Capitolo 1, "Archangel's Blade" di Nalini Singh

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Christiana V
view post Posted on 9/9/2013, 15:26




ARCHANGEL'S BLADE



LE NOSTRE TRADUZIONI SONO LAVORI AMATORIALI TOTALMENTE ESEGUITE DAI NOSTRI UTENTI E SENZA SCOPO DI LUCRO.
SONO RISERVATE ESCLUSIVAMENTE AI NOSTRI UTENTI ED E' ASSOLUTAMENTE VIETATO PRELEVARE QUESTE TRADUZIONI, INTERAMENTE O PARZIALMENTE, PENA IL BAN.


Tradotto da Lucy85


Revisione a cura di Christiana V








Capitolo 1



Accovacciato sul molo di cemento illuminato solo dal tremolante bagliore opaco di un lampione poco distante, Dmitri ruotò la testa mozzata verso di lui afferrando i capelli umidi dell’uomo morto, senza preoccuparsi di indossare i guanti. Elena, pensò, non avrebbe approvato quella violazione del protocollo forense, ma la cacciatrice si trovava in Giappone al momento e non sarebbe ritornata in città per altri tre giorni.
La testa della vittima era stata separata dal suo – non ancora scoperto – corpo con un taglio netto, forse con una piccola ascia. Non un lavoro pulito, ma comunque portato a termine. La pelle, che doveva essere stata rosa o bianca in vita, era gonfia e liscia a causa dell’acqua, ma il fiume non aveva fatto in tempo a trasformarsi in fango.
“Speravo,” disse all’angelo dalle ali blu che stava in piedi all’altro lato del macabro ritrovamento, “in qualche altra settimana di tranquillità.”
La ricomparsa dell’arcangelo Caliane, creduta morta per oltre un millennio, aveva scosso sia gli angeli che la popolazione vampirica. Anche i mortali avevano sentito qualcosa, ma non avevano idea dello sconcertante cambiamento nella struttura del potere del Quadro dei Dieci, gli arcangeli che governavano il mondo.
Perché Caliane non era semplicemente anziana, lei era un Antico.
“La tranquillità ti annoierebbe,” disse Illium, giochicchiando con una sottile lama d’argento tra le dita.
Avendo preceduto Raphael e Elena dal Giappone, tornando a casa il giorno prima, non sembrava che fosse stato rapito e coinvolto nel mezzo di una battaglia tra arcangeli.
Dmitri sentì le labbra curvarsi. Sfortunatamente, l’angelo con le sue ali blu striate d’argento e gli occhi dorati aveva ragione. Non aveva ancora ceduto all’indifferenza che affliggeva parecchi immortali per il semplice fatto che lui non si fermava mai. Naturalmente, qualcuno avrebbe detto che lui si spingeva troppo oltre in un'altra direzione – assieme a quelli che vivevano solo per il profondo piacere del sangue e del dolore, dove ogni altra sensazione era scialba.
Il pensiero avrebbe dovuto preoccuparlo. Cosa che… non gl'interessava. Ma l’inesorabile discesa nell’oblio dato dal rosso rubino non aveva nulla a che fare con la situazione attuale.
“Ha zanne nascenti.” I piccoli, immaturi canini apparivano quasi traslucidi. “Ma non è uno dei nostri.” Dmitri conosceva il nome e la faccia di tutti i vampiri che vivevano dentro e nei dintorni di New York. “Non somiglia nemmeno alla descrizione di nessuno dei vampiri Creati che risultano dispersi ovunque.”
Illium bilanciò la sua lama su un polpastrello, il bagliore giallo del lampione vi si rifletté dando vita a scintille di colore prima che iniziasse a giocarci facendola passare tra le dita ancora una volta. “Poteva appartenere a qualcun altro, ha cercato di fuggire dal suo Contratto ed è finito nei guai.”
Dal momento che c’erano sempre idioti che cercavano di venir meno alla loro parte dell’accordo – essere al servizio degli angeli per un centinaio di anni in cambio dell’immortalità – era un’ipotesi altamente probabile. Anche se per quale motivo un vampiro sarebbe dovuto venire a New York, che era la casa di un arcangelo, e anche sede di una potente Corporazione dei cacciatori che si occupava di ritrovare coloro che decidevano di fuggire, non riusciva ad immaginarlo.
“Legami familiari,” disse Illium, come se avesse letto i pensieri di Dmitri. “I vampiri così giovani tendono a restare legati alle loro radici mortali.”
Il pensiero di Dmitri andò ai resti di una casa bruciata che lui aveva continuato a visitare ogni giorno, ogni notte, fino a che il passare degli anni non aveva lasciato più alcun segno di quel piccolo cottage. Era rimasta solo la terra, ricoperta da fiori selvatici, e apparteneva a Dmitri, lo sarebbe sempre stata.
“Passiamo troppo tempo insieme,Fiorellino blu,” disse, la sua mente ferma in quella radura spazzata dal vento dove una volta aveva danzato ridendo con una donna tra le sue braccia mentre un ragazzo dagli occhi brillanti batteva le mani.
“Continuo a ripeterlo,” rispose Illium, “ma Raphael si rifiuta di licenziarti.”
La lama d’argento ruotava sempre più velocemente. “Cosa pensi del tatuaggio?”
Alzandosi in piedi, Dmitri voltò la testa sull’altro lato. Il tatuaggio sulla parte alta dello zigomo sinistro – marchi neri che ricordavano le lettere dell’alfabeto cirillico che si intrecciavano con tre frasi scritte in quello che sembrava essere Aramaico – erano sia intricati che insoliti… eppure ricordavano qualcosa a Dmitri.
Li aveva già visti prima, o comunque qualcosa di simile, ma era vivo da quasi un millennio e la memoria era flebile come un’ombra. “Questo dovrebbe renderlo più facile da identificare.”
La luce brillava su quelle piccole zanne. E si accorse di ciò che aveva tralasciato a una prima occhiata. “Se le zanne non sono cresciute, significa che deve essere stato in isolamento.”
I primi mesi dopo la Creazione, i vampiri erano esseri pericolosi, poco più di animali, mentre la tossina lavorava trasformando le loro cellule. Molti sceglievano di procedere con la trasformazione inducendo un coma farmacologico, escludendo i periodi di veglia necessari per il processo. Dmitri aveva trascorso i mesi successivi alla sua brutale Creazione, bloccato con catene d’acciaio al freddo pavimento di pietra. Ricordava poco di quel periodo al di là del freddo della pietra sotto il suo corpo nudo; la presa rigida dei ceppi attorno al collo, ai polsi, alle caviglie.
Ma ciò che venne dopo il suo risveglio come quasi immortale… quello non lo avrebbe mai dimenticato, neppure se fosse vissuto per altri diecimila anni.
Un lampo blu attraversò il suo campo visivo, la tremolante luce gialla trasformò i fili d’argento delle piume di Illium in peltro. “La Corporazione ha un ottimo database,” affermò l’angelo, chiudendo le ali e facendo scivolare via il coltello contemporaneamente.
“Sì.” Dmitri poteva accedere a quel database senza che la Corporazione lo sapesse, lo aveva fatto molte volte in passato, ma poteva essere una buona mossa coinvolgere i cacciatori in questo caso così l'avrebbero informato qualora si fossero verificati incidenti simili – perché gli istinti affinati in quasi mille anni di dannata sopravvivenza gli suggerivano di vedersela da solo, senza l’intervento della Corporazione. “Dov’è il sacco?”
Quando Illium tirò fuori un sacco nero della spazzatura, alzò un sopracciglio. “Credevo che oramai Elena ti avesse insegnato qualcosa.”
L’angelo gli rivolse uno sguardo inaspettatamente solenne con quegli occhi dorati incorniciati da ciglia nere dai riflessi blu, un eco dei suoi capelli. “Pensi che cadrò di nuovo, Dmitri?”
Tracce di ricordi nella sua voce, sussurri di dolore. “Che perderò le mie ali?”
Dmitri non era sorpreso dalla domanda. Illium non era uno dei Sette di Raphael, gli angeli e vampiri che avevano giurato lealtà all’arcangelo, a causa sua, perché aveva un'intelligenza incredibilmente acuta. Incontrò quello straordinario sguardo. “Tu la guardi in un modo che nessuno uomo dovrebbe rivolgere alla donna che appartiene a un arcangelo.” Illium aveva una debolezza per i mortali, e mentre Elena ora era un angelo, possedeva ancora un cuore mortale, così come lo era anche il suo modo di pensare.
L’angelo dalle ali blu non disse nulla mentre Dmitri metteva la testa dentro il sacco di plastica. Non c’erano altre prove da raccogliere – la testa, che aveva galleggiato sul fiume Hudson ed era stata individuata e raccolta da Illium mentre sorvolava il fiume un attimo prima che l’ultimo raggio di sole fosse inghiottito dalla notte, poteva provenire da qualsiasi parte.
“Non riesco a farne a meno,” ammise alla fine l’altro maschio. “Ma lei appartiene al Sire, e io proteggerò questa relazione con la mia vita.” Calmo, passionale, assoluto.
Dmitri avrebbe potuto lasciar perdere, ma c’era in gioco più che un’attrazione pericolosa.
“Non è il tradimento quel che mi preoccupa. Sei tu.”
I capelli di Illium furono spazzati via dal volto da una brezza capricciosa prima di assestarsi. “Ad Amanat,” disse lui, riferendosi alla città perduta tornata nuovamente in vita, “Elena mi disse che aveva bisogno che la proteggessi da te.” L'ombra di un sorriso. “Era una presa in giro, ma non è male avere qualcuno che le guarda le spalle.”
Dmitri non discusse il sottinteso implicito nelle parole di Illium circa i suoi sentimenti verso la cacciatrice che Raphael aveva scelto come consorte. “Tu sei convinto che lei gli abbia salvato la vita quando Lijuan lo ha attaccato?”
Il rapporto di Illium sembrava impossibile, eppure lo stesso Raphael ne aveva confermato delle parti quando lo aveva contattato subito dopo il risveglio di Caliane. “Solo Raphael conosce la verità, ma io so ciò che ho visto,” continuò Illium, l’espressione tesa nel ricordo. “Lui stava morendo, eppure è sopravvissuto – e la fiamma nella sua mano aveva i colori dell’alba.”
Gli stessi tenui colori che caratterizzavano una parte delle ali di Elena.
Dmitri continuava a esser scettico. Elena era il più debole degli angeli, il suo cuore mortale non era lontanamente forte a sufficienza da sopravvivere nel mondo dell’arcangelo. “Lei è diventata una crepa permanente nella sua armatura.” Come secondo di Raphael, Dmitri non lo avrebbe mai accettato, anche se aveva giurato di proteggerla e avrebbe adempiuto a quel giuramento fino alla fine, non importava a quale prezzo.
“Hai mai avuto una donna che fosse una crepa nella tua armatura?” Una delle piume di Illium cadde a terra ma fu soffiata in acqua prima ancora che potesse toccare il cemento. “In tutti questi anni che ti conosco, non ho mai visto un amante di cui t’importasse davvero.”
“Controllerò le strade per te, Dmitri.”
Illium aveva poco più di cinquecento anni mentre lui si avvicinava ai mille. Non sapeva cosa di ciò che era accaduto prima – solo Raphael sapeva.
“No,” rispose Dmitri ed era una bugia detta con l’abilità acquisita da secoli di esperienza. “Le debolezze uccidono un uomo.”
Illium sospirò mentre raggiungevano la Ferrari rossa fiammante bramata dall’angelo ma che non poteva guidare per via delle sue ali, poi disse, “Non perdere la tua umanità Dmitri. Ti rende ciò che sei.” Spiegò quelle ali di una bellezza impossibile e si alzò in aria con una grazia e una forza che preannunciavano ciò che sarebbe diventato un giorno.
Guardando l’angelo volare verso un cielo stellato sopra una Manhattan che iniziava a svegliarsi stiracchiandosi nella notte oscura, fino a che divenne un’ombra confondendosi nell’oscurità, le labbra di Dmitri si tesero in un sorriso triste. “Ho perso la mia umanità molto tempo fa, Fiorellino blu.


Honor era nei profondi sotterranei dell’edificio principale dell’Accademia della Corporazione, scrutando un interessante testo del XIV secolo che parlava di Amadeus Berg, cacciatore leggendario ed esploratore, quando il suo cellulare iniziò a squillare. Sobbalzando all' improvviso suono, afferrò il telefono dal tavolino dove lo aveva poggiato, vicino alle chiavi. “Sara?” disse, riconoscendo il numero della Direttrice della Corporazione che lampeggiava sul display.
“Honor.” Diretta. Nessuna sciocchezza. Questa era Sara. “Dove sei?”
“Alla sezione libri rari della biblioteca dell’Accademia.”
Questa sezione poco illuminata per non rovinare i libri antichi lì conservati, e con una temperatura ambiente ben precisa e costante, era diventato un rifugio, un posto poco frequentato.
“Bene. Non sei troppo lontana.” Il fruscio di carte in sottofondo. “La Torre ha bisogno di un consulto e tu sei particolarmente qualificata. Quando tu –”
Honor non sentì il resto delle parole della Direttrice ma solo l’eco del rimbombo del sangue che scorreva, il viso che si riscaldava fino a che non sentì la pelle bruciare come un' ustione, lasciando la carne esposta alla crudeltà dell’aria. “Sara,” sbottò, stringendo le dita al bordo della scrivania, mostrando il bianco dell’osso contro la pelle che una volta era stata di un marrone chiaro come baciata dal sole ma che ora invece era opaca, pastosa, “sai che non posso.” La sua paura era più grande di qualsiasi brandello di orgoglio che fosse sopravvissuto.”
“Sì, puoi.” Il tono di Sara era gentile ma fermo. “Non permetterò che tu ti seppellisca dentro l’Accademia.”
La mano strinse il telefono, il cuore che le batteva così veloce da farle male.
“E se volessi essere sepolta?” chiese, trovando la volontà di combattere quella paura spacca-ossa che la faceva sudare lungo la spina dorsale.
“Allora dovrei essere dura e ricordarti che tu sei ancora sotto contratto come cacciatrice attiva.”
Le ginocchia di Honor cedettero, facendola crollare sulla sedia. La Corporazione era la sola casa che conosceva, i suoi compagni cacciatori erano la sua famiglia. “Io sono un istruttore.” Era un tentativo disperato di uscirne fuori.
“No, non lo sei.” Un'affermazione non meno spietata anche se espressa con tono di voce gentile. “Tu non hai mai insegnato in una singola classe in tutti i mesi che sei stata lì.”
“Io lo far-”
“Honor.” Un’unica parola.
Strinse la mano a pugno sulla scrivania, fissando senza vederli i blu ossessionanti e i rossi passionali del manoscritto illuminato che lei aveva lasciato cadere sul legno lucido con una mancanza di cura sconcertante. “Dimmi i dettagli.”
Sara emise un sospiro. “Una parte di me vorrebbe avvolgerti nell'ovatta e tenerti sana e salva dove nessuno possa ferirti,” le disse con una ferocia che tradiva quel cuore generoso sotto quella scorza dura, “ma l’altra parte di me sa che questo t'indebolirebbe e mi rifiuto di farlo.”
Honor trasalì. Non per via della durezza delle parole, ma perché dicevano il vero. Lei non era integra, non lo era più stata nei passati dieci mesi. “Non so se c'è rimasto abbastanza di me da raccogliere, Sara.” A volte, non era sicura di non trovarsi più in quella fossa sporca di sangue, sudore, e... altri fluidi corporei, che la vita che stava vivendo non fosse solo un illusione creata dalla sua mente devastata.
Allora Sara parlò e la durezza delle sue parole era un rinforzo positivo che quella era la verità. Perché sicuramente se quella fosse stata una fantasia per fuggire dalla cruda realtà, lei non avrebbe reso la Direttrice della Corporazione così inflessibile no?
“Ransom e Ashwini non hanno rischiato le loro vite per tirarti fuori così che tu potessi voltarti indietro e arrenderti.” Un ricordo di mani che avevano sciolto le sue catene, braccia che l’avevano aiutata a uscire in quella luce dolorosa. “Trova i pezzi e rimettili insieme.”
Lo stomaco di Honor era sottosopra ora, la mano libera che si stringeva e chiudeva compulsivamente. “È a questo punto che saluto e dico, sì signora?” Le sue parole non avevano alcun mordente, perché ricordava il continuo svegliarsi all’ospedale e vedere Sara seduta affianco a lei, una forza feroce, protettiva.
“No,” replicò la Direttrice, “di' che ti stai alzando per mettere il culo in un taxi. Sono le venti e trenta per cui non dovresti aver problemi a trovarne uno.”
Un brivido scese lungo la schiena; il sudore luccicava sul labbro superiore. “È un angelo quello che devo incontrare?” Ti prego dì di si, pregò disperatamente in silenzio. Ti prego.
“No, ti incontrerai con Dmitri.”
L’immagine di un uomo con la pelle dorata e un viso crudele nella sua bellezza.
“È un vampiro.” Parole che uscirono fuori come un sussurro. Il vampiro di questa città, diavolo, a detta del paese.
Sara non disse nulle per molto tempo. Quando parlò, le fece solo una sconcertante domanda. “Sei felice, Honor?”
Felice? Lei non sapeva più cosa fosse la felicità. Forse non lo aveva mai saputo, anche se aveva pensato di aver imparato qualcosa osservando i figli biologici nelle case famiglia dove era stata sbattuta dopo aver lasciato l’orfanotrofio a cinque anni.
Ora… “Io vivo.”
“Ed è abbastanza?”
Stese le dita con sforzo, viste le mezzelune che aveva inciso sul palmo della mano, rosse e tese. La Corporazione aveva pagato per un consulente, e avrebbe continuato a pagare fin quando ne avesse avuto bisogno. Honor era andata a tre sedute prima di realizzare che non avrebbe mai parlato a quella dolce, donna paziente che veniva chiamata per trattare con i cacciatori.
Invece, lei aveva cercato di restare sveglia, di non ricordare.
Le zanne che le affondavano nei seni, nelle cosce, nel collo, i loro corpi che si sfregavano contro il suo mentre gemeva e implorava.
Era stata forte all’inizio, determinata a sopravvivere e a fare a fettine quei bastardi. Ma loro l’avevano avuta per due mesi.
Si poteva fare molto a una cacciatrice, una donna, in due mesi.
“Honor?” la voce di Sara, intrisa di preoccupazione. “Guarda, chiamerò qualcun altro. Non avrei dovuto pressarti così duramente e così presto.”
Una tregua. Ma sembrava che lei conservasse, nonostante tutto, qualche traccia di orgoglio - perché aprì la bocca, e le parole uscirono fuori senza che lei ne fosse consapevole. “Sarò per strada in dieci minuti.”
Fu solo dopo aver riagganciato che si rese conto di aver preso in mano una penna a un certo punto… e scritto il nome di Dmitri più e più volte sul blocco che utilizzava per prendere appunti. Le sue dita ebbero uno spasmo, facendo scivolare la penna.
Tutto stava per ricominciare di nuovo.

Edited by Christiana V - 16/9/2013, 23:53
 
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_CallMe*Simo
view post Posted on 9/9/2013, 16:24




meraviglioso, fantastico, non avete idea di quanto vi sia grata per queste traduzione, che tra l'altro sono di un ottimo livello
 
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sabrinaemarco
view post Posted on 9/9/2013, 18:03




bellissimo inizio....continuate così ragazze!
 
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Yuuki18
view post Posted on 10/9/2013, 17:42




O mio Dio!!!!

LUI
 
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view post Posted on 10/9/2013, 20:34

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Io , io ,io Sono senza parole ! Ma come illium non è uno dei sette????
 
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_CallMe*Simo
view post Posted on 16/9/2013, 14:56




credo sia stato solo un errore di scrittura O.o
 
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view post Posted on 16/9/2013, 19:28

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CITAZIONE (g87 @ 10/9/2013, 21:34) 
Io , io ,io Sono senza parole ! Ma come illium non è uno dei sette????

credo che intenda che Illium non era uno dei sette di Raphael a causa di Dmitri...ma per via della sua intelligenza acuta ;)

Comunque che idea vi siete fatte di Honor? Qualche prima impressione?
 
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view post Posted on 16/9/2013, 20:56

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Ma io ho letto l'estratto in inglese e anche li dice che non è uno dei 7... Vedremo ho nor mi stuzzica assai non vedo l'ora di sapere come continua...
 
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_CallMe*Simo
view post Posted on 16/9/2013, 21:00




la prima impressione di honor? più che positiva! mi piacciono le storie sofferte e i caratteri che reagiscono!
 
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view post Posted on 2/11/2013, 15:23
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Park Hee Ra

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l'ho appena iniziato ma già mi piaceeeeeeeee
 
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10 replies since 9/9/2013, 15:26   296 views
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