerà.” Il capo dei Fox kiss poteva essere capace di andare contro Antoine Beaumont, ma solo un vampiro molto stupido sarebbe andato contro un angelo. E Callan Fox non era stupido. “Tu non hai bisogno di me.”
Nazarech le fece un imperscrutabile sorriso. “Tu non dirai il mio nome a Callan. Quanto al resto – la Corporazione ha già acconsentito alle condizioni.”
“Senza offesa,” disse, chiedendosi quanto dovesse apparire brutalmente bello mentre toglieva la vita a coloro che non lo compiacevano, “ma ho bisogno di verificarlo con il mio capo.”
“Fai pure Cacciatrice.” Un permesso piatto, senza alcuna pietà in quegli occhi pieni di morte.
Indietreggiando fino a trovarsi quasi nel corridoio, fece partire la chiamata, consapevole che Janvier e Nazarach stessero parlando a bassa voce di eventi passati, ombre che pesavano su Nazarech ma non su Janvier.
Un angelo e un vampiro. Entrambi toccati dall’immortalità, irresistibili, ma in tanti modi diversi. Nazarach era un essere perfetto senza tempo, letale e assolutamente inumano. Janvier, invece, era terra e sangue, mortale e un po’ rude… e ancora in qualche modo appartenente a questo mondo.
“Ashwini?” il tono familiare di Sara. “Qual è il problema?”.
Lei gli riferì gli ordini di Nazarach. “E’ già stato approvato?”
“Sì”, sospirò la direttrice. “vorrei davvero che non dovessimo essere coinvolti in quello che promette di diventare un enorme disastro su larga scala, ma non c’è modo di uscirne.”
“Sta giocando.”
“Lui è un angelo,” le rispose Sara, e quella parola era tutta una spiegazione. “E tecnicamente Monique sta violando il suo contratto, così Nazarach ha il potere di inviare qualcuno a recuperarla – anche se lui potrebbe ottenere la stessa cosa con una singola chiamata.”
“Dannazione.” Ad Ashwini piaceva lavorare sul filo del rasoio, ma quando erano coinvolti gli angeli, quel filo tendeva a tagliare fino all’osso, facendo uscire solo sangue rosso scuro.
“Mi copri le spalle?”
“Sempre.” Una risposta risoluta. “Ho messo Kenji e Baden in attesa – manda un segnale e ti tireremo fuori da lì in meno di un’ora.”
“Grazie Sara.”
“Hey, non voglio perdere la mia principale fonte d’intrattenimento.” Poteva quasi vederla sorridere. “Non è arrivato nessun ordine di cattura per il Cajun. Ho pensato che volessi saperlo.”
“Uh-huh.” Ashwini riagganciò con un veloce arrivederci, chiedendosi cosa avrebbe detto Sara se avesse saputo chi si accompagnava Ashwini in quel momento. Janvier si voltò proprio in quell'istante – come se avesse sentito la sua attenzione.
Scrollandosi di dosso quel pensiero, raggiunse il vampiro e l’angelo.
“Hai qualche idea su dove Callan possa aver nascosto Monique?
Gli occhi dell’angelo fissarono le sue labbra, e lei dovette lottare contro il desiderio di fuggire. Perché, benché Nazarach potesse essere dolorosamente bello, Ashwini aveva la viscerale sensazione che la sua idea di piacere avrebbe significato solo un dolore straziante per lei.
“No,” disse, guardandola negli occhi. “ma lui sarà al Fisherman's Daughter domani notte.” Il suo sguardo ambrato si illuminò con forza. “Stanotte, sarai mia ospite.”
Neanche il caldo di Atlanta avrebbe potuto combattere il gelo che invase le sue vene, una fredda lama di avvertimento.


Non avendo sonno, Ashwini si sedette fuori al balcone della suite che Nazarach le aveva assegnato. Personalmente, avrebbe di gran lunga preferito una tenda nel giardino, un letto in un rifugio, tutto all’opulenza della casa dell’angelo – dove ogni cosa era accompagnata da grida di terrore che non le permettevano di dormire. “Quanti uomini e donne pensi che Nazarach abbia ucciso in tutta la sua vita?” Solitamente, lei percepiva le cose attraverso il tocco, ma come il suo proprietario, il posto era così antico, così pieno di ricordi sanguinosi, che echeggiavano senza sosta nella sua mente.
“Migliaia,” fu la gentile replica del vampiro appoggiato al muro di fronte al letto d’epoca dove lei si sedette. “Gli angeli che governano non possono permettersi alcuna pietà.”
Lei offrì il volto alla brezza notturna. “E tuttavia qualche persona li considera come messaggeri degli dei.”
“Sono ciò che sono. Come lo sono io.” Voltandosi, lui si avvicinò fino ad appoggiare le mani sulla spalliera di legno del suo letto. “Devo mangiare, mia cara”
Qualcosa si contorse nel suo petto, un forte, inaspettato dolore, ma resistette, mantenendo il controllo. “Credo che non avrai problemi a trovare del cibo.”
“Posso darti piacere con il mio morso. Ci sono persone che cercano quel piacere.”
Alzando un dito, lui tracciò i contorni della cicatrice posta proprio sotto il suo collo. “Chi ti ha marchiata?” Una domanda tranquilla che però conteneva puro ghiaccio.
“La mia prima caccia. Ero giovane. Inesperta. Il vampiro mi si è avvicinato tanto da squarciarmi quasi la gola.” Ciò che non gli disse era che lei aveva permesso al suo obiettivo di avvicinarsi, in modo da sentire il soffio della morte. Fino a quel momento – quando l’odore del sangue aveva iniziato ad impregnare l’aria con il suo profumo di ferro – lei aveva pensato di voler morire, in modo da zittire le voci, per sempre.
"Mi ha insegnato il valore della vita.”
“Chiederò il permesso di Nazarach di usare le riserve di sangue che tiene per i suoi vampiri.” disse Janvier dopo una pausa che sembrava non finire mai.
I suoi sensi si allarmarono su qualcosa che aveva intravisto, parole non dette. “Cos’è che non mi stai dicendo?”
“L’angelo vuole che ti lasci sola.” Il respiro di Janvier la sfiorò come una carezza intima. “Altrimenti il sangue mi sarebbe stato già fornito. Lui vuole che io esca a caccia.”
Il pensiero di ciò che Nazarach potesse volere da lei rischiò di farla iniziare a tremare. “Lo farai arrabbiare.”
“Gli piaccio troppo per farmi uccidere per una piccola trasgressione.” Eppure, non si muoveva. “Perché ci sono così tante ombre nei tuoi occhi Ashwini?”
Ogni volta che usava il suo nome di battesimo, la faceva trasalire – come se ogni parola pronunciata li unisse sempre più profondamente ad un livello che non poteva vedere. “Perché ci sono così tanti segreti nei tuoi?”
“Ho vissuto per duecento anni,” le rispose con quella sua voce così sensuale, come il profumo che la magnolia emanava di notte. “Ho fatto tante cose, e di alcune non ne sono fiero.”
“Chissà perché non mi sorprende.” Lui non sorrise, non respirò nemmeno, rimase immobile. “Parla con me, mia Spada.”
“No.” Non ancora,
“Sono molto paziente.”
“Vedremo.” Anche mentre parlava, lei sapeva che stava lanciando una sfida, una a cui Janvier non avrebbe saputo resistere. Lui si chinò abbastanza vicino che le loro labbra avrebbero potuto toccarsi, il suo respiro una carezza bollente, la sua quasi immortalità un faro vivente nei suoi occhi.
“Si. Vedremo.”


Entrando nella doccia, Ashwini aprì il getto d’acqua fredda. “Oddio!” Dopo che la sua libido fu sufficientemente messa a tacere dallo shock dell’acqua ghiacciata, ruotò la manopola dell’acqua calda. Non appena la sua pelle iniziò a sfrigolare sotto quel delizioso calore, pensò che doveva prendere seriamente in considerazione la follia di ciò che stava facendo giocando con un vampiro, che era, nonostante tutto il suo fascino, letale quanto uno stiletto puntato alla gola. Ma tanto, già la maggior parte dei suoi amici pensavano che fosse mezza matta. Perché deluderli? Sorrise contro il getto d’acqua. Regole e leggi, le complessità del vivere una vita “normale” – lei ci aveva già provato per i primi diciannove anni della sua esistenza, e non solo ci aveva quasi rimesso la sanità mentale, ma anche la vita. Un flash di memoria e lei era di nuovo in quella stanza tutta bianca, le cinghie che le mordevano le braccia, lacerandone la carne. L’odore di disinfettante, il rumore soffocato di suole di gomma… e sempre, sempre le urla che solo lei poteva sentire. Più tardi, loro erano seduti lì, giudicandola, come se fossero dei.“Le droghe la mantengono lucida.”
“Sei sicuro che lei starà con loro una volta che la libereremo?”
“Lei sta uscendo grazie alla cauzione pagata da suo fratello. E il Dr. Taj è, come tutti ben sappiamo, una medico con un’ottima reputazione”.
“Ashwini, puoi sentirci? Abbiamo bisogno che tu risponda a qualche domanda.”

Aveva risposto alle soro domande, detto ciò che loro volevano sentire. Era stato l’ultimo giorno che avrebbe finto di essere “normale”. Così l’avevano lasciata andare. “Mai più” sussurrò. E nonostante l’inferno che era stato, le persone le piacevano ancora. La sua mano si strinse a pugno. Non tutti. Il Dr. Taj voleva solo la sorella che lui conosceva, la stella nascente che brillava come la sua.
A chi diavolo importava se quella stella stava morendo lentamente, pezzo per pezzo, mentre cercava disperatamente di aggrapparsi ad un cielo che non aveva mai capito? Fu il calore a strapparla dall’abisso dei ricordi, la sua pelle aveva iniziato a protestare. Uscendo dall’acqua con un sospiro riconoscente, si strofinò usando il morbido asciugamano color pesca perfettamente in tinta con l’elegante arredamento della stanza. Sarebbe stato normale andare in camera da letto, con la veste in tinta appesa sul retro della porta, ma Ashwini era una cacciatrice. E, all’interno della Corporazione, la paranoia non era solo accettata ma incoraggiata. Ed era un bene. Perché quando uscì fuori – a piedi nudi, ma vestita, la pistola nascosta nella curva della sua schiena, trovò ad attenderla la cosa più spaventosa che c’era ad Atlanta. “Nazarach,” esclamò, fermandosi sulla soglia del bagno. “Questa è una sorpresa.”
L’angelo uscì fuori al balcone. “Vieni.” Sapendo che sarebbe stato un suicidio rifiutare, lo raggiunse fuori nell’aria estiva, la notte ricca dei profumi dei fiori tutt'attorno alla tenuta. “Janvier?”
“Conosco molto bene i suoi gusti.”
Ashwini strinse le mani sulla ringhiera – una cortesia per gli ospiti, una che non si sarebbe aspettata. “Perché sono qui?”
Perché ci sei tu?
Nazarach appoggiò i gomiti sul parapetto, le sue ali rilassate ma non meno magnifiche. “Ho chiesto che fossi tu ad occuparti di questa caccia. Sai perché?”
“Ho già lavorato in casi in cui ho rintracciato vittime di rapimento.”
Nella maggior parte dei casi, quei vampiri erano stati presi da qualche gruppo fanatico che voleva torturarli per via del loro “peccato” di vampirismo. “Ho intenzione di svolgere qualche ricerca preliminare su Monique stanotte.”
“Lascia stare. Lei rimarrà viva e vegeta fino a quando Callan non otterrà ciò che vuole.”
“Sembri molto sicuro.”
L’angelo sorrise e quello era un sorriso che lei non aveva mai visto, appesantito dall'età, con le ombre della morte che si attorcigliavano intorno ai suoi sensi come spine acuminate. “Callan,” aggiunse, “non sarebbe sopravvissuto alla mia corte se non avesse spirito. Lui sa che mentre ora Antoine gioca secondo le regole, il vecchio Beaumont troverà un modo per ucciderlo se solo sfiorerà Monique. Finchè Antoine vive, lo sarà anche Monique.”
“Tu puoi fermare tutto questo,” gli disse, concentrandosi sul respiro, cercando di restare viva. “Tutto quello che devi fare è dare il tuo supporto o a Antoine o a Callan.”
“Tutti hanno bisogno di evolversi.” Una dichiarazione fredda, carica dei venti gelidi del passato. “Antoine sta crescendo in maniera costante – potrebbe essere il momento di passare le redini a Callan.”
“Pensavo che ti piacesse Antoine.”
“Io sono un angelo – avere preferenze per qualcuno è solo una parte dell’equazione.”
La sua faccia si voltò verso di lei, la sua espressione letale nella sua neutralità. “Ho chiesto di te perché tu hai ferito a morte un angelo che ha cercato di prenderti un anno fa."
 
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kurechan
view post Posted on 23/1/2013, 19:12




Fantasticoo.graz :wub: :wub: ie
 
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Anairo_Aisha
view post Posted on 23/1/2013, 22:08




:grazie: Lucy!
:Lucia: :Lucia:
:grazie: Chistiana!
Capitolo
Il finale, poi, mi ha messo una curiosità da mangiarmi le mani!
Ashwini è nei guai: speriamo che Janvier ritorni presto!
A prop. chissà dov'è finito!
Aveva detto che non sarebbe andato a caccia.
A meno che l'angelo non lo abbia obbligato a farlo negandogli di attingere dalle sue riserve di sangue.
Eccerto: così è potuto rimanere solo con la cacciatrice...
Oh caspita! P.P.P.
:tipregoooo: :tipregoooo: :tipregoooo: :tipregoooo: :tipregoooo:
 
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arya00
view post Posted on 23/1/2013, 22:21




oddio!!! grazie siete le migliori!
Nazarach è molto inquietante e non mi piace per niente, speriamo che il vampiro non si sia perso per strada e torni presto!!! :occhioni: :occhioni: :grazie: :grazie:
 
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view post Posted on 24/1/2013, 00:47
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Sono fatta così...un enigma avvolto in un indovinello e confezionato in un paradosso!

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Questo angelo mi metto veramente molta inquietudine... chissà cosa ha in mente Nazarach???
Sono proprio curiosa...
Grazie Lucy per la traduzione e grazie anche a Cristiana per le sue revisioni. Siete fantastiche ragazze!!!!
:grazie:
 
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adriana*
view post Posted on 4/2/2013, 00:07




ammazza che colpo alla fine, bello bello bello. ancora brava lucia!
 
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5 replies since 23/1/2013, 18:24   207 views
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