Capitolo 4, "Angels' Pawn" di Singh Nalini

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A&P
view post Posted on 1/2/2013, 17:58




ANGELS' PAWN



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SONO RISERVATE ESCLUSIVAMENTE AI NOSTRI UTENTI ED E' ASSOLUTAMENTE VIETATO PRELEVARE QUESTE TRADUZIONI, INTERAMENTE O PARZIALMENTE, PENA IL BAN.


Tradotto da Lucy85!






Capitolo 4

Il cuore le salì in gola. “Lui era giovane e stupido – non fu difficile disarmarlo abbastanza a lungo per scappare.”
“Tu hai inchiodato le sue ali al muro con sette dardi.”
Deglutì, pronta ad andare all’inferno. “Era un parente?”
“Anche se lo fosse stato, non tollero la mancanza di intelligenza in chi mi circonda. Egan è stato punito per la sua idiozia.”
Ashwini non voleva veramente sapere cosa Nazarech avesse fatto all’angelo che aveva cercato di farla diventare sua compagna di giochi. Ciò nonostante non potè fare a meno di chiedere, “Perché lui ha cercato di andare dietro ad un cacciatore…o perché ha fallito?”
Un altro freddo sorriso. “Dovresti chiederlo ad Egan, la sua lingua è ricresciuta.”
Rialzandosi dalla sua posizione rilassata, lui le porse la mano. “Vola con me, Ashwini.”
Anche ad un metro di distanza, sentiva come se la stesse intrappolando con un centinaio di corde, schiacciandola, stritolandola, uccidendola. “Non posso toccarti.”
I suoi occhi brillarono e lei vi vide la sua morte. “Sono così disgustoso?”
“Tu hai troppo in te,” sussurrò con un filo di voce, “troppe vite, troppi ricordi, troppi fantasmi.”
Abbassò la mano, la sua espressione incuriosita. “Hai l’occhio?” Che modo antiquato di parlare. Ma in fondo, Nazarach aveva uno spirito vecchio di settecento anni.
“Una specie.” Lei si tirò indietro, cercando di prendere un po’ d’aria in un mondo che improvvisamente ne sembrava sprovvisto. Quando sentì la mano di Janvier intorno alla nuca, la accettò senza riserve, come se qualcosa in lei lo avesse riconosciuto. Un tocco, e improvvisamente la gola si aprì, l’aria estiva, dolce come nettare, le riempì i polmoni. “Sire,” la voce così dolce, unico indizio del suo rispetto, “non distruggere un tesoro per un momento di piacere.”
“Audrina non è stata di tuo gusto?” gli chiese l’angelo, i suoi occhi non si spostarono da Ashwini. “Lo trovo difficile da credere.”
“I miei gusti sono cambiati.” Con l’altra mano, Janvier circondò il suo braccio. “Anche se Ash non sta cooperando.”
Nazarach rimase immobile per un istante, e in quell’istante, Ashwini sapeva di combattere la morte che lui stava pensando per loro. Perché lei aveva coinvolto Janvier in tutto questo. Lui la stava proteggendo. Ma Nazarach la sorprese ridendo, e il pericolo passò.
“Lei sarà la tua morte Janvier.”
“E’ la morte che ho scelto.”
Aprendo le sue ali, Nazarach sorrise, un sorriso freddo, immortale. “Forse vederti danzare con la cacciatrice sarà molto più divertente che prenderla.” Un minuto dopo, lui saltò dalla balconata volando nel cielo, un essere magnifico, inquietante, con tanta crudeltà ma anche tanta saggezza.
Ashwini cercò di allontanarsi da Janvier. Il vampiro la teneva stretta. “Così sei una sorcière.” Anche Janvier, pensò, era vecchio.
“Le streghe sono state bruciate sul rogo.”
“Hai visto i miei fantasmi, Ash?” Una domanda tranquilla. Lei era contenta di poter scuotere la testa. “Vedo solo ciò che tu mi mostri.” Le labbra le baciarono il collo un attimo prima che lei si allontanasse quel tanto da permetterle di vederlo in faccia. “Audrina?”
“Un boccone delizioso.” I suoi occhi scesero sul suo seno e lei si rese conto che i capelli umidi avevano reso tutto ben…evidente. Forse Nazarach lo aveva considerato un invito? Tremando, si girò per legarsi i capelli.
“Bellissima,” mormorò Janvier, “potrei stare a fissare il tuo collo per ore. Così lungo, così sottile.”
La cadenza languida della sua voce fu come una carezza su di lei, dentro di lei. Anche sapendo che lui era un quasi immortale che poteva dimenticarla tra un battito e un altro, le occorse ogni briciolo di volontà per combattere il desiderio di cedere alla sua seduzione.
“Forse dovresti tornare dal tuo delizioso morso.”
“Ho scelto una bottiglia di sangue conservato invece.” La superò, fermandosi affianco a lei, fissando il cielo nel punto in cui Nazarach era scomparso. “Sembra che io sia tentato da molte cose pericolose in questi giorni.”
Ashwini considerò l’idea di andarsene, ma decise di non voler combattere con i fantasmi, non quando poteva rubare qualche istante di benedetto silenzio. Così rimase fuori, appoggiata con la spalla ad un vampiro che poteva ancora farle rompere tutte le regole sull’andare a letto con il nemico.


Il Fisherman's Daughter era esattamente come sembrava, una taverna in cui venivano serviti da bere liquori pesanti, e cibo abbondante. Nessuna fantasia di antipasti o decorazioni particolari per questo posto. La sua caratteristica peculiare consisteva nelle travi di legno e nelle cameriere formose che servivano ai tavoli. “Donne,” le disse non appena lei ebbe pronunciato ad alta voce il suo pensiero, “ci sono sempre donne in una taverna.”
Lei lo osservò mentre dava un’occhiata approfondita alla piacevole vista di carne. “Se mi fossero piaciute le donne, sarei andata dalla rossa.”
“Hmm, troppo bassa. Mi piacciono le donne alte e snelle.” Le rivolse un sorriso che le diceva che stava facendo dei pensieri che avrebbero fatto arrossire una donna comune. “Ma, per un ménage à trois, si, andrebbe bene.”
“Ogni uomo che cerca di portare una terza persona nel mio letto farebbe bene ad indossare un’armatura.” Lei giocò con una stella d’argento, facendola ruotare tra le dita.
“Possessiva?” le chiese Janvier, il tono più basso. “Anche io.”
Alzando la testa nel sentire la sua risposta, si bloccò. “Callan è appena arrivato con una piccola donna ispanica.”
Janvier avvicinò il suo piede al suo polpaccio. “Un pò di parte?”
“No. Lei si muove come se sapesse usare la pistola nascosta sotto la sua maglia.”
Osservando i due scambiare qualche battuta con il barista, sgranocchiò una patatina fritta. “E’ ora di guadagnare il tuo compenso. Usa il tuo charm per entrare nella loro cerchia.”
“In questo caso tu dovrai far finta di stare dalla mia parte.”
“Non posso far finta di essere innocua.” Una sottile striscia di sangue fuoriuscì dal pollice di Janvier quando prese la stella d’argento che lei aveva lasciato sul tavolo. Lui non batté ciglio. “Sono sempre stato conosciuto come uno che pattina sul lato sbagliato della linea.” Alzandosi, infilò la stella in tasca e iniziò ad incamminarsi verso il bar, il suo lungo passo pigro attirava l’attenzione di ogni donna del locale… inclusa il rinforzo di Callan. Ma la donna si mise immediatamente in allerta nell’istante in cui Janvier allungò la mano per toccare la spalla di Callan. “Cal, sei tu?” La guardia non si rilassò finché il suo grande boss biondo non si girò per dare un abbraccio a Janvier. “Dannazione Cajun, non sei ancora morto?”
“Perché diavolo tutti mi chiedono la stessa cosa?” esclamò Janvier senza calore prima di sfoggiare un sorriso brillante alla guardia del corpo. “Non mi presenti?”
Ridendo, il leader del bacio si voltò verso la vampira al suo fianco. “Perida, questo è Janvier. Non credere ad una sola parola che esce dalla sua bocca.”
Ashwini decise che era il momento di fare una mossa. “E’ un piacere darling.” Janvier sollevò la mano delicata della donna per baciarla. Ashwini gli mise una mano sulla spalla, stringendola. “Io non lo farei.”
Cher.”
Janvier, sorpreso, lasciò la mano di Perida con una scrollata di spalle languida. “Sei così possessiva.” Parole divertite, uno scherzo intimo. Ashwini alzò gli occhi giusto in tempo per notare l’attenzione di Callan. Una sola occhiata e sapeva che lui aveva preso nota del suo abbigliamento, della sua postura, delle cicatrici sulle dita, appena sopra il polso. Così non si sorprese quando disse “Cacciatrice.”
“Vampiro.” Si sporse verso Janvier, permettendogli di porre il braccio intorno alla vita. Quel tocco la bruciava, la rendeva ancora più affamata. “Siamo pronti ad andare?”
Janvier stava recitando la sua parte alla perfezione, inviandole un sorriso smagliante. “Callan è un vecchio amico, cherie.” Una breve pausa, un sorriso seducente. “Sicuramente possiamo trattenerci ancora un po’? Un drink, Callan?”
Fox annuì. “Figurarsi se tu non avresti fatto coppia con una donna che un giorno ti avrebbe dato la caccia come un cane rabbioso.”
“Già fatto per ben tre volte.” gli rispose Ashwini, decidendo che Callan avrebbe avuto in ogni caso quell’informazione nel giro di un’ora.
Callan sollevò un sopracciglio mentre Perida cercava di nascondere il suo stupore. “E ci sarà la quarta?”
“Dipende da quanto mi farà incazzare.”
Offrì la mano a Perida. “Ashwini.” L’altra donna la strinse, tenendola ferma, gli occhi socchiusi. “Noi non ci mischiamo con i cacciatori.”
“E io non dormo con i vampiri.” Questo fece sorridere Callan, era così aperto, così onesto che Ashwini poteva quasi credere alla sua facciata di bravo ragazzo.
“Accomodiamoci.” Disse lui, ordinando del vino dal bar. Ashwini offrì una frittura a Perida mentre si sedeva, sapendo che i vampiri potevano gustare solo piccole quantità di cibo solido. “E’ buono.” La vampira lo prese. “Mmm. Mi fa quasi desiderare di essere mortale.”
“Quasi,” aggiunse Callan, i suoi occhi si soffermarono sulle cicatrici di Ashwini. Pensò che quel gesto fosse un modo per ricordarle che lui sarebbe potuto sopravvivere a qualsiasi cosa lei gli avesse fatto, mentre lei poteva andare incontro solo alla morte vera. Ma quell’avvertimento occupava solo un angolo della mente di Callan, visto che era interessato di più a Janvier. “Sei ancora amico di Antoine?” gli domandò dopo aver preso un sorso del suo vino, una domanda del tutto casuale.
"Oui, sono amico con tutti.” Janvier diede un bacio sulla guancia ad Ashwini. “Ma questo non piaceva a… come si chiamava?”
“Simone.” Ashwini mangiò qualche patatina fritta, senza dare chiarimenti. Fu Perida ad abboccare all’amo. “Perché?”
“Tu l’hai vista?”
Ashwini sbuffò. “Pensa che il sole splenda fuori dal suo culo.”
L’espressione sospetta di Perida si trasformò in una di puro disgusto. “Lei è una strega, specialmente per essere così pateticamente debole. Si comporta come se fosse lei ad avere tutto il potere. Stronzate.”
Ashwini alzò un sopracciglio. “Pensavo che lei avesse solo tre secoli. Non può avere più potere di una piuma.”
“L’età è relativa.” Perida scosse la testa. “l’unica cosa che le permette di mantenere quel sorriso compiaciuto sul volto è che tiene Antoine in pugno.”
“Ad Antoine piacciono le donne complicate,” mormorò Janvier con una nota di divertimento nella sua voce. “Ricordi quella con cui stava quando noi eravamo a corte, Cal?”
“Quella contessa con sei mariti morti?” Callan scosse la testa. “Si dovrebbe credere che con l’età arrivi anche una certa dose di saggezza.”
“Invece, mon ami si è messo nei guai da quanto ho sentito.”
Callan mise giù il suo bicchiere di vino. “Oh?”
“Che fai giochi con me Cal?” Janvier arcuò il sopracciglio accentuando così il suo sarcasmo. “Tu sapevi delle difficoltà di Antoine e, a quanto dicono le voci, ti sei creato un bacio.”
“Tu sai anche troppo per qualcuno che professa di essere solo di passaggio.” Parole fredde, occhi in guardia. Janvier strinse le spalle. “Mi tiene in vita. Sto chiaramente andando a far visita ad Antoine, non voglio l’attenzione di Nazarach.”
Fox riprese in mano il suo bicchiere di vino. “Dove alloggi?”
Ashwini rispose per entrambi. “Da nessuna parte. Mi ha promesso che saremmo stati fuori di qui stanotte.” Janvier le si avvicinò, mormorando a voce abbastanza alta affinchè anche gli altri potessero sentire. “Andiamo dolcezza, una notte? Mi farò perdonare.” Ashwini si accigliò. Gli fece mormorare qualche altra promessa prima di annuire con una certa riluttanza. “Una notte,”
Janvier si voltò verso Callan. “Quindi ci puoi ospitare amico?”
“Noi non siamo mai stati amici,” replicò lui. “Ma…potremmo esserlo.”

Ashwini si ritrovò bloccata nella stanza degli ospiti nella fortezza di Callan, un palazzo nella periferia di Atlanta, mentre Fox aveva portato con se Janvier per farsi insieme un “sigaro”. Sapendo che era sorvegliata, Ashwini si chiuse in bagno, controllando che non fosse monitorata, per poi calcolare se poteva passare attraverso il vecchio condotto dell’aria. Sarebbe stato difficile, pensò, ma poteva farcela. “Non c’è momento migliore di adesso.” Sfilandosi il top e i pantaloncini, aprì la doccia, in modo da coprire il rumore mentre lei sfilava la grata e si infilava nello stretto passaggio. C’era a malapena lo spazio per muoversi. Per fortuna non aveva i fianchi grossi. Tenendo a mente la mappa, iniziò a strusciare tra la polvere e quelle piccole cose rotonde cui preferiva non pensare. Grazie a Dio si era fatta tutte le vaccinazioni. La prima stanza dove giunse era vuota; la seconda piena di mormorii di uomini e donne che afferravano qualcosa da mangiare. La terza la stava oltrepassando perché era così silenziosa quando qualcosa la fece fermare, facendole dare un secondo sguardo.
La donna di fronte alla toeletta era assolutamente adorabile. I capelli erano incredibilmente simili all’oro, gli occhi di un blu elettrico, labbra carnose e pelle così liscia e perfetta che sembrava traslucida contro il raso bianco dell’abito, il cui spacco si apriva all’altezza della coscia. E lei era una vampira da solo un anno. Come sarebbe diventata Monique Beaumont dopo un secolo? Le labbra di Ashwini s’incresparono in un fischio silenzioso. Visto che alla maggior parte dei vampiri occorrevano diverse decadi per raggiungere il livello di perfezione fisica di Monique, la donna doveva essere messa alla stregua degli angeli. Ma giusto ora, mentre lei si spazzolava i capelli, aveva un sorriso davvero umano, mentre flirtava con quelle labbra rosse lussuriose. Nulla di lei faceva intendere che fosse un ostaggio. Il che si adattava con quanto aveva affermato Nazarach dicendo che Callan l’avrebbe trattata bene fino a quando Antoine era fuori dall’equazione. Come se lo avesse chiamato, la porta si aprì rivelando il vampiro in questione, la sua mascolinità smussata contrastava con i colori blu e crema dell’arredamento di quello che era chiaramente il bou-doir di una donna.
“Callie,” il tono di voce di Monique era di rimprovero. “Sta diventando noioso essere confinata dentro questa stanza.”
Chiudendo la porta alle sue spalle, Callan vi si appoggiò, incrociando le braccia, mentre Monique si spostava sul suo sgabello per mettere in risalto lo spacco sulla gamba. Quello era un gesto erotico, ma era l’espressione negli occhi della donna ciò che interessava ad Ashwini. Predatorio…ma anche eccitato? Sentendosi come una guardona, continuò ad osservare Monique che si passava una mano sulla coscia. “Mio padre ha accettato la richiesta di riscatto?”
Gli occhi di Callan seguivano le dita di Monique mentre lei si toccava con gesti lenti, ipnotici. “Non ho chiesto un riscatto.”
Monique mise il broncio, tutto sesso e dolcezza, una fame oscura. “Stai pensando di uccidermi, Callie?”

Edited by Karyn. - 27/2/2013, 15:56
 
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kurechan
view post Posted on 1/2/2013, 20:49




Grazie grazie grazie :occhioni: :ciaoo: :Buona_sera:
 
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Anairo_Aisha
view post Posted on 1/2/2013, 23:17




questo capitolo!
:grazie: Lucy!
:Lucia: :Lucia:
Sono sempre più carini Ashwini e Janvier! :Love:
Però Monique ostaggio non lo è proprio per niente: quella, a parte la segregazione obbligata, si sta divertendo! :D
Che gioco starà giocando Callan? :shifty:
Me curiosa: P.P.P.
:tipregoooo: :tipregoooo: :tipregoooo: :tipregoooo: :tipregoooo:
 
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view post Posted on 3/2/2013, 11:05
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:Lucia: :Lucia: :Lucia: :grazie: :grazie:
 
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adriana*
view post Posted on 4/2/2013, 00:22




sempre più interessante. complimenti lucua
 
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5 replies since 1/2/2013, 17:58   186 views
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