Prologo e Capitolo 1, "Reckoning" di Jeaniene Frost

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A&P
view post Posted on 28/4/2013, 23:11




RECKONING



LE NOSTRE TRADUZIONI SONO LAVORI AMATORIALI TOTALMENTE ESEGUITE DAI NOSTRI UTENTI E SENZA SCOPO DI LUCRO.
SONO RISERVATE ESCLUSIVAMENTE AI NOSTRI UTENTI ED E' ASSOLUTAMENTE VIETATO PRELEVARE QUESTE TRADUZIONI, INTERAMENTE O PARZIALMENTE, PENA IL BAN.


Tradotto da Sara Stefanelli





Trama: A New Orleans, una coppia di serial killer non-morti sta per trasformare il Mardi Gras in uno spettacolo dell'orrore - a meno che l'immortale assassino Bones non dia loro prima la caccia. Da Jeaniene Frost arriva un romanzo avvincente con personaggi della sua famosa serie La cacciatrice della notte. Originariamente apparso nella antologia Unbound.




PROLOGO


16 febbraio 2004
New Orleans

Eric mandò giù l'ultimo sorso delle sue birre e posò la bottiglia vuota sul marciapiede. Non è colpa mia se non c'è un cestino della spazzatura qui vicino, pensò, ignorando l'occhiataccia che gli aveva rivolto la guida del tour. La brunetta alla sua destra sembrò non curarsene. Gli sorrise in un modo che lo rese grato di aver mandato via i suoi amici per prendere parte a questo stupido tour stregato.
"..di fronte a noi c'e' la casa dei LaLaurie", continuò la guida, indicando la grande struttura grigia all'angolo di Royal Street. "Questo è presumibilmente uno dei posti più infestati del Quartiere Francese. Qui, alla metà del 1800, un indefinito numero di schiavi fu torturato e ucciso dal dottor Louis LaLaurie, e sua moglie, Delphine.."
Eric si avvicinò alla brunetta sexy, che sembrava non prestare molta più attenzione di lui alla guida. Era magra, come piacevano a lui e, sebbene i suoi seni non fossero grandi, aveva delle gran belle gambe e un bel sedere. Anche il suo viso era carino, ora che lo notava.
"Hey. Io sono Eric. E tu?" chiese, cacciando indietro il biascichio. Sorridi. Sembra interessato.
"Dove sono i tuoi amici?" domandò lei. Aveva un accento che sembrava francese, e quella era una strana domanda. Ma sorrideva mentre lo chiedeva, i suoi occhi che lo scrutavano in un modo che risvegliò le sue parti basse.
"Sono al Pat O'Brien's", disse Erik, con un gesto vago. La guida lo stava guardando di traverso più apertamente adesso, continuando a raccontare gli esperimenti medici dei LaLaurie sui loro schiavi e altre stranezze, grandi stronzate che lui non voleva stare a sentire. "Ti va di prendere un drink?"
La brunetta si avvicinò, fino a che non fu alla sua destra e i suoi capezzoli praticamente gli accarezzavano il petto. "Sono dell'umore per più di un drink, tu no?"
Oh sì. Lui ebbe una definita erezione nei pantaloni. "Piccola, non ci crederesti."
Eric diede un'occhiata in giro, trovando un po' di persone che lo fissavano. Okay, l'aveva detto a voce un po' alta.
"Ho una stanza al Dauphine" provò lui di nuovo, con un tono più basso. "Potremmo andare lì..."
"Il mio appartamento è più vicino." lo interruppe lei, prendendo la sua mano. Aveva anche una presa solida. "Vieni con me"
Lo condusse fino alla strada, zigzagando fra le persone che incontravano e rivolgendogli di tanto in tanto da sopra la spalla quei sorrisi che dicevano 'scopami'. Eric era eccitato. Era lì da tre giorni e non aveva ancora scopato. Era ora di concedersi qualche distrazione in quel viaggio.
La ragazza lo portò in un vicolo, camminando con lo stesso passo di prima, anche se lui aveva difficoltà nel vedere dove stessero andando. Eric inciampò in qualcosa – una bottiglia probabilmente – ma lei gli afferrò subito il braccio, mantenendolo in piedi.
“Hey.” Ghignò. “Bei riflessi”
La ragazza mormorò qualcosa che lui non comprese, non solo perché era ubriaco.
“È francese?” chiese Eric.
I capelli scuri di lei ondularono mentre dava un occhiata al ragazzo e gli rispondeva . “ Oui. Si”
“Fico.”
Lo condusse su per una scala antincendio alla fine del vicolo, aprì una porta sul pianerottolo che non era stata chiusa a chiave e lo spinse dentro. Le luci erano spente, ovunque si trovassero, ma questo doveva essere casa sua. Lei chiuse la porta dietro di lui e il suo sorriso divenne più ampio.
“Sto per mangiarti”, disse in un sexy e accentato mormorio che lo fece eccitare ancora più.
Eric l’afferrò, strizzando quel bellissimo culo mentre la baciava. Lei aprì la bocca, permettendo alla lingua del ragazzo di esplorarla mentre si strusciava contro di lei. Il preservativo è nella tasca posteriore, ricordò Eric a se stesso. Una ragazza così facile potrebbe avere qualche malattia.
La ragazza gli posò le braccia intorno al collo, tenendosi a lui come se ne avesse un disperato bisogno. Eric cercò a tentoni la patta dei suoi pantaloni. Proprio qui, proprio adesso andava bene anche a lui.
Aveva slacciato i pantaloni e le sue mani erano sulla gonna corta della ragazza, quando lei gli morse la lingua coi denti. Le tirò la testa indietro.
Eric urlò, fissando con orrore il sangue attorno alla sua bocca mentre gli sorrideva di nuovo. La sua lingua pulsò come se fosse infuocata.
“Puttana squilibrata” provò a dire, ma venne fuori una cosa come “’taaaana ilibata”. Il sangue stava ancora colando dalla sua lingua, e quando ne sentì la punta… non c’era più.
“Puttana di merda!” Eric esclamò, fregandosene se lei capisse o meno le parole confuse. Alzò il pugno -- e si ritrovò in caduta libera, fino a quando raggiunse il pavimento con un tonfo che fece gli sentire come se si fosse spaccato la testa in due.
Per un indistinto momento, Eric rimase lì disteso. Scale, dedusse. La puttana mi ha spinto giù dalle scale. Sentì la prima ondata di paura mista alla rabbia.
Una luce si accese nella stanza e Eric tremò, battendo le palpebre per un minuto a causa della luce prima che le immagini tornassero a fuoco.
C'era un uomo alto, magro, in piedi dietro un manichino. Sembrava che lo stesse assemblando, perché una gamba era sul pavimento accanto all'uomo e il braccio diviso in due pezzi più lontano. Poi la testa del manichino si girò. Le palpebre degli occhi spalancati, la bocca aperta...
Eric urlò, provando ad alzarsi goffamente, ma un dolore bruciante nella gamba glielo impedì. L'uomo ignorò le urla del ragazzo e i suoi affannosi tentativi di fuga mentre dava un'occhiata inquisitoria su per le scale.
"Mon amour, mi stavo preoccupando"
La ragazza apparve in cima alle scale "Perché? Nessuno sa che siamo qui"
Eric riuscì a mettersi in piedi. L'agonia divampò nella gamba nonostante tenesse la maggior parte del peso sull'altra.
"Nessuno di voi due mi tocchi!" boccheggiò, guardandosi intorno per trovare qualcosa, qualunque cosa, al fine di usarla per respingerli.
La ragazza sorrise scendendo le scale. Con il suo sangue ancora intorno alla bocca, il suo sguardo sembrava ancora più lascivo.
"Toccarti? Mon cher, te l'ho già detto, sto per mangiarti"




Capitolo 1



Bones diede l'ennesima occhiata in giro mentre camminava rapidamente attraverso le vie del Quartiere Francese. Gli odori lo assalirono; innumerevoli profumi, odori corporei di tutti i tipi di igiene, cibo in cottura, o lasciato a decomporsi nella spazzatura.
Secoli di decadenza avevano dato al Quartiere Francese un unico, permanente tanfo che nessun vampiro avrebbe potuto ignorare del tutto.
Oltre alla cacofonia degli odori c'era il rumore. Musica, risate, urla e conversazioni si mescolavano in un costante rumore bianco.
Non appena girò l'angolo, Bones si domandò di nuovo perché Marie lo avesse convocato. Non era tenuto a venire, non apparteneva alla sua stirpe, quindi non le doveva nessuna lealtà. Ma quando la regina di New Orleans chiamava, Bones rispondeva. Per cominciare, rispettava Marie. E poi reputava che la sua testa non avrebbe avuto il piacere di stare sulle sue spalle molto a lungo se lui l'avesse offesa.
Nonostante ci fossero diverse possibilità, ciò che Marie voleva avrebbe probabilmente coinvolto Bones nell'uccisione di qualcuno.
Aveva appena svoltato un altro angolo quando l'istinto gli disse che era osservato. Si mosse di scatto verso il lato della strada e sentì un dolore acuto trafiggergli la schiena un istante dopo. Bones si voltò di scatto, buttando le persone a terra per lanciarsi nella porta più vicina. Con la sua schiena al sicuro contro il muro e l'unica entrata ben in vista, guardò in basso verso il suo petto.
Una freccia sporgeva, la sua punta ampia agganciata su tre lati dove gli aveva colpito il petto. L'asta stava ancora sporgendo dalla sua schiena. Lui toccò la punta insanguinata e imprecò.
Argento. Due pollici più in basso e avrebbe trapassato il cuore, ponendo fine alla sua vita per sempre.
"Ehi, amico", disse qualcuno. "Va tutto bene?"
"Da morire", rispose ironicamente Bones. Si guardò intorno e realizzò che era finito in un bar. I clienti gli stavano guardando con occhi sbarrati il petto.
Si fermò il tempo necessario per togliersi la freccia dal petto prima di defilarsi dalla porta muovendosi a una velocità che sarebbe sembrata solo una forma indistinta agli occhi di chi non guardava nel bar. Non si preoccupò di loro, in ogni caso. La sua attenzione era focalizzata nel trovare chiunque avesse scoccato la freccia modificata. Dall'angolazione con cui l'aveva infilzato, era stata scoccata dall’alto.
Un salto verticale e fu sul tetto del bar, acquattandosi di nuovo mentre il suo sguardo controllava i palazzi più vicini. Niente. Bones corse sui tetti degli edifici per due isolati, fino a quando sentì con certezza di trovarsi nel punto esatto in cui il tiratore gli aveva sparato. C’era una debole, carica di energia nell’aria che confermò ciò che aveva sospettato: chiunque avesse tirato la freccia, non era umano.
Si prese un altro momento per ispezionare i tetti, ma non c’era più nessuno in vista. Lui o lei era veloce, era passato meno di un minuto da quando aveva tirato la freccia a quando Bones era arrivato dove l’aspirante assassino si era nascosto. Non era un dilettante. E chiunque fosse, era stato avvisato rapidamente della presenza di Bones nel Quartiere. Era arrivato solo la notte precedente.
Si diede una mentale scrollata di spalle mentre saltava giù in strada, desideroso di stare in mezzo alla mischia di persone, ma non dimenticandosi del suo appuntamento. Era già morto una volta e preferiva togliersi dal filo del rasoio preoccupandosi più tardi di ciò che gli era appena accaduto.

Bones aspettò fuori dal cancello di ferro battuto del St. Louis Cemetery #1. La sua schiena era poggiata contro un palo, e aveva continuato a tenere d'occhio i tetti, pronto a scattare al minimo accenno di movimento.
I fantasmi infestavano il cimitero e le strade circostanti come spettrali ragnatele. Bones li ignorò, benché potessero essere rumorosi e fastidiosi quanto i turisti. Il Quartiere di New Orleans era l’ultimo posto per tutti per stare tranquilli, sia per i vivi che per i morti.
Cinque minuti dopo, un uomo gigante gli venne incontro. La sua aura annunciò che era un ghoul, anche se non aveva niente in comune con quelli interpretati a Hollywood. No, lui aveva una pelle morbida e scura, la testa calva e un petto grande come una botte, la immagine della perfetta salute e vitalità. Eccetto per il passo, che era particolarmente goffo, ed era una cosa insolita vista la normale e aggraziata andatura dei non-morti.
“Bones”, lo accolse l’uomo.
Erano passati decenni, ma Bones ricordava il suo nome. “Jelani." Lui annuì. “Sono qui per vedere Majestic, come da lei richiesto.”
Jelani fece un gesto con la mano. “Seguimi.”
La luce della luna si rifletté sui guanti neri di Jelani, il cui aspetto fin era troppo perfetto e compatto. Protesi. E gli mancavano anche entrambe le gambe dal ginocchio in giù. Bones non sapeva come Jelani avesse perso le gambe e le braccia, ma sapeva che era successo prima che diventasse un ghoul. L'unica cosa che non ricresceva dopo essere stata tagliata via da un vampiro o un ghoul era la testa.
Ma ciò che non sapeva era perché si stessero allontanando dal cimitero, invece di rimanere all'interno dei suoi cancelli.
"Amico non ti sarai mica perso, vero?" Bones chiese con cauta cordialità. Aveva avuto altri incontri con Marie prima di allora, e si erano sempre tenuti nel sottosuolo del cimitero, proprio sotto a dove si trovava la sua tomba vuota. Marie Laveau se non altro aveva il senso dell'ironia. Jelani si voltò per metà, ma non rallentò la sua forzata andatura. "Se hai paura di seguirmi, con tutto ciò che poi ne segue, va' via."
A Bones sfuggì uno sbuffo mentre si fermava. “Provi a prendermi per il culo? Neanche morto. Mezz’ora fa, qualcuno ha tentato di uccidermi, e adesso tu vuoi che io incontri Majestic in un luogo lontano dal solito posto. Dimmi perché, o andrò via, e allora tu potrai spiegarle come mai tu non sia stato in grado di impedirmelo.” Jelani si fermò, il suo viso ancora di profilo. “Majestic non è qui. Lei mi ha incaricato di parlarti al posto suo.” Bones inarcò le sopracciglia. Marie era nota per le sue richieste manipolatrici, minacce, o punizioni che lei stessa infliggeva, ma aveva mandato il suo lacchè Jelani per incontrarlo? Ciò lo rese ancora più curioso di scoprire cosa volesse. “Okay, allora” disse Bones. “Dopo di te.”

Jelani lo condusse al Lafitte’s Blacksmith House, il bar più vecchio del Quartiere Francese. Bones ordinò un whisky liscio. Il ghoul non ordinò niente. Il suo sguardo continuava a guizzare intorno , come in attesa di qualcosa, o forse per il nervosismo. Bones spostò la sua mano avvicinandola quasi casualmente al suo portafoglio. Aveva parecchi coltelli d’argento lungo i pantaloni e le maniche , in caso di un attacco da parte di vampiri, ma niente eccetto la decapitazione avrebbe ucciso un ghoul.
“Marie” lo incalzò Bones.
“Majestic” lo corresse Jelani.
Bones resistette all’impulso di alzare gli occhi al cielo. Le formalità sono superate, quindi togliti quel bastone dal culo.
Invece disse "Che cosa vuole lei da me?”
Jelani raggiunse la sua giacca. I suoi movimenti erano rallentati dalla sua mano finta e di plastica, quindi Bones non sentì la diffidenza che generalmente gli avrebbe provocato quel gesto. Quindi Jelani tirò fuori una busta di carta.
Bones la prese, fece scivolare fuori delle foto con discrezione, prendendosi solo un momento per osservare sia quelle che le pagine sottostanti. Poi le rimise nella busta e lanciò uno sguardo duro e piatto all’uomo che gli stava di fronte.
“Cosa ti fa pensare che loro siano ancora vivi? C’è stata a malapena una notizia su questa coppia per mezzo secolo.”
Gli occhi di Jelani erano di un marrone scuro, quasi lo stesso colore di quelli di Bones, e il suo sguardo era ugualmente duro. “Sono vivi e sono in città.”
“Perché un po’ di sangue e parti di corpi sono stati trovati in un appartamento?" chiese Bones in modo sprezzante. "Qualsiasi umano potrebbe essere responsabile di una cosa simile".
"Sono loro." Il tono di Jelani era enfatico. "Stanno ripetendo ciò che hanno fatto quarant'anni fa. Majestic era oltreoceano allora, e loro vennero qui proprio prima del Martedì Grasso. Fino al Mercoledì delle Ceneri, quindici persone erano scomparse. Adesso un'altra volta, la Regina è lontana e loro sono tornati."
Bones lo studiò. O Jelani era veramente bravo a mentire oppure credeva davvero in ciò che diceva. Cosa che in ogni caso non rendeva vero ciò che sosteneva.
"Ho bisogno di maggiori prove di qualche turista scomparso durante l'assenza di Marie. Perché non ho sentito del loro ritorno a New Orleans, come dici tu? Una notizia simile si sparge molto facilmente, amico."
Anche Jelani stette attento a non dire i loro nomi "Ho sentito il loro odore entrambe le volte," replicò, non curandosi di correggere Bones che aveva chiamato Majestic di nuovo Marie. "Majestic vuole che ti occupi di questo con discrezione. Una volta finito, lei si prenderà il merito per la loro punizione, così non sembrerà che abbia lasciato scappare per la seconda volta gli assassini che cacciavano nella sua città durante la sua assenza."
Bones si tamburello il mento. Non sarebbe stato un lavoro facile. I LaLauries erano famigerati sia nel mondo umano che nella storia dei non-morti. Si diceva che Louis fosse in giro da quattrocento anni e fosse un potente ghoul. Delphine non aveva più di duecento anni, ma ciò che le mancava rispetto all'età di Louis, lo compensava con la brutalità.
"Centomila sterline" disse Bones.
Era un prezzo abbastanza alto così che Marie non avrebbe pensato di dovergli un favore, ma abbastanza basso che le avrebbe fatto capire che era un prezzo da amici. In verità, lui avrebbe fatto questo lavoro gratuitamente. I LaLauries erano una coppia terribile come alcuni degli altri stronzi che Bones aveva fatto fuori gratis.
Jelani non sbatté neanche le palpebre. "Se finisci entro il Mercoledì delle Ceneri, i soldi sono tuoi."
Questo gli dava poco più di una settimana. Bones finì il suo whisky. Non c'era tempo da perdere allora.
"Mi darai l'intero accesso alla città", disse, poggiando il suo bicchiere. "E mi starai fuori dai piedi a meno che non riceverai diverse istruzioni. Abbiamo un accordo?"
Jelani gli rivolse un debole sorriso. "Ce l'abbiamo."
 
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kurechan
view post Posted on 29/4/2013, 11:52




grazieeeeeeee....Bones lo leggerei sempre :grazie:
 
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micetta
view post Posted on 29/4/2013, 12:53




che emozione vederlo finalmente pubblicato su un forum ** ringrazio le Admin per l'opportunità che mi hanno dato <3
 
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artemisia
view post Posted on 29/4/2013, 15:25




Oddioooo ...io vi amo *.*
 
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view post Posted on 29/4/2013, 16:23
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Una delle mie serie preferite Grazie
 
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AnitaBlake
view post Posted on 29/4/2013, 19:21




Hehehheheheh! Potevo non leggerlo? IMPOSSIBILE!!
Grazie mille per questo regalo!!!

 
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view post Posted on 1/5/2013, 14:21

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Bello bello bello ma rinfrescate i un po' la memoria qui siamo nel periodo prima di Cat o nel periodo di separazione tra i due? Argh la memoria sta andando a farsi benedire!
 
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A&P
view post Posted on 1/5/2013, 17:15




Questo è il prequel della serie..lui e Cat non si conoscevano :D
 
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view post Posted on 1/5/2013, 21:28

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Ok grazie e che per me ormai e difficile vederlo senza Cat....però mi piace pensare di sapere ciò che lo aspetta,l'incontro i battibecchi e l'amore la separazione e poi la ricongiunzione e il matrimonio...grazie del regalo che ci fate!::D:
 
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Yuuki18
view post Posted on 8/9/2013, 16:26




BELLISSIMO!!!!!!

Grazie mille!! :ahahah: :ahahah: :ahahah:
 
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9 replies since 28/4/2013, 23:11   253 views
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