Capitolo 9, "Reckoning" di Jeaniene Frost

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Christiana V
view post Posted on 2/9/2013, 10:55




RECKONING



LE NOSTRE TRADUZIONI SONO LAVORI AMATORIALI TOTALMENTE ESEGUITE DAI NOSTRI UTENTI E SENZA SCOPO DI LUCRO.
SONO RISERVATE ESCLUSIVAMENTE AI NOSTRI UTENTI ED E' ASSOLUTAMENTE VIETATO PRELEVARE QUESTE TRADUZIONI, INTERAMENTE O PARZIALMENTE, PENA IL BAN.


Tradotto da Sara Stefanelli



Revisione a cura di Christiana V







Capitolo 9


Bones percorse la strada che portava al salone di Becca. Prima aveva provato a chiamarla, ma lei non aveva risposto. Probabilmente era arrabbiata con lui pensando alla sua sparizione della sera precedente. Oppure era occupata con i clienti e non aveva potuto rispondere. Ad ogni modo, lui pensava che un gesto carino sarebbe stato appropriato, quindi aveva comprato una dozzina di rose lungo la strada.
E giusto nel caso in cui Ralmiel si fosse appostato su un tetto puntandogli contro una balestra, Bones indossava un giubbotto antiproiettile sotto la camicia e il giubbotto. Che Ralmiel provasse a colpirlo con una freccia attraverso quello!
La prossima volta che quel misero bastardo si fosse finto Houdini e fosse riapparso, Bones aveva intenzione di staccargli la testa dalle spalle. Se fosse riuscito contemporaneamente a uccidere Delphine e Louis, avrebbe considerato quella sera una sera con la 'S' maiuscola.
Bones era a qualche negozio dal salone quando lo sentì. Inspirò giusto per averne la certezza, poi accelerò il passo, percorrendo di corsa la breve distanza che lo separava da salone e si scagliò contro la porta per aprirla.
La ragazza dietro il bancone alzò lo sguardo per la sorpresa. Bones la ignorò, controllando tutto il salone e aprendo bruscamente tutte le porte chiuse, per la grande costernazione del cliente che si stava facendo fare un massaggio nella stanza sul retro.
"Becca non è qui," urlò la ragazza.
Bones smise di cercare, lasciando cadere per terra le rose mentre afferrava la ragazza.
"Quando se n'è andata? Era sola?"
"Ehi, non essere così brutale," protestò lei.
Bones la lasciò andare e chiese con molta precisione, "Dov'è Becca?"
"Si è data malata. O prima ha mandato la sua nuova compagna di stanza a dire che Becca non sarebbe venuta a lavoro oggi e ha detto anche che, quando ti fossi fatto vivo, di dirti di andarla a trovare per cena. Quindi penso che Becca non sia così malata."
Anche se lo sapeva già, aveva bisogno di una conferma. "Che aspetto aveva questa ragazza?"
Lei fece spallucce. "Capelli neri ricci, magra, più o meno della mia età. Aveva un accento, penso che fosse francese..."
Bones si diresse verso la porta. La ragazza continuò a chiamarlo.
"Di' a Becca che è nei casini con il nostro capo. E' Martedì Grasso, non possiamo permetterci che lei semplicemente decida di prendersi un giorno di ferie."
Delphine non era solo scappata la sera prima. No, era tornata indietro e aveva trovato Becca per prima.
Una volta fuori, Bones inspirò di nuovo, profondamente. Anche con l'odore nell'aria di innumerevoli persone, poteva ancora sentire quello di Delphine. Era come se si fosse deliberatamente strofinata contro il lato del negozio così da assicurarsi che lui la sentisse. Bones attraversò la strada per osservare la vecchia abitazione dei LaLauries. Poi si diresse fino al cancello e fece un altro profondo respiro.
Era stata anche qui. Di nuovo, la traccia era forte, doveva essere per forza intenzionale. Lì non c'era mai stato prima l'odore di Delphine, le molte altre volte che Becca era passata davanti a questa casa. E adesso poteva sentire un battito cardiaco dentro l'edificio che di solito era vuoto.
Becca. Vieni a trovarla per cena, aveva detto Delphine, e si stava assicurando che Bones sapesse dove si sarebbe tenuta.
Un sorriso amaro gli storse la bocca. No, Delphine. Non te lo renderò facile. I ghoul sono più forti durante il giorno, mentre i vampiri sono più deboli. Aspetterò fino a quando calerà la notte per accettare il tuo invito. In ogni caso non hai intenzione di liberare Becca una volta che sarò lì, puttana assassina.
Bones girò sui tacchi e andò via, chiedendosi se Delphine e Louis lo stessero osservando.

Erano le nove passate quando Bones tornò lì. La sua giacca era piena di diversi coltelli, sia di acciaio che di argento. Non poteva sapere se Delphine e Louis fossero aiutati da qualche vampiro quindi era meglio essere coperti su tutti i fronti. Indossava ancora il giubbotto antiproiettile sotto la camicia, anche se avrebbe lievemente interferito con i suoi movimenti. Comunque, i suoi benefici superavano le costrizioni.
Bones osservò la vecchia casa dei LaLauries. Anche circondato da tutto il rumore dei festeggianti che si godevano i restanti giorni del Carnevale, se si concentrava, Bones riusciva ancora a percepire debolmente il battito cardiaco dentro la casa. Vero, quel battito cardiaco poteva non essere quello di Becca, ma lei poteva ancora essere viva.
Un ultimo tassello al suo resoconto.
Bones si girò e camminò in mezzo alla folla festeggiante, pescando le prime persone su cui si posavano le sue mani, trascinandoli dal fitto dei festaioli e colpendoli con il suo sguardo. L'alcol che avevano assunto aiutò, dato che nessuno di loro al momento poteva sostenere un'eccezionale forza di volontà mentale. Bones non si impensierì se qualcuno che stesse guardando fosse preoccupato da chiedersi perché i suoi occhi avessero un bagliore verde. Che pensassero pure che era un effetto speciale della maschera del Fantasma Dell'Opera che aveva addosso, se gl'importava saperlo.
Dopo aver dato le istruzioni alle tre persone ipnotizzate, Bones tornò in mezzo alla folla e ne tirò fuori altre tre, ripetendo il procedimento. E poi altre tre, poi altre ancora, finché ebbe più di una dozzina di passanti obbedienti. Alla fine, Bones ripercorse la strada per fermarsi sull'angolo davanti alla casa.
Le ombre lì intorno erano più scure ora, frementi per la memoria della rabbia soppressa da secoli. Era come se queste ombre sapessero che i loro vecchi persecutori erano tornati. Bones tolse la maschera, poi girò la testa sulle spalle.
"Ora," disse agli uomini e alle donne che stavano aspettando dietro di lui, e si lanciò in aria.
Sotto di lui, loro iniziarono a camminare verso il fronte della casa e a scagliare delle cose contro. Bottiglie di birra, le proprie scarpe, le proprie maschere; lanciavano qualsiasi cosa riuscissero a prendere in mano. Le finestre del primo e del secondo piano si ruppero, il rumore fu sovrastato dalle grida e dalle urla delle persone. Si tennero a qualche metro dalla casa, comunque. Stavano abbastanza lontani da far sì che chiunque avesse voluto fermarli sarebbe stato costretto a venire fuori per prenderli.
Far uscire Delphine o Louis non era l'obiettivo. Il baccano che facevano mentre distruggevano la casa lo era. Nascosto dietro il comignolo su un tetto accanto, Bones aspettava la sua occasione. Quando due finestre si ruppero nello stesso momento, Bones si lanciò in avanti, sforzando al limite il suo corpo e tuffandosi attraverso la finestra del secondo piano.
Bones rotolò non appena colpì il pavimento, rimanendo accovacciato e scandagliando la stanza, attento a non lasciar brillare di verde i suoi occhi. Non avrebbe reso loro più facile trovarlo, se avevano capito che il rumore che avevano appena sentito era lui invece dei tanti oggetti che venivano scagliati attraverso le finestre.
La stanza era interamente vuota eccetto per dei mobili. Bones inspirò, provando a rintracciare Becca dall'odore, e poi imprecò. La stanza puzzava di liquidi usati per l'imbalsamazione, un fastidioso odore che mascherava maledettamente tutto il resto. Intelligenti bastardi, pensò. Ma andava bene; poteva ancora cogliere il battito cardiaco come un faro, sebbene adesso che era dentro, sembrava come se ci fossero due battiti. Entrambi in direzioni opposte.
Scelse quello con il suono più forte. Dato che Becca era la vittima più recente, aveva senso che l'altro, il battito più debole appartenesse a qualcuno che i LaLauries avevano preso prima di lei. Sebbene Bones provasse pietà per quella persona sconosciuta, Becca era la sua preoccupazione principale.
Si mosse furtivamente in avanti restando accovacciato. Le luci erano spente, non che i ghoul avessero bisogno di illuminazione per vedere. Non c'era alcun rumore dentro la casa eccetto per quei due battiti, i suoi movimenti furtivi, e l'occasionale rumore di qualunque oggetto che veniva lanciato alle finestre .
Tuttavia Bones poteva sentire l'energia nella casa. Delphine e Louis erano qui. Stavano aspettando. Qualunque trappola avessero preparato, era scattata non appena Bones era entrato nella casa. Ora tutto ciò che poteva fare era portare fino in fondo ciò che aveva iniziato. Tutti quanti devono morire un giorno, Bones pensò con lugubre determinazione. Forza, stronzi. Vediamo se avete ciò che serve per far sì che questo sia il mio giorno.
 
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