Dark Warrior, di Kresley Cole - 11° libro della serie "Gli Immortali"

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A&P
view post Posted on 31/7/2013, 14:55 by: A&P





DARK WARRIOR
Kresley Cole
Gli Immortali #11




Di solito non è difficile per me recensire un libro. Se è molto bello le parole vengono da sé, uguale se è molto brutto, distruggere qualcosa di pessimo è piacevole. Quando un libro lascia interdetti però c’è poco da fare: le idee sono confuse, inciampo nelle parole, ho paura di dire troppo o troppo poco.
Questa volta a crearmi problemi è Kresley Cole, che ultimamente ho letteralmente osannato per il suo capolavoro YA “Poison Princess” e per il magnifico “Dark Demon”.
Quando un’autrice diventa marchio di garanzia le aspettative sono sempre molto alte, forse è sbagliato, forse l’approccio al libro deve essere obiettivo, lucido e non deve coinvolgere le emozioni e le previsioni.
Cercherò di essere fredda e precisa.
“Dark Warrior”, ultimo libro edito in Italia della serie Immortals after Dark, parla di una storia maledetta, quella tra una donna immortale e un uomo mortale che la rincorre attraverso i secoli, reincarnandosi continuamente.
Regin, la protagonista, osserva il suo amato morire ogni volta, abbandonarla appena ricorda il loro passato. Con il cuore spezzato dalle precedenti perdite, cerca di fuggire al nuovo Aidan, l’uomo che recherà in sé l’anima dell’antico berserker.
La storia è notevole, strappalacrime, un vero punto di partenza per un amore complicato, travagliato e indimenticabile. La Cole, inoltre, non accontentandosi del dramma già presente, calca la mano: l’ultima reincarnazione sarà un nemico della frizzante valchiria.
Vi lascio immaginare quanto queste premesse mi abbiano esaltato: l’odio che si trasforma in amore, il passato che diviene presente, la sofferenza e la paura di perdere di nuovo l’uomo della propria vita.
C’era materiale per un libro epico.
Peccato che la scrittrice abbia deciso di dare forfait proprio nel momento in cui doveva cacciare gli attributi.
Si, perché di tutta l’intensità, il desiderio, i sogni e le speranze, l’autrice ci ha mostrato solo una tiepida imitazione.
Declan Chase, personaggio complesso e complessato, è un uomo freddo, sofferente che ha come unica missione nella vita la distruzione degli immortali.
Le sue sicurezze vacillano quando cattura Regin, un donna attraente, divertente e per nulla malvagia.
La su freddezza si trasforma in confusione, poi rabbia, poi desiderio, e ancora confusione e smarrimento. L’uomo dubita, ma torna sempre risoluto sulle proprie convinzioni.
E ovviamente tortura, cattura, massacra. Uomini, donne, bambini, non fa differenza: devono morire.
Un personaggio di certo atipico, non l’eroe perfetto, ma un uomo studiato per dar vita a un percorso di pentimento e redenzione.
E si sa, a noi donne il cattivo ragazzo che mette la testa a posto piace da morire.
Declan convince, sconcerta e poi intenerisce, si fa odiare e amare. Le sue azioni, il suo modo di pensare, di affrontare i cambiamenti, sono un labirinto di incoerenza e frustrazione, di rabbia e di dolore.
Mi chiederete allora di cosa mi lamento. Anche se la Cole ci fa vedere la complessità del personaggio, non ce la fa vivere. Le sue reazioni, anche se forti nella descrizione, appaiono moderate, distanti, insoddisfacenti.
La sua maturazione è una barzelletta insulsa e stucchevole, il suo percorso di redenzione privo di seri ostacoli e povero di pentimento e rimpianto.
Declan è Satana, ma con uno schiocco delle dita diventa un cucciolo spelacchiato con gli occhioni grossi come due monete. E che diavolo un po’ di sofferenza no? Una seria sottomissione con tanto di strisciata e cartello con scritto “ti prego perdonami”? Un po’ di “ehi-ora-ti-faccio-arrivare-in-paradiso-a-calci- in-culo”? NIENTE.
La “cazzuta” valchiria (si fa per dire), si fa malmenare, torturare, avvelenare, maciullare, e poi ovviamente, dopo un paio di pugni per scaricare la tensione (si, sono solo due), finisce nel letto del suo spietato aguzzino…wow!
Mentre il personaggio maschile ha una buona caratterizzazione, Regin è… inclassificabile.
Il suo umorismo, la sua simpatia, le sue battute brillanti, fanno ridere e passare momenti piacevoli. Ma cinquecento pagine in cui non si ferma mai a riflettere sono pesanti, le battute prima o poi non fanno più ridere e il personaggi si rivela vuoto. La sua sofferenza dura sempre il tempo di sbattere le ciglia, il suo dolore si intuisce ma non è mai impetuoso, violento.
La valchiria è poco caratterizzata, poco convincete, poco intensa, poco travolgente e emozionante, poco…tutto!
Il libro nel complesso risulta però buono. La trama orizzontale (quella che coinvolge tutti i libri) è ben strutturata, le vicende sono inserite in un quadro pre-Ascesa adrenalinico e inquietante.
I personaggi secondari sono misteriosi, simpatici, e creano tanta aspettativa. L’Antico Nemico ne è un esempio.
Lothaire, protagonista del prossimo libro, si rivela già dalle prime battute un uomo dalla fine intelligenza, dalla mente acuta e perversa. La follia sembra dominare ogni sua azione, anche se si intuisce un disegno preciso e studiato fin nei minimi dettagli. Ha un umorismo macabro, particolare, che o si ama o si odia. Io lo adoro, come dice una mia amica, noi pazzi ci capiamo al volo!
La Cole ha il pregio di farsi seguire anche quando non convince (la mia maratona di lettura è durata otto ore con gli occhi appiccicati alle pagine), ha la capacità di incuriosire e coinvolgere. La sua abilità non si limita ai personaggi, ma alla storia nella sua completezza. Il suo romanzo, infatti, ha così tanti elementi che, anche se i protagonisti non sono il massimo, la trama lascia senza fiato.
Il prodotto non raggiunge il voto massimo, un 7.5 è tutto ciò che mi sento di dare nello specifico, ma assume un’importante connotazione all’interno della saga, che rimane ai primi posti del mio Olimpo personale, attestandosi come una delle migliori in circolazione.



Edited by Pau_7 - 31/1/2015, 00:46
 
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