Ora potete leggere un estratto, fornitoci dall'autrice stessa, per farvi conoscere lo stile di scrittura e darvi un piccolo assaggio del favoloso mondo di "FRATELLI DELLO SPAZIO PROFONDO".
Buona lettura!
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Non appena arriveranno a controllare, sapremo che la rete sarà disattivata. Pronto a correre?»
«Cos’altro ho fatto, fino adesso?»
Tirò fuori da un taschino interno del giubbotto un pezzetto di esplosivo al plastico, sufficiente a provocare un botto non più potente di un grosso petardo e pochissimi danni.
«Via!» disse scagliandolo contro la rete.
A contatto con l’elettricità, esplose all’istante, mentre noi ce la filammo.
Immediatamente si accesero le luci arancioni dell’allarme, e in lontananza, nella torretta illuminata, si notarono dei movimenti concitati.
Poco dopo, un veicolo a cuscinetto si staccò dai piccoli hangar laterali, filando a tutta velocità verso il luogo dell’esplosione. Ne discesero alcuni uomini armati, i quali, constatata la presenza di un buco nella rete, nessuno nei paraggi e nemmeno un’impronta visibile nonostante il terreno molle di pioggia, comunicarono via radio soltanto di inviare un tecnico per rattoppare la rete, almeno provvisoriamente. Probabilmente, date le dimensioni del foro talmente modeste da non permettere il passaggio di un uomo, pensarono a qualche animaletto notturno, o allo scherzo di qualche studente brillo in vena di bravate.
«Siamo fortunati che sia uno spazioporto così minuscolo e con navi di nessun valore: in una stazione spaziale seria, le cose sarebbero andate ben diversamente» commentò Stylo mentre, da lontano, controllavamo l’evolversi della situazione.
Un secondo veicolo uscì dall’hangar e compì un giro a velocità moderata, all’interno del perimetro, a sincerarsi che intorno fosse tutto tranquillo, fermandosi poi accanto al primo.
«È arrivato il tecnico» disse Stylo. «Puoi andare!»
Ma nonostante avesse parlato al singolare, non appena scavalcai la rete disattivata, mi venne dietro.
«Ma non dovevi tornare indietro?» gli chiesi, saltando a terra.
«Voglio prima essere sicuro che tu riesca a lasciare Ottol.»
Cercava, più che altro, di convincere se stesso.
«Se mi hai seguito fino a questo punto, tu non tornerai indietro: non l’hai ancora capito?»
Corremmo insieme verso gli hangar centrali.
«Vuoi dire che dovrei sopportare la tua stravagante presenza ancora a lungo?»
«Io e te saremo amici per la vita, Stylo Van Hessel: insieme da qui fino all’ultimo respiro.»