In caduta libera, di D.W. Marchwell - 20 Agosto

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 17/8/2013, 16:19
Avatar

Sono fatta così...un enigma avvolto in un indovinello e confezionato in un paradosso!

Group:
Admin
Posts:
8,149
Location:
Roma

Status:


IN CADUTA LIBERA

gqfoQuando Scott Alan riceve la notizia che il fratello si è fatto male durante il suo lavoro di tagliaboschi, corre al fianco di Brian, solo per scoprire che non si è fatto nulla di grave. Qui incontra però Hank Ballam, un tagliaboschi amante dell’adrenalina, un emarginato fra i suoi colleghi.

Hank è pieno di contraddizioni: vive per l’esaltazione dello scalare e del tagliare gli alberi quasi quanto ama la pace che trova esplorando le montagne che chiama casa. L’attrazione di Scott per Hank è immediata e travolgente, ed è tutto ciò che aveva sempre desiderato: sapere cosa si prova ad amare qualcuno di cui non si può fare a meno.

Scott ha bisogno di capire se i sentimenti di Hank saranno un’esplosione di passione o solo una tranquilla amicizia che non corrisponde all’affetto di Scott. Ma potrebbe essere troppo tardi… Scott non può proprio fare a meno di innamorarsi di Hank.

Genere: M/M
Editore: Dreamspinner Press
Pagine: 279
Formato: eBook
Uscita: 20 Agosto 2013


prequel de QUANDO LA MEMORIA NON BASTA




Acquista il libro sul sito!




Estratto:
Capitolo Uno

PRIMA che Hank potesse uscire dalla porta, si sentì chiamare dal familiare tono baritonale di Brian. “Hank! Puoi venire un attimo, per favore?”

Hank roteò gli occhi, sapendo che stava per subire un’altra ramanzina sul bere la notte prima di un’arrampicata. Raddrizzò le spalle e cercò di sembrare dispiaciuto mentre voltava l’angolo. “Sì, Brian, cosa c’è?”

“Come se tu non lo sapessi già.” Brian Alan si allontanò con la sedia dalla scrivania improvvisata, posta nell’angolo della cabina della chiatta, e fissò il suo ultimo acquisto con il suo miglior sguardo da ‘il capo è incazzato come una iena’. “Tu e io abbiamo già fatto questo discorsetto, quindi dacci un taglio e dimmi perché non dovrei buttarti fuori a calci in culo.”

Hank abbandonò lo sguardo contrito per uno più adatto al suo stile. Con un’arroganza e un modo di fare che erano diventati il suo segno distintivo nel mondo del taglio e del trasporto della legna, scrollò le spalle, come se non avesse davvero bisogno di rispondere. “Perché sono il migliore.”

“Smetti di sparare cazzate per un attimo e lascia che io sostituisca la tua realtà con la mia, ok?” Brian si alzò in tutto il suo metro e novantacinque e fu di fronte a Hank in due falcate. “Puoi pensare di essere il migliore, ma lascia che ti dica che non esiterò a licenziarti se non la smetti con la tua abitudine di venire con i postumi di una sbornia.” Brian puntò un dito verso la faccia di Hank e sorrise.

“Messaggio ricevuto?”

“Per la miseria, Bri…”

“Non ti sto parlando da amico, Hank.” Brian incrociò le braccia sul petto, fissando dall’alto lo sguardo esitante di Hank. Hank, dal basso del suo metro e novanta, sapeva da molte discussioni simili che Brian poteva insegnargli una lezione decisamente necessaria, ma sapeva anche che Brian non si sarebbe messo nei guai con il sindacato solo per fargli capire la situazione. “Metti a repentaglio la sicurezza di qualcuno e sei fuori da qui più veloce della luce.” Brian sciolse le braccia e ritornò alla sua scrivania, non degnando più Hank nemmeno di uno sguardo. “Ora prendi la tua roba e vedi di essere pronto per l’elicottero. Vengo con te questa mattina, manca una persona.”

Borbottando fra sé e sé, Hank uscì dall’ufficio e si diresse verso la porta dell’eliscalo. Posso buttar giù gli stessi alberi, se non di più, di tutti quei cazzoni messi insieme e mi fa storie perché voglio divertirmi alla fine della giornata. Che si fotta! L’umore di Hank era nero e lo diventò ancora di più quando vide Roddy dirigersi velocemente verso di lui.

“Senti, Roddy.” Hank bloccò con una mano il secondo di Brian e scosse la testa. “Non voglio saperlo, ok?”

“Ehi, amico,” Roddy alzò le mani come per arrendersi. “Stavo soltanto venendo a chiederti se avevi bisogno d’aiuto. Siamo già in ritardo sulla tabella di marcia.”

“Non importa. Ho tutto il tempo che voglio.” Hank spostò la testa sulla sinistra, verso l’ufficio di Brian. “Il capo viene con noi e non ha ancora preso l’equipaggiamento.”

“Veramente l’ho preso io per lui.” Roddy sorrise. “Hai cinque minuti.” Roddy alzò cinque dita per enfatizzare il punto e alzò su e giù le sopracciglia, prendendolo chiaramente in giro per il suo recente incontro con quello che era il migliore amico di Roddy sin dalle superiori.

“Cazzo,” sibilò Hank, grato che non ci fosse in giro nessuno. “Questa giornata è andata di male in peggio.”

Hank mise insieme la sua roba, indossando gli stivali e la maglia riflettente di sicurezza in tempi da record, e fu sull’elicottero prima di Brian e Roddy. Mentre anche loro salivano a bordo, Hank decise per una volta di chiudere la bocca e cercare di migliorare quella giornata. Se fosse stato zitto, non avrebbe dato loro materiale da usare in seguito contro di lui. Mentre Kari, la pilota dell’elicottero, li portava al loro isolato angolo di foresta su Vancouver Island, Hank cercò di capire cos’avesse contro di lui Brian. Lavoro bene, più di ogni altro. Butto giù la mia bella quantità di alberi, i miei colpi sono sempre puliti e precisi e gli faccio guadagnare milioni di dollari ogni anno. E che cazzo?

L’elicottero avvicinò il sito di atterraggio, posto dentro un nido di conifere e cipressi, alcuni di essi già marcati dal lavoro del giorno precedente. Hank poteva ammettere con se stesso che gli piaceva bere, gli piacevano le donne e gli piaceva perfino provocare gli altri su quanto fossero più lenti di lui in più o meno ogni cosa. Ma non si era mai fatto male, non era mai costato soldi all’azienda per colpa dei suoi vizi fuori turno. Cazzo, non ho nemmeno mai preso un giorno di malattia. Anche con la sua sensibilità a quei trentotto gradi di caldo record là fuori in estate, i suoi piccoli colpi di calore non l’avevano mai rallentato: lo mettevano fuori gioco per circa venti minuti, nei quali si metteva all’ombra e si riposava per poi tornare ad abbattere e fare a pezzi alberi insieme agli altri.

Scuotendo la testa dalla frustrazione, Hank saltò giù dall’elicottero e si diresse verso la sua sezione di bosco, fermandosi solo quando Brian lo chiamò. Quando si voltò, sentì un po’ di sollievo quando Brian gli offrì un sorriso e un segno d’approvazione. Forse non sono così tanto nei guai come pensavo. Si ritrovò a fischiettare, mentre si dirigeva a nord del sito d’atterraggio per abbattere gli alberi che non era riuscito a finire il giorno prima. Da quello che ricordava, Hank aveva altri dieci alberi da buttar giù e poi avrebbe finito per quel giorno. Poi c’era il fine settimana e lui non doveva rientrare fino al giovedì successivo.

Quasi un’intera settimana, pensò Hank. Devo trovarmi una femmina fatta bene, o due, e mantenermi orizzontale fino a giovedì.

Hank si avvicinò al suo primo albero e, ricordando l’avvertimento di Brian su ogni tipo di sbaglio, ricontrollò la lista nella sua testa. Allacciò le punte agli stivali, assicurandosi che i lacci fossero ben stretti intorno ai muscoli del polpaccio. Controllò la maglietta per assicurarsi che fosse ben aderente, poi iniziò a controllare il suo equipaggiamento. Avrebbe dovuto sostituire a breve la corda, troppe sezioni consumate, ma lo avrebbe aiutato ancora per una sessione o due. La maglietta di sicurezza era nuova e non gli impediva l’accesso al fischietto di emergenza sulla sua spalla. Anche il suo elmetto, che aveva visto giorni migliori, sarebbe durato ancora qualche stagione. Agganciò un’estremità dell’imbracatura al gancio sull’anca e, allungando dietro di sé il braccio come se dovesse fare un tiro di baseball con una mano sola, fece girare l’imbracatura intorno al tronco e la ricatturò mentre spuntava dall’altro lato. La prese con facilità, agganciandola. Piantando le punte degli stivali alla base del tronco, mosse i polsi uno alla volta e iniziò ad arrampicarsi. Si era dimenticato di calcolare il diametro del tronco all’altezza del petto, ma anni di esperienza gli dicevano che era abbastanza da far sì che i limiti di carico fossero osservati, così decise di continuare ad arrampicarsi. Non era mai stato così grato di non dover fare il lavoro di Brian.

In pochi minuti, l’accorto arrampicarsi di Hank l’aveva portato a quindici metri dal suolo, il che gli permetteva di avere una vista spettacolare attraverso strascichi vaporosi di nebbia. Hank non era mai riuscito a capire come facesse certa gente a rimanere rinchiusa tutto il giorno in edifici di cemento, contenta solo con il verde dell’erbetta che cresceva in mezzo agli autobloccanti o che vedeva dagli uffici dei piani elevati. Ancora prima che finisse le elementari, sua madre lo stava già tirando giù dagli alberi del vicino. Amava arrampicarsi più in alto che poteva e vedere quello che non sarebbe riuscito a vedere restando a terra, ed era ancora così. Hank non l’avrebbe mai ammesso a nessuno, ma si sentiva libero lassù. E un’altra cosa che non avrebbe ammesso era il perché: non ne sapeva il motivo, ma si era sempre sentito più a casa lì che non in qualsiasi altro posto nel mondo.

Un altro paio di torsioni dei polsi lo portarono vicino ai primi rami che avrebbe dovuto rimuovere prima di poter abbattere l’albero. Tirò su la motosega, che pendeva da una lunga fune, e tirò la cordicella, aggiustando bene la presa. Mentre la motosega gli rombava nelle orecchie, si tirò giù il visore e iniziò a tagliare. Non aveva molti rami da rimuovere, ma gli era sembrato di vedere un “creatore di vedove” là da qualche parte. Se ne sarebbe preoccupato al momento. Non stava facendo lo sconsiderato, ma non voleva perdere la concentrazione quando il problema era ancora solo potenziale. Poteva sentire le parole di Brian che diceva a tutti ancora e ancora: “Dovete concentrarvi mentre salite su un albero; non serve pianificare tre metri più in alto quando qualcosa potrebbe uccidervi un metro prima che ci arriviate.” Nonostante il diverbio di quella mattina, Hank era più che pronto ad ammettere che i consigli di Brian gli avevano salvato la vita in molte occasioni.

Altri cinque metri e Hank si preparò a confrontarsi con il suo “creatore di vedove”, che creava una biforcazione del tronco. Prese la sua motosega e iniziò a tagliare quel grosso ramo simile a un tronco, riducendone le dimensioni. Urlò come avvertimento ogni volta che un pezzo cadeva al suolo; quel suono lo esaltava sempre. Indietreggiò prima dell’ultimo taglio e strillò con tutto il suo fiato che un “creatore di vedove” stava per cadere. Aveva lavorato con diversi ragazzi che, nel corso degli anni, si erano fatti male o erano addirittura stati uccisi da questi rami, alti abbastanza e grossi abbastanza da essere qualificati come piccoli alberi, che si schiantavano al suolo con forza letale.

Hank fece un sospiro di sollievo e si posizionò in cima all’albero. Non aveva bisogno di buttare giù il taglio di prova, il pezzo della cima che avrebbe mostrato i suoi tagli e la sua tecnica, così, a quasi quarantacinque metri da terra, iniziò ad abbattere il tronco e si appoggiò contro la sua imbracatura guardandolo cadere al suolo. Non c’è niente di meglio che questa sensazione, ricordò a se stesso. Che razza di emozione!

Mise il suo nastro rosso intorno e sopra la cima del tronco tagliato, segnalando al pilota dell’elicottero che quello era uno degli alberi da prendere, e scese al suolo. Il prossimo albero che doveva scalare non era a portata di mano, e nemmeno di salto, ma se si fosse arrampicato giù, avrebbe potuto tagliare alla base il tronco fino al punto di sostegno. Non c’era bisogno di farlo dopo.

Hank cominciò a percepire davvero il calore quando si trovò a metà del suo decimo albero. Era stato in silenzio per la maggior parte della giornata, dicendo poco in risposta ai gioiosi botta e risposta dei ragazzi che lo raggiungevano nell’aria o che uscivano dal walkie-talkie, quindi non sapeva quanti gradi ci fossero o, se aveva sentito qualcuno menzionare la temperatura, se n’era dimenticato.

Deve essere sopra i quaranta, pensò Hank mentre continuava ad arrampicarsi, fermandosi sempre più frequentemente per respirare o per chinarsi, senza sapere se il calore fosse sufficiente per fargli rigettare il poco di colazione che aveva mangiato quella mattina. Aveva sempre ignorato i commenti di Brian e Roddy su quanto bere alcool peggiorasse i colpi di calore, ma in momenti come quelli, quando l’intestino sembrava volergli uscire dal naso a ogni respiro, si domandava se non avessero ragione.

Hank accese la sua motosega e finì di abbattere il suo decimo albero, promettendosi un pisolino all’ombra appena il suo stomaco avesse smesso di oscillare a ogni centimetro di arrampicata. Sentendo la voce di Brian nella sua mente per la centesima volta, Hank compì ogni passo molto lentamente. Dannazione, dopo di questo ho finito. Non c’è più bisogno di fare in fretta. Il cuneo era già inserito e questo lo aiutò a spingere lontano da lui il tronco. Si crogiolò in quella sensazione ancora una volta, arrotolò il nastro intorno e sopra la testa dell’albero, ormai senza più una cima, e iniziò a scendere.

Grazie al cielo! Ora posso andare a cercarmi un po’ d’ombra e un po’ d’acqua. Trasmise agli altri ragazzi vicini che aveva finito con i suoi dieci e che sarebbe andato a cercarsi dell’ombra più a nord, lontano dagli altri, per riposarsi un po’. Non ricevette subito una risposta e pensò che Brian e gli altri ce l’avessero ancora con lui. Scese, arrotolò la fune e si mise a cercare la sua ombra.





HANK era già addormento quando Brian arrivò alla sua sezione e si arrampicò sull’ultimo albero della giornata. Brian ora possedeva la compagnia del padre e mentre gli piaceva la parte in cui si arrampicava, non gli piaceva molto quella amministrativa. Assumere e disciplinare gli uomini, preoccuparsi che guadagnassero abbastanza soldi da poter mantenere le loro famiglie e dover ingaggiare gli elicotteri (che costavano circa quindicimila dollari al giorno) non erano cose che si era immaginato di dover fare. Ma con la sua ex-moglie, Jennifer, che si lamentava degli alimenti ogni volta che riusciva ad avere il suo avvocato dall’altra parte del telefono, Brian non aveva molta scelta. Era di umore migliore in quei giorni, comunque. Jennifer si stava risposando, le rate degli alimenti sarebbero finite e Kari, la pilota dell’elicottero, stava flirtando con lui da paura. Brian non era sicuro che sarebbe nato qualcosa, ma era carino sapere che a quarant’anni riusciva ancora a far girare la testa a una bella donna.

A metà altezza dell’albero Brian vide qualcosa alla sua destra. Maledizione! Brian iniziò a urlare verso Hank. Aveva detto che sarebbe andato più a nord! Continuò a strillare, ma Hank non mostrava segni di vita. Se devo scendere da quest’albero per svegliarlo, cagherà schegge di legno per un mese! Sono a venti metri dal suolo, dannazione, e devo perdere quest’albero perché non regge il calore!

Brian era sceso di solo tre metri lungo il tronco, pensando che sarebbe stato abbastanza vicino a Hank per farsi sentire, quando sentì il ronzio familiare delle pale dell’elicottero. Fottutamente perfetto! Non rimanendogli altra alternativa, e volendo che Hank fosse al sicuro dagli scarti che i rotori avrebbero potuto tirar giù, Brian decise di crearsi una via a suon di piccozza fino all’albero successivo. Posso arrampicarmi fino a là ed essere almeno di sei metri più vicino, magari scendere e farlo andar via da qui. Brian prese in mano l’artiglio d’acciaio e iniziò a calare un po’ di corda. La lasciò penzolare circa due metri sotto di lui e poi cercò di allacciarla al ramo più vicino di un albero a circa cinque metri di distanza.

Sì! pensò quando sentì l’artiglio agganciarsi e tenere il ramo. Sganciando il cavo di sicurezza dall’imbracatura, chiamò un’ultima volta Hank. Niente. Nessuna reazione. Bastardo! Brian imprecò mentre iniziava lentamente la discesa verso l’altro albero. Stava per prendere il suo walkie-talkie quando sentì qualcosa cedere. Si girò a guardare e vide che non aveva agganciato in maniera abbastanza sicura l’artiglio. Chiamò un’ultima volta Hank e, quando non ebbe risposta, portò il walkie alla bocca, proprio mentre l’artiglio si sganciava; il suo corpo tornò indietro contro il tronco dell’albero che aveva appena lasciato. Il suo ultimo pensiero cosciente fu per Scott, suo fratello minore.Adesso sarà da solo.


Edited by Pau_7 - 27/7/2014, 21:10
 
Web Contacts  Top
ginagey
view post Posted on 18/9/2013, 08:49




Ho cominciato a leggere questo libro piena di entusiasmo e l'inizio non è niente male in effetti.La prima parte racconta di Hank del suo modo di vivere e di porsi agli altri e, ovviamente, l'incontro con Scott.Hank è un tagliaboschi amante dell’adrenalina, un emarginato fra i suoi colleghi.Scott è l'opposto,dolce e solare.Il rapporto che si instaurerà tra i due uomini mi ha ispirato una profonda dolcezza e sensualità.La scena del primo bacio è tenerissima.Ma purtroppo da qui in poi la trama si ferma.A parte la storia d’amore fra Scott e Hank, sesso...tanto sesso,troppo ...non succede nulla.Non posso dire che sia brutto, però in pratica dopo l'inizio promettente il libro non è altro che una maratona di sesso.
 
Top
view post Posted on 18/9/2013, 10:13
Avatar

Sono fatta così...un enigma avvolto in un indovinello e confezionato in un paradosso!

Group:
Admin
Posts:
8,149
Location:
Roma

Status:


Che peccato!
I libri che sostituiscono il sesso alla trama non riesco più a reggerli.
 
Web Contacts  Top
2 replies since 17/8/2013, 16:19   134 views
  Share