Capitolo 5, "Angels' Pawn" di Singh Nalini

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A&P
view post Posted on 8/2/2013, 12:23




ANGELS' PAWN



LE NOSTRE TRADUZIONI SONO LAVORI AMATORIALI TOTALMENTE ESEGUITE DAI NOSTRI UTENTI E SENZA SCOPO DI LUCRO.
SONO RISERVATE ESCLUSIVAMENTE AI NOSTRI UTENTI ED E' ASSOLUTAMENTE VIETATO PRELEVARE QUESTE TRADUZIONI, INTERAMENTE O PARZIALMENTE, PENA IL BAN.


Tradotto da Lucy85!






Capitolo 5

“Non sei così brava, Monique, quindi fermati con questa recita di seduzione.” Erano parole dure, ma il tono di voce era basso, la faccia tirata per lo sforzo.
Alzandosi dallo sgabello, la bellissima vampira camminò sulla spessa moquette color crema. “Bugiardo. Sono molto brava. Ho avuto Jean come mentore.” Mettendo le mani sull’ampio petto piatto di Callan, si alzò in punta di piedi. “ E tu sei molto sensuale.”
Callan la trattenne tenendo nella mano stretta a pugno i capelli dorati che evidenziavano l’immortalità di Monique. “Prova ad avvicinarti al mio cazzo, Monique, e ti troverai senza una mano.”
Le labbra di Monique sembravano riempirsi ancora di più di fronte a quella minaccia, i capezzoli che spingevano contro il raso. “Prendimi.” Lei si strofinò sensualmente contro di lui. “Sarò la miglior scelta che tu abbia mai fatto.”
“Sono perfettamente capace di fare sesso con te,” le sussurrò Callan contro la gola, “e allora ti brucerò fino a farti morire veramente.”
“Ti sono molto più utile da viva.”
Tremando visibilmente, Monique passò la mano a coppa sul volto di Callan. “Odio Simone. Lei allontana tutta l’attenzione del nonno da me.”
“Stai dicendo che tradirai Antoine per arrivare a Simone?”
“Sto dicendo che potremmo trovare un accordo che possa andar bene ad entrambi.” Le sue unghie erano ovali perfetti sulla pelle di Callan. “Elimina Simone per me, diventa il mio consorte e il braccio destro di mio nonno. Il passaggio dal vecchio al nuovo.”
La mascella di Callan si tese. “Spiacente bellezza. Non seguo gli ordini di nessuno, specialmente quelli di una mocciosa viziata che vende la sua stessa famiglia.”
Ashwini notò il lampo di sorpresa negli occhi di Monique un istante prima che Callan la baciasse. Sentendo l’altra donna gemere dal profondo della gola, decise che aveva visto abbastanza da arrivare ad una conclusione, anche se non aveva idea di quale fosse. Dopo due svolte sbagliate, si ritrovò nel suo bagno. Dopo essere saltata fuori dal condotto e aver rimesso a posto la copertura, entrò nella doccia e si strofinò la pelle fino a farla tornare pulita.
Quando entrò nella camera da letto vestita in jeans e maglietta, non fu sorpresa di trovare Perida ad attenderla. “Ci stavamo preoccupando quando non hai risposto alla porta.”
Ashwini alzò le mani con i palmi rivolti in alto. “Tappi per le orecchie. Odio quando l’acqua mi entra nelle orecchie.” Strofinando i capelli con un asciugamano, guardò la donna con aria interrogativa. “Dov’è Janvier?”
“Passeggia per i giardini.”
Ashwini poggiò l’asciugamano su una sedia. “Penso che lo raggiungerò.” Sentiva gli occhi di Perida su di lei durante tutto il percorso tra le rose che la conduceva da Janvier. “Non crederai a ciò che ho visto.” Gli disse mentre si chiedeva se, in quel momento, Monique e Callan erano avvolti in quell’abbraccio ricco di lussuria, ambizione e disgusto.
“Stupiscimi.”
Lo fece, avendo la soddisfazione di vedere lo stupore nei suoi occhi. “ Pensi che Callan voglia proseguire con il suo piano per eliminare Antoine, per poi sbarazzarsi di Monique?” gli chiese.
“Se lui vuole acquisire maggior potere ad Atlanta, dovrebbe eliminare anche Jean, Frédéric e tutti gli altri”, le rispose Janvier con quella freddezza pragmatica tipica di un quasi immortale.
Ashwini ripensò a quell’espressione spietata che aveva visto sul volto di Callan mentre questi parlava alla vampira Beaumont. “Ne sarebbe capace. Ma non importa ciò che dice, visto che anche lui è suscettibile a Monique.”
“C’è una chance che Monique non voglia essere salvata, non se lei pensa che può manovrare Callan come più desidera.” Sottolineò Janvier.
“Non succederà. Nazarach la vuole.” E nemmeno una giovane vampira ambiziosa sarebbe andata contro il volere del suo sire. Gli angeli sapevano infliggere torture con una certa maestria, e le urla provenienti dalle mura della sua casa indicavano che Nazarach era un maestro in quel campo. “Si potrebbe pensare che Monique avrebbe avuto il buon senso di chiedere da chi essere Creata dopo aver visto le esistenze di piombo di Jean e Antoine.”
“Ci sono dei vantaggi nell’essere un vampiro.” Janvier si fermò per raccogliere e porgerle una rosa al naso.
Il profumo era decadente, lussurioso. “Forse,” gli concesse inalando con un altro respiro quel dolce profumo, “ma una volta che Nazarach avrà tra le mani Monique, lui la userà come un pedone nella sua scacchiera. E lei glielo lascerà fare. Per un centinaio di anni lei non avrà libertà, né coscienza. Lei sarà come un animale domestico.”
Lasciando cadere la rosa, Janvier infilò le mani nelle tasche. “Ti sei mai chiesta come sono stato Creato?” La sua voce era priva del solito accento musicale, qualcosa di fragile, ma al tempo stesso duro, si sentiva in ogni sillaba. “Tu ti sei innamorato di un vampiro.”
Lui si bloccò. “Hai fatto ricerche su di me?” La sua rabbia era nascosta, ma lei riusciva a vederla proprio come lo spicchio di luna nel limpido cielo estivo.
“Non l’ho fatto.” Si strinse nelle spalle. “Un uomo come te, con la tua personalità, non avrebbe mai accettato la sottomissione. Ma se tu avessi deciso di dare tutto te stesso a qualcuno, avresti fatto qualsiasi cosa per quella persona, anche se la scelta ti avrebbe quasi ucciso.”
“Sono così prevedibile?”
“No.” Lei lo guardò negli occhi, sentì uno dei suoi fragili scudi cedere. “Tu sei come me.”
“Ah.” I suoi bellissimi capelli si illuminarono sotto la luce della luna quando riprese a camminare. “Hai mai concesso la tua fiducia in maniera così profonda, cherie?”
Si, e ne portava ancora le cicatrici. I segni sulla schiena avrebbe anche potuto dimenticarli… ma quelli sulla sua anima? No, quelli non li avrebbe mai dimenticati. “Non stiamo parlando di me. Cosa è successo alla tua amante?”
“Shamiya si è stancata di me dopo qualche anno. Sono stato lasciato nelle tenere grazie di Neha.”
“La Regina dei veleni?”
Annuì lentamente. “Stare nella sua corte era… in parte un incubo, in parte estasi. Non ho mai provato così tanto dolore come nelle mani di Neha, ma mi ha anche mostrato un piacere che non sapevo neanche che esistesse.”
Ashwini pensò all’arcangelo, con la sua pelle marrone scuro, lo sguardo scuro, la sua sensualità esotica. “E’ per questo che sei attratto da me?” Lei non era bella, ma la sua pelle era dello stesso colore dell’Orientale, i suoi occhi ugualmente scuri. “Perché lei è impressa su di te in qualche modo?”
Janvier rise di gusto, un suono che lei gli aveva sentito una volte o due, quando di solito aveva la meglio su di lei in una battuta di caccia. “Neha è fredda come i serpenti che tieni come cuccioli. Tu, mia fiera cacciatrice, sei un fuoco selvaggio. Non potrebbero esistere sue donne più diverse.”
Quella sensazione di gelo nel suo stomaco svanì sotto il calore della sua risata. “Così, cos’è che hai imparato prima che Callan giocasse a hockey con le tonsille di Ms. Beaumont?”
“Lui mi ha chiesto di restare e unirmi alla sua cellula.” Il suo corpo sfiorò il suo mentre camminavano.
Lei avrebbe voluto avvicinarsi ancora di più, toccarlo, essere toccata. Sentirsi umana. “Pensavo che lui ti conoscesse abbastanza da sapere che non sei uno che fa comunella.”
“Lotterò per ciò che è importante,” la sua voce aveva perso ogni traccia di ilarità, “ma per questa piccola faida politica, non.”
“E’ ciò che hai detto a Callan?”
“Certo. Qualsiasi altra cosa lo avrebbe insospettito.” Le fece un cenno verso sinistra e, notando lo stagno di gigli in lontananza, acconsentì. “Ma ora lui accetta il fatto che io non prenderò posizione.”
“Peccato che lui abbia dimenticato il grande giocatore.”
“Solo uno sciocco dimentica un angelo.” Mettendosi sui talloni, ai bordi dello stagno, mise una mano sulla sua schiena quando si fermò in piedi vicino a lui. Nonostante quel contatto non le chiedesse nulla, eccetto la più umana delle sensazioni, lei non si tirò indietro, non gli ricordò delle sue regole nel non voler frequentare i vampiri. Lei stava semplicemente lì in piedi, lasciando che il calore di lui le penetrasse nelle ossa. Lui era un enigma. Lo aveva visto freddo come il ghiaccio, un predatore, e lo aveva visto immerso nella luce del sole. Qualcuno poteva chiedersi quale fosse l’uomo, ma lei sapeva che era entrambi.
“Tu la ami ancora?” si ritrovò a chiedergli.
“Chi?”
“Quella vampira. Shamiya.”
La sua mano strinse la sua in un rimprovero gentile. “Una domanda stupida, cher. Sai bene che l’amore non può sopravvivere dove non c’è luce.”
Si, pensò. Aveva ragione. “ Che tipo era?”
“Perché così curiosa?”
“Mi chiedevo solo che tipo di donna avesse catturato un uomo come te.”
“Ma io non ero così quando mi conobbe.” Lui appoggiò il corpo contro il suo. “Ero un giovane senza alcuna esperienza. Sono cresciuto da allora.”
Accettando la risposta, si voltò ad osservare lo stagno dove lo spicchio di luna aveva illuminato i gigli con i suoi raggi. Per la prima volta da anni, la sua mente era completamente in pace, solo sua. La sensazione che provava era qualcosa di straordinario.
Quando passò le dita tra i capelli di Janvier, lui sospirò tenendosi però in silenzio.


Tre ore dopo, quella pace era solo un ricordo mentre lei si ritrovò in una nicchia nel corridoio che conduceva alla stanza dove Monique era confinata. “Sei sicuro che Callan sia ancora nel suo studio?”
Janvier annuì. “L’ho visto ritornare non molto tempo fa.”
“Bene, ma anche se riusciamo a sgattaiolare fuori dalla sua stanza,” sussurrò, sbirciando dietro l’angolo, “come facciamo a superare le guardie?”
Janvier giocherellò con il kit di chiavistelli che aveva tirato fuori dal nulla. “Sarebbe tutto più facile se potessimo usare il nome di Nazarach.”
“Giochi.” Sapendo chi stava al vertice. “Lui sta mettendo due vampiri l’uno contro l’altro, noi contro Callan. Non ci interessa nulla se non le debolezze che troviamo nell’operazione di Callan.”
“Nazarach è invecchiato velocemente.”
“Lui sembra nel fiore degli anni.”
“No. Qui.” Janvier mise il pugno sul suo cuore. “Io ho incontrato Favashi, l’arcangelo che governa la Persia. Lei ha un migliaio di anni eppure ha ancora un cuore, ancora un’umanità di cui Nazarach è privo.”
Ashwini annuì lentamente. “Esistono anche dei vampiri così.”
“Se io dovessi mai diventare così, mia cara Ashblade, considera l’omicidio una grazia e liberami.”
“Shh.”
Vedendo la piccola sagoma di Perida che stava andando a dare il cambio alla guardia, Ashwini fece cenno a Janvier di fare un passo indietro con lei. “Prenderemo in ostaggio Perida, la useremo per far uscire Monique.”
“Callan sparerà a Perida pur di tenere Monique,” replicò Janvier. “Perida non si opporrà, sa che non morirà a meno che non si scopre che Callan è un pessimo tiratore.”
“E le persone chiamano me pazza.” Nascondendosi nell’alcova emise un sospiro. “Attivare gli allarmi di fumo causerà il panico?”
“I vampiri sono immuni al fumo,” le mormorò Janvier, gli occhi dello stesso verde di una prateria nella notte, “ma non al fuoco. Incendiamo qualcosa se vuoi davvero il panico.”
“Non voglio uccidere innocenti.”
“Nessun vampiro con più di cinquant’anni è innocente, cherie.” Ma la sua voce era gentile. “Noi possiamo usare le tende nel salone, li allontanerà abbastanza senza mettere in pericolo chiunque si trovi nelle camere.”
Ashwini si controllò le tasche ed estrasse un accendino da quello che Sara aveva chiamava il kit della Ragazza Scout. “Vai a distrarre Perida.”
Un lampo di denti, un sorriso puramente colpevole. “Ricorda, mi hai chiesto tu di farlo.”
Stingendo gli occhi, aspettò che lui facesse il giro per entrare dall’altra parte. Perida lo intercettò immediatamente, e mentre lui flirtava con lei usando tutto il fascino indolente di Cajun, Ashwini strisciò fuori e abbassò le tende, sperando dannatamente che non ci fossero camere di sicurezza nella hall. Non notò nessuno, ma si sarebbe sentita meglio se avesse potuto effettuare una scansione totale.
Sfortunatamente non c’era tempo, in base alle voci che avevano sentito, secondo le quali Callan intendeva fare la sua mossa contro Antoine l’indomani mattina. Nel momento in cui l’avesse fatto, Atlanta si sarebbe trasformata in un bagno di sangue proprio quando i vampiri Beaumont si fossero scontrati contro quelli di Fox. Conoscendo Nazarach, l’angelo avrebbe lasciato bruciare la città, senza curarsi di chi fosse l’innocente che avrebbe affrontato quell’inferno.
Trattenendo il respiro fino a quando il bordo della tenda non tremolò di giallo, tornò indietro nel suo nascondiglio mentre Perida rideva e gentilmente colpiva sul petto Janvier; il vampiro mise teatralmente una mano sul suo cuore ma fece un passo indietro e, dopo aver augurato un amichevole bonne nuit, scomparve dietro l’angolo.
Perida stava ancora sorridendo quando raggiunse il punto davanti la stanza di Monique. Non durò a lungo. “Al fuoco!” urlando fuori quell’avviso, aprì la porta chiusa a chiave di Monique e ne tirò fuori l’ostaggio.
L’affascinante vampira stava ovviamente dormendo, il corpo avvolto da una camicia da notte bianca che a malapena le arrivava alle cosce. Comunque, fu abbastanza rapida da rendersi conto della situazione. “Vai ad aiutare a spegnere l’incendio,” ordinò alla sua guardia. “Io me la caverò da sola.”
Invece di obbedire, Perida afferrò il braccio di Monique e iniziò a trascinarla lungo il corridoio. “Non penso proprio, Ms. Beaumont. Tu starai con me.”
“Esattamente dove pensi che possa scappare in piena notte e a piedi nudi?” se ne uscì lei.
“Sei immortale esattamente come lo sono io. Qualche bruciatura e qualche graffio non procureranno niente se non qualche fastidio per un paio di minuti.”
“Allora forse desidero restare per un’altra ragione.” Il tono di Monique era tutta un’insinuazione. “Lui è piuttosto delizioso.”
La schiena di Perida si irrigidì come se fosse d’acciaio… lasciandola vulnerabile per una frazione di secondo. Era tutto ciò di cui Ashwini avesse bisogno. Scivolando dietro la guardia, colpì Perida sulla testa con una forza tale che avrebbe ucciso un umano. In questo caso, spedì la vampira nel mondo dei sogni. L’altra, quella bella, la fissò. “Chi sei tu?”
“Sono stata mandata per salvarti.”
“Non ho intenzione di andarmene.”

Edited by Karyn. - 27/2/2013, 15:57
 
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arya00
view post Posted on 8/2/2013, 14:54




wow grazie milleee <3 :grazie:
 
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Anairo_Aisha
view post Posted on 8/2/2013, 16:03




:grazie: Lucy!

:Lucia: :Lucia: :Lucia: :Lucia: :Lucia:
Come mi piace la complicità che c'è tra Ashwini e Janvier... :Love:
Ahah! Lo sapevo che Monique non voleva essere salvata!
Aspetto con ansia il prox capitolo: P.P.P.
:tipregoooo: :tipregoooo: :tipregoooo: :tipregoooo: :tipregoooo:
 
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view post Posted on 8/2/2013, 18:00
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:Lucia: :Lucia: :grazie: :grazie:
 
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adriana*
view post Posted on 10/2/2013, 02:12




a me sta monique non mi sta per niente simpatica.
BRAVA LUCIA!!!
 
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5 replies since 8/2/2013, 12:23   166 views
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