ANGELS' PAWN
LE NOSTRE TRADUZIONI SONO LAVORI AMATORIALI TOTALMENTE ESEGUITE DAI NOSTRI UTENTI E SENZA SCOPO DI LUCRO.
SONO RISERVATE ESCLUSIVAMENTE AI NOSTRI UTENTI ED E' ASSOLUTAMENTE VIETATO PRELEVARE QUESTE TRADUZIONI, INTERAMENTE O PARZIALMENTE, PENA IL BAN.Tradotto da Lucy85!
Revisione a cura di Christiana V!
Capitolo 8Ashwini non era mai stata più felice di andarsene da un luogo. Partendo alle prime luci dell’alba, non si permise di tirare un sospiro di sollievo fino a quando non trascorsero almeno dieci minuti da quando il taxi non si allontanò dalla magione.
“Tu hai sentito delle cose a casa di Nazarach,” commentò Janvier accanto a lei. “Non solo la casa.”
Se avesse toccato Nazarach… La sua anima tremava dal terrore. “Poi c’era Antoine. Anche Simone. Ha fatto delle brutte cose a suo tempo.”
“E ancora ti dispiaci per lei.” Sospirò Janvier. “Perché sono l’unico per il quale non ti senti mai dispiaciuta?”
“Perché tu sei una spina nel fianco.”
Ci fu una risata mascolina mentre il taxi li portava ad una stazione ferroviaria. Dopo aver pagato, Ashwini scese e prese la sua borsa da viaggio mentre Janvier faceva la stesso con la sua. Callan le aveva restituite entrambe quella mattina presto, i suoi occhi promettevano delle ritorsioni future.
“Quindi,” iniziò Janvier mentre lei trovava qualche soldo per comprare un biglietto alla macchina, “siamo tornati ad essere avversari?”
“Sono in debito con te. Non lo dimenticherò.”
“Nemmeno io.”
Avvicinandosi quando lei prese il biglietto e si voltò, lui le accarezzò la guancia. “Se ti chiedessi di fidarti di me, Ashwini, cosa risponderesti?”
“Le parole non significano nulla. Sono i fatti che contano.”
E poiché lui era stato ferito per lei, gli posò la mano sulla sua guancia, creando tra loro una perfetta armonia. “Grazie.”
L’espressione di lui cambiò, diventando crudelmente più intima nel silenzio che aleggiava nella stazione a quell’ora del mattino. “Resta con me. Ti mostrerò cose che ti faranno ridere di gioia, urlare per la passione, piangere per la pura gioia di farlo.”
La conosceva bene, pensò lei. La conosceva abbastanza bene da offrirle la più selvaggia delle corse. “Sei tu che hai iniziato,” mormorò, “ma sei tu che devi andare.”
“Chi ti ha ferita,
cher?”
Una domanda gentile, ma vide il ghiaccio nei suoi occhi. Non sorpresa che lui avesse capito ciò che lei non aveva mai detto a nessuno, scosse la testa. “Nessuno che tu possa uccidere.” Un lento battito di ciglia coprì i suoi occhi. Quando si riaprirono, le si aspettò di vedere nuovamente il fascino del Cajun. Ma ciò che vide era la stessa oscurità latente, di quando era pronto a spillare sangue dal cuore. “Lo ami?”
“Un tempo sì,” gli rispose onestamente. “Ora non provo nulla.”
“Bugiarda.” Le sua dita si mossero sulla sua pelle, calde, vere e miracolosamente tranquille. “Se tu non sentissi nulla, non scapperesti così.”
La sua schiena si irrigidì ma mantenne il suo sguardo mentre il treno entrava in stazione. “Forse scappo perché mi piace. La libertà, l’entusiasmo, perché dovrei rinunciarvi?”
“Una parte di te è vento,” mormorò lui. “
Oui, è vero. Ma anche il vento qualche volta si riposa.”
Scuotendo la testa, fece scivolare la mano dietro il suo collo, immersa nel calore tipicamente maschile della sua pelle. “Allora considerami una tempesta senza fine.”
Il Cajun baciava esattamente come appariva – rude, naturale e pigro… nel migliore dei modi. La sua pazienza le faceva arricciare le dita dei piedi con la consapevolezza che lui l’avrebbe baciata così squisitamente anche in altri punti, più morbidi e più scuri. Mani agili le accarezzarono la schiena, mentre lui la stringeva a sé esplorandola così intensamente come lei faceva con lui. Indulgente, forte, selvaggio, il gusto di Janvier le riempì la bocca. E quando lei si tirò indietro, lui le morse il labbro inferiore. “Fino alla prossima volta, Cacciatrice.”
“La prossima volta impugnerò una balestra.” Era una certezza, considerata la propensione di Janvier a far incazzare gli angeli di alto rango. Un lento, lentissimo sorriso. “Potresti essere la mia donna perfetta.”
“Se lo fossi, saresti in guai seri.” Fece un passo indietro, ed entrò nella carrozza del treno, sulla scia dell'ultimo fischio di avvertimento. “Io non esco con i vampiri.”
“Chi ha parlato di appuntamenti?” Lui le fece quel sorriso malizioso che sembrava riservare solo a lei. “Io sto parlando di sangue, sesso e caccia.”
Mentre il treno si allontanava, Ashwini sapeva che era nei guai. Perché Janvier non solo la conosceva, ma la
comprendeva bene. “Sangue, sesso e caccia.” Era un proposta dannatamente allettante. Tirando fuori il suo cellulare, chiamò il Direttore della Corporazione.
“Sara, ho cambiato idea.”
“Su cosa?”
“Il Cajun.”
“Sei sicura?” le chiese Sara. “L’ultima volta che lo hai cacciato, mi hai detto di tenerti lontana da lui o saresti finita in isolamento volontario dopo averlo gettato in un pozzo di lava.”
“L’isolamento potrebbe essere ottimo per me.”
Una pausa. “Ash, ti rendi conto che vivi ai confini della realtà?”
L’affetto in quel commento la fece sorridere. “La normalità è sopravvalutata. Solo assicurati che io non partecipi a nessuna caccia in cui lui è coinvolto.”
“Va bene.” Sospirò la Direttrice. “Ma devo chiederti una cosa.”
“Cosa?”
“Voi due state
flirtando?
Ashwini sentì le labbra incurvarsi in un sorriso. “Se lui non diventa un esca per alligatori nella prossima caccia… forse.”
Edited by Karyn. - 27/2/2013, 15:55