Rapporto mattutino, di Sue Brown - 1° libro della serie "Rapporto Mattutino"

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 29/5/2013, 14:22
Avatar

Sono fatta così...un enigma avvolto in un indovinello e confezionato in un paradosso!

Group:
Admin
Posts:
8,149
Location:
Roma

Status:


RAPPORTO MATTUTINO

rapportomattutinoA un decennio dal loro primo bacio, Luke Murray è sempre più innamorato di Simon ogni giorno che passa. Gestiscono insieme il ranch Lost Cow di proprietà dei genitori di Luke, tengono un profilo basso e vanno d’accordo con la gente del posto, anche se Luke è conosciuto per essere una testa calda. Poi, un giorno, scoprono che i proprietari di un negozio locale si rifiutano di servirli.

Ne restano sconcertati, fino a quando la mamma di Luke spiega loro che il nuovo pastore li ha presi di mira in un paio di sermoni. Improvvisamente Luke e Simon si ritrovano alienati dalle persone che consideravano amici e il ranch subisce una serie di attacchi. Mentre l’odio e l’omofobia della città si rivolta contro di loro, Luke e Simon affronteranno una decisione critica: cedere alle richieste della città e sparire o restare e combattere per loro stessi e per il loro amore.

Genere: M/M
Editore: Dreamspinner Press
Pagine: 242


Acquista il libro sul sito!




La serie "Rapporto Mattutino" è così composta:
1 - RAPPORTO MATTUTINO
2 - Completa fiducia
+ altri a seguire


ESTRATTO:
Capitolo Uno





LO SBADIGLIO lo colse di sorpresa. Luke stiracchiò le braccia e ruotò le spalle, cercando di rilassare i muscoli della schiena, irrigiditi dalle tre ore di lavoro al computer. Se stava già sbadigliando alle nove del mattino, era il momento di fermarsi. Socchiuse gli occhi e osservò lo schermo. I fogli di calcolo erano fatti e i conti erano quasi aggiornati. Ancora una mezz’ora e avrebbe finito.

Guardò con desiderio il panorama fuori dalla finestra. Erano i primi mesi dell’anno e le mattine erano sempre piacevolmente fresche e pungenti. Da qualche parte, là fuori, il suo capo ranch stava cavalcando verso casa per fargli la sua relazione mattutina, godendosi il sole prima che il calore della giornata ne portasse via la piacevolezza.

Luke mise il broncio, guardando torvo il proprio computer, nonostante non ci fosse nessuno a vederlo. Voleva essere là fuori su Lulu, a inspirare boccate d’aria fresca, a sentire il dolce profumo dell’erba invece di rimanere lì davanti a un computer. Era un cowboy, maledizione, non un dannato burocrate.

“Se non stai attento, la tua faccia resterà bloccata così per sempre.”

“Sarò incatenato a questa sedia per sempre,” commentò acidamente, girandosi a guardare il suo capo ranch che gli sorrideva attraverso la finestra aperta. Come sempre, i capelli scuri gli ricadevano in avanti e gli coprivano gli occhi e Luke resistette alla tentazione di avvicinarsi per spingerli via per vedere così i suoi grandi occhi blu come l’oceano e il loro scintillio malizioso.

“Non hai ancora finito?” Simon usò un tono comprensivo, sapendo bene quanto il suo compagno odiasse restare rinchiuso in casa con quei libri contabili.

Luke si grattò la nuca. “Ancora mezz’ora, penso. Mi mancano solo i conti correnti.” Fece una smorfia. “Il recinto era ancora in piedi?”

Simon annuì. “Non per molto, comunque. Che ne dici se facciamo il nostro incontro mattutino e poi io preparo la colazione mentre tu finisci qui? Dobbiamo andare in città a fare rifornimento prima che Lil arrivi con il bestiame nuovo.”

“Sembra un ottimo piano. Ci vediamo in ufficio?”

“Cinque minuti per passare le cose a Chuck e arrivo,” gli promise il capo ranch.

Controllando la finestra per verificare che Simon non stesse più guardando, Luke fece una linguaccia al computer. Il suo umore era notevolmente migliorato e l’uomo sorrise mentre saliva in ufficio. Ora era il momento della sua ricompensa.



CONOSCEVA Simon da dieci anni e per più della metà di quel periodo avevano condotto il ranch insieme. Tecnicamente il ranch era ancora di suo padre, ma entrambi sapevano che era solo questione di tempo prima che lo vendesse a loro. Il fratello maggiore di Luke non aveva alcun interesse nel ranch e sua sorella era al college. Nessuno di loro aveva obiezioni da fare sul fatto che Luke subentrasse nella gestione. E poi i loro genitori vivevano alla periferia del ranch, più vicini alla città.

Simon era stato suo coinquilino al college. C’erano voluti circa cinque minuti perché entrambi capissero di avere incontrato un amico vero. Invece c’era voluto un po’ di più a Luke per far chiarezza riguardo alla propria sessualità. Un conto era diventare amici all’istante con un ragazzo… ma lui veniva da un paese molto legato alla Bibbia e non era stupido… tranne quando era ubriaco.

Si era scoperto poi che anche Simon aveva un segreto. C'era voluto un mese, troppa birra da due soldi, un cazzone omofobo e Luke che si comportava da stupido, per scoprire quale fosse. Simon aveva dovuto fisicamente trascinare l’amico fuori dal bar prima che venissero entrambi arrestati per aggressione e che aggiungessero alle accuse di Simon quella di assunzione di alcolici sotto l’età consentita.

Luke era una testa calda quando era ubriaco e in quel momento era così furioso che sarebbe tornato indietro per completare ciò che aveva iniziato. Già allora era forte e nerboruto, un patrimonio che aveva acquisito vivendo al ranch. Simon era sottile come un filo d’erba se paragonato a com’era ora, ma aveva il vantaggio dell’altezza e l’aveva sfruttato, intrappolando Luke contro il muro e bloccandogli i polsi contro i mattoni grezzi finché quest’ultimo non si fu calmato. Sempre cercando di liberarsi dalla sua presa, Luke l’aveva riempito d’insulti perché non gli permetteva di andare a finire di picchiare l’uomo che li aveva chiamati finocchi mentre bevevano tranquillamente in un angolo.

Simon l’aveva fatto tacere prima che Luke potesse aggiungere qualcosa di cui entrambi si sarebbero poi pentiti. L’aveva fatto nell’unico modo in cui poteva farlo, spingendo Luke ancora di più contro il muro e leccandogli - leccandogli - le labbra.

“Chiudi quella cavolo di bocca,” aveva sospirato mentre si chinava per baciarlo.

Luke aveva sentito il sapore di bibita e alette di pollo mentre Simon gli catturava la bocca nel bacio più dolce che avesse mai sperimentato. Luke aveva quattro anni più di Simon. Aveva rimandato la sua iscrizione al college perché suo padre si era ammalato e, quando finalmente aveva cominciato a frequentarlo, si era sentito come un vecchio se paragonato ai ragazzini appena usciti dal liceo. Con Simon però era stato diverso: quel suo nuovo amico era sembrato più grande, temprato dalla vita nonostante avesse avuto solo diciotto anni. Luke non era estraneo ai baci, ma niente l’aveva preparato alla consapevolezza che, nel momento in cui quel bacio fosse terminato, quel ragazzo sarebbe stato colui con il quale avrebbe voluto passare il resto della vita. Lo shock l’aveva zittito in maniera più efficace del bacio stesso.

Alla fine di quella serata aveva scoperto che Simon aveva provato le stesse cose e, quando Luke era tornato al ranch Lost Cow, terminato il college, era stato inevitabile che il ragazzo lo seguisse. Sua mamma e suo papà avevano affrontato l’arrivo di Simon nello stesso modo in cui avevano affrontato l’annuncio di Luke di essere gay: li avevano baciati, abbracciati e avevano detto loro di tenere un basso profilo ed essere cauti. E, per la maggior parte del tempo, era quello che avevano fatto. I lavoratori del ranch sapevano di loro due, ovviamente. Sapevano tutto. Quelli che avevano un problema ad accettare la cosa se ne andavano alla svelta, gli altri restavano e tenevano la bocca chiusa.

Erano passati dieci anni e Luke ancora non riusciva a credere alla fortuna di aver trovato qualcuno con cui condividere ogni risveglio e ogni notte della sua vita. Simon aveva lavorato fino a diventare capo ranch e ora i due condividevano le responsabilità della gestione.

Avevano rapidamente capito che Luke era meno irritabile quando svolgeva il lavoro d’ufficio la mattina presto, in modo da avere il resto del giorno per fare il cowboy, all’aria aperta, con i suoi uomini. Questo era il motivo per cui il loro incontro mattutino avveniva dopo il lavoro d’ufficio, come ricompensa per essere stato un così bravo ragazzo. Niente lavoro d’ufficio significava niente incontro mattutino e, dannazione, Luke riusciva a essere intrattabile senza il suo rapporto mattutino.

Luke entrò in ufficio e aprì l’acqua della doccia. Scivolò fuori dai vestiti e s’infilò sotto il getto caldo con un sospiro di sollievo. Lasciò che l’acqua gli scorresse sul viso e sul corpo mentre si rilassava e un basso gemito di puro piacere gli sfuggì dalle labbra.

“Hmmm, sembra che tu abbia cominciato senza di me, capo.”

Luke sorrise. “Al momento non sto facendo proprio niente. Stavo pensando che era ora che il mio capo ranch mi facesse la sua relazione mattutina.”

Un corpo caldo e solido gli scivolò alle spalle, premendosi contro il suo. “Presente a rapporto, signore.”

Questo era il momento della giornata preferito da Luke: il suo cowboy prediletto che gli dava le notizie importanti mentre lasciava scivolare una mano sui suoi addominali piatti fino a circondargli il sesso duro. Simon gli morse la pelle soffice alla base del collo e lo masturbò con decisione.

Luke indugiò nella sensazione di quel morso e rabbrividì quando Simon succhiò la carne tenera. “Niente che ci sia bisogno, cazzo, di menzionare?” boccheggiò mentre il polpastrello del pollice di Simon spingeva all’interno dell’apertura sul glande.

“No.”

“Bene, fallo ancora.”

“Cosa? Questo?” Simon morse con forza la scapola di Luke. In risposta all’annuire frenetico del suo uomo, lo morse ancora e ancora, marchiandolo possessivamente sulla schiena. Luke si contorse contro di lui, ignorando il getto d’acqua sul viso mentre si spingeva all’indietro contro i denti di Simon.

“Il recinto è ancora su nella parte più lontana?” ansimò Luke mentre Simon gli mordeva con forza la pelle sensibile sopra l’anca.

“Sì, ma ha bisogno di essere sostituito. Non durerà un altro inverno.”

“Ordineremo in città i pali e il resto. Toccami,” implorò. Il bastardo era in ginocchio, ma ignorava il suo uccello duro come la roccia che quasi saltava per reclamare attenzione.

Simon alzò lo sguardo su di lui, con l’acqua che gli appiattiva i capelli sul viso. I suoi occhi erano scuri e ardenti, sembrava affamato, e Luke lo voleva subito. “Costerebbe di meno ordinare online. Implorami!”

“L’ho appena fatto,” specificò Luke. “Sai che preferisco supportare le imprese locali.” Colse lo sguardo determinato di Simon. Oh, cazzo. Se ne sarebbe andato se non l’avesse fatto. “La prego, me lo succhi subito, signore, prima che io perda la mia cazzo di testa.”

“Dannatamente prepotente per un passivo.” Simon si protese in avanti e leccò la punta del sesso di Luke, inseguendone il sapore prima che venisse lavato via dall’acqua.

“Sono passivo con te. Non dimenticarlo.” Luke afferrò la testa di Simon, cercando di dirigerla doveva voleva che fosse la sua bocca, ma il suo compagno non lo accontentò.

Simon si rimise in piedi, ignorando il gemito di protesta di Luke. “Stai sprecando i tuoi soldi.”

Luke fu fatto girare e spinto contro le mattonelle. Erano fredde, nonostante l’acqua calda picchiasse contro di esse. Si contorse, cercando una posizione comoda per il suo pene.

“Fermo!” gli ordinò Simon.

Luke restò perfettamente immobile, sapendo che era meglio così. Era probabile che Simon se ne sarebbe andato se non avesse obbedito. Sentì la mano del suo amante scivolargli fra le natiche per poi cominciare a sondarlo, a tormentarlo mentre lo preparava, assicurandosi di sfiorare la sua prostata più o meno a ogni passaggio.

“Ti odio,” sibilò Luke.

“Nah, non è vero,” gli mormorò Simon all’orecchio, con voce pigra e divertita.

“Sì, invece. Hai intenzione di scoparmi o usarmi solo per fare esercizio alle dita?” Guardò oltre la propria spalla e colse l’espressione del suo compagno. “Cazzo!”

“Come desideri.”

Un attimo dopo Luke gridò e si trovò il viso premuto contro le mattonelle, impalato sull’asta dura che era il sesso di Simon.

“Strilli come una ragazzina,” grugnì l’uomo mentre si muoveva con forza. Luke restituì il grugnito. Le mattonelle fredde gli scavavano nelle ossa mentre veniva spinto e sbattuto ancora e ancora.

“Con quante ragazze sei stato?” cercò di chiedere Luke, anche se formulare una frase coerente quando ti scopano fino a farti perdere il lume della ragione non è facile. Considerando il tempo che avevano passato insieme, avrebbe dovuto conoscere bene la risposta.

“Alcune, molto tempo fa.” Simon sembrava quasi senza fiato.

“Se ti becco con una donna, ti stacco le palle,” lo minacciò Luke. Non era una minaccia vana e Simon lo sapeva. Il suo partner aveva un carattere del diavolo e gli aveva reso la vita difficile più di una volta solo perché aveva guardato un altro uomo. La loro relazione era totalmente esclusiva: niente domande e nessuno spazio per altri.

“Parli troppo.”

“Allora scopami, non stuzzicarmi.”

“Zitto.” Simon si ritrasse finché non fu quasi uscito del tutto, restando solo con la punta del pene catturata dall’anello di muscoli. Luke mugolò per quella improvvisa sensazione di mancanza.

“Non un altro suono.”

Luke aprì la bocca per ribattere ma la richiuse rapidamente.

“Bravo ragazzo.” Simon sembrava fare le fusa e questo fece rabbrividire il suo amante.

Prese le mani di Luke e le fece appoggiare con i palmi contro le mattonelle, coprendole con le proprie, più grandi. Spinse Luke ancora di più contro la parete della doccia. La guancia dell’altro uomo era schiacciata contro il muro e ne percepiva ogni striatura, ogni imperfezione. Simon chinò il capo in modo che le sue labbra sfiorassero l’orecchio di Luke.

“Non azzardarti a venire fino a quando non te lo dico io, capito?”

Luke annuì, non avendo ancora il permesso di parlare, ma l’attesa lo stava quasi uccidendo.

“Ti amo,” sussurrò Simon, come faceva ogni mattina quando zittiva Luke. Il fatto di non poter rispondere faceva impazzire il suo compagno ed era questo il motivo per cui, ovviamente, il bastardo lo faceva.

Tutto ciò che gli era permesso fare era cercare di stare in piedi mentre Simon lo spingeva verso un orgasmo esplosivo, impossibilitato a trovare un appiglio, a emettere un qualsiasi suono, impossibilitato a venire finché non gli fosse stato dato il permesso.

Perché, certo, Luke poteva anche essere il capo del ranch Lost Cow, ma in ufficio Simon era colui che comandava. Luke amava fottutamente il rapporto mattutino.





MENTRE si vestivano – maniche corte ora che la giornata si stava riscaldando – Simon emise un suono improvviso. Luke alzò lo sguardo mentre si metteva un calzino.

“Qualcosa non va?”

Simon s’infilò una T-shirt nera, mostrando così i suoi guizzanti muscoli abbronzati. Era come guardare un porno, pensò Luke osservando il suo uomo vestirsi. Un porno solo per lui.

“Ho preso una chiamata di Ma’ prima di salire. Ha chiesto se possiamo passare da lei prima di andare in città. Ha detto che è urgente.” Tutti al ranch chiamavano Ma’ la madre di Luke, anche suo padre.

Luke lanciò un’occhiata all’orologio. “Tra il tempo che tu ci metterai a preparare la colazione e io a finire i conti, si faranno le undici. Dobbiamo essere di ritorno per le due perché arriva il bestiame. La chiamerò mentre torniamo e le dirò che andremo a farle visita stasera.”

“Sembrava abbastanza stressata.”

Luke aggrottò le sopracciglia. “Mi chiedo il perché. Te l’ha detto?”

“A dire il vero non proprio. È qualcosa che ha a che fare con il nuovo pastore.”

Luke gli sorrise mentre si alzava in piedi. Il vecchio pastore, che era stato con loro sin da quando Luke era un bambino, era appena andato in pensione e quello nuovo aveva iniziato la settimana precedente. Normalmente i due ragazzi andavano a messa la domenica assieme ai genitori di Luke, ma il giorno prima erano stati svegli per metà nottata a riparare pezzi di recinto che erano caduti a causa di una tempesta improvvisa e avevano boicottato il servizio in favore di un paio di ore di sonno insieme.

“Probabilmente avrà sconvolto Ma’ con il suo sermone, visto che è nuovo e si deve ancora ambientare. Andrà tutto bene.” Luke fece una smorfia, ripensando ai conti ai quali doveva tornare. “Colazione?” chiese con tono speranzoso.

“Certo.” Simon si chinò su di lui e gli diede un bacio che Luke ricambiò con ardore.

Qualche istante di distrazione dopo, senza fiato, scesero al piano di sotto per sbrigare il resto delle faccende che li attendevano quel giorno e il pensiero della mamma di Luke scivolò via dalle loro menti.


Edited by Pau_7 - 10/11/2014, 21:10
 
Web Contacts  Top
0 replies since 29/5/2013, 14:22   158 views
  Share