Capitolo 10, "Reckoning" di Jeaniene Frost

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Christiana V
view post Posted on 15/9/2013, 22:45




RECKONING



LE NOSTRE TRADUZIONI SONO LAVORI AMATORIALI TOTALMENTE ESEGUITE DAI NOSTRI UTENTI E SENZA SCOPO DI LUCRO.
SONO RISERVATE ESCLUSIVAMENTE AI NOSTRI UTENTI ED E' ASSOLUTAMENTE VIETATO PRELEVARE QUESTE TRADUZIONI, INTERAMENTE O PARZIALMENTE, PENA IL BAN.



Tradotto da Sara Stefanelli




Revisione a cura di Christiana V








Capitolo 10


Bones si affacciò sul corridoio in direzione del battito cardiaco, attento a ogni accenno di un imminente attacco. Al momento, non vide nessuno, ma tutti i suoi allarmi interiori stavano suonando. La trappola sarebbe stata di sicuro nel posto in cui si trovava Becca, ma non poteva semplicemente abbandonarla. Dopotutto era colpa sua se Delphine l'aveva presa, tanto per cominciare.
Il battito veniva dalla stanza alla fine del corridoio. Quattro porte sinistre lo separavano da esso. Bones tirò fuori due coltelli dalla giacca, uno d'acciaio e uno d'argento. Ne afferrò uno con ogni mano e, mantenendosi basso, si mosse in avanti. Venite fuori, venite fuori, ovunque voi siate...
Tutto in lui si tese mentre si avvicinava furtivamente alla prima porta, le terminazioni nervose si aspettavano di essere improvvisamente trafitte dal dolore da un coltello o da un'altra arma. Bones irruppe nella stanza, preparandosi a rispondere a un assalto - ma non c'era nulla. Trovò solo altri mobili ricoperti di polvere e quell'intenso odore di liquido per l'imbalsamazione che neutralizzava la sua abilità di rintracciare qualsiasi cosa dalla fragranza.
E una è andata, ne rimangono tre.
Bones ripeté la stessa cosa con la porta successiva. Questa volta, venne colpito in faccia da una ragnatela, ma non ci fu niente di più minaccioso. La terza stanza era vuota, come la quarta, ma quest'ultima c'era del sangue. Un sacco di sangue.
Bones si inginocchiò vicino a una delle larghe pozze, annusando profondamente. Anche al di sopra dell'odore di sostanze chimiche nella stanza, sapeva che quello era il sangue di Becca. Questo significava che anche i pezzi di ossa gettati quasi casualmente nell'angolo erano i suoi.
Si alzò, l'accrescere della rabbia omicida dentro di lui lo rese più calmo, non lo mandò fuori di testa. Bones si avvicinò all'ultima stanza mantenendo il suo battito lento e pacato come sempre. Se i LaLauries avevano pensato che la macabra esposizione dei loro avanzi l'avrebbe fatto piombare dentro con uno slancio avventato per salvarla, si erano sbagliati.
La stanza era priva di mobili eccetto per una lunga bara scura da cui proveniva il battito cardiaco. Bones aspettò prima di entrare, i suoi sensi si affinarono per cogliere ogni minimo accenno di rumore o movimento. Niente. Inoltre, i ghoul non respiravano e potevano rimanere fermi come statue se ne avevano bisogno. Delphine e Louis potevano essere lì, in attesa.
Bones si tuffò nella stanza, rotolando subito per fronteggiare ogni attacco frontale , le lame salde nelle mani in cerca di carne in cui affondare. Niente. Nemmeno un sussurro, a eccezione di quel regolare battito. Lo sgabuzzino nella stanza non aveva porte, quindi nessuno ci si poteva nascondere, e a meno che Delphine o Louis avessero acquisito la capacità di Ralmiel di smaterializzarsi, non erano lì.
Si avvicinò alla bara, prendendo un'altro profondo respiro. C'era l'odore di liquidi per l'imbalsamazione, del sangue di Becca, e qualcos'altro. Di metallico, sebbene fosse troppo debole da decifrare sotto la puzza dei prodotti chimici. Rumori attutiti consistenti in mmph, mmphh! inframmezzati da respiri rotti provenienti dall'interno della bara. Lì dentro c'era qualcuno vivo. Imbavagliato, dal suono che faceva.
Bones fece scorrere la mano lungo il coperchio della bara. Era troppo semplice. Delphine era lì dentro con Becca, aspettando di affondare l'argento nel suo cuore non appena avesse alzato il coperchio?
Se era così, Delphine ne avrebbe presto scoperto l'inutilità.
Spaccò il coperchio, sentì un debole click e poi volò via un istante prima dell'esplosione. Frammenti d'argento della bomba modificata si incastrarono sulla sua schiena. Lo stesso valse per le parti del corpo di chiunque fosse stato lo sfortunato in quella bara. Solo il giubbotto antiproiettile di Bones aveva trattenuto i pezzi d'argento dal fare a pezzi il suo cuore. Per un momento di sbalordimento, si distese a terra, facendo mentalmente il calcolo delle sue ferite. Poi Delphine e Louis si fiondarono nella stanza, facendosi largo coi coltelli d'argento.
Bones barcollò sui suoi piedi, sussultando per il dolore nelle gambe dove pezzi di carne erano stati strappati dalla bomba. La sua testa stava sia rimbombando che pulsando; Finiscila di fare lo stupido, o non avrai molto tempo per rimpiangerlo.
Gli erano sfuggiti i coltelli dalle mani durante l'esplosione. Bones ricevette altri due profondi fendenti prima di riuscire a prendere una lama e contrattaccare. Louis LaLaurie fu veloce, scansando la lama e colpendo Bones nella coscia, dove si era già conficcato un pezzo di argento particolarmente largo.
Girarsi di nuovo per evitare l'attacco di Delphine da dietro gli costò un passo. Il coltello lacerò il braccio invece che il collo. Affondò molto, quasi troncandogli l'arto. Delphine era forte, e non stava combattendo come una novellina. Lo tagliò mentre Louis attaccò da davanti. Tutto l'argento nella sua carne stava consumando la sua forza mentre il suo corpo tentava automaticamente di guarirsi e anche le nuove ferite che gli erano inflitte, una dopo l'altra.
Delphine e Louis lo fecero indietreggiare, facendolo quasi inciampare su delle macerie. Il braccio sinistro, tenuto insieme solo da dei legamenti, richiese qualche secondo per ripararsi, ma quei secondi erano dannatamente cari. Bones non poteva usare il braccio per combattere, e Louis e Delphine stavano usando il loro vantaggio. Venne tagliato con altro argento, finché sembrò che ogni centimetro del suo corpo stesse bruciando e il sangue veniva schizzato a terra, indebolendolo ancora di più.
Sentendo che la vittoria era vicina, Delphine gli saltò sulla schiena, lacerandolo selvaggiamente sia con i coltelli che con i denti. Bones non riusciva a togliersela di dosso e tenere debita distanza Louis. Non riusciva neanche a raggiungere i suoi coltelli, dato che Delphine era riuscita a strappargli di dosso la giacca nel suoi attacco selvaggio. Non riusciva a prendere neanche quelli che aveva alle gambe, senza che Louis gli strappasse la testa non appena Bones si sarebbe chinato.
Louis sorrise, feroce e soddisfatto, mentre un fendente dall'alto affondò profondamente nello stomaco di Bones, facendolo istintivamente piegare per l'esplosione di dolore. Delphine raddoppiò i suoi sforzi e si concentrò sul collo, realizzando che non sarebbe riuscita a penetrare il giubbotto antiproiettile sulla schiena o sul petto.
Un movimento improvviso in un angolo della stanza fece cadere in ginocchio Bones. Louis emise una risata trionfante, ma Bones non si era inginocchiato in segno di resa. L'aveva fatto perché aveva visto ciò che Louis, voltato di schiena e con l'attenzione fissa su di lui, non aveva notato.
Anche Delphine lo vide. Iniziò a urlare non appena Bones fece un salto indietro, facendo sbattere entrambi contro il muro dietro di lui - mentre una lunga lama ricurva si faceva strada nel collo di Louis LaLauries.
La testa di Louis si girò verso destra e cadde in avanti. Rotolò giù dalle spalle mentre il suo corpo crollava a terra, con un buco scuro e vischioso in direzione di Bones, dove prima c'era stata la sua testa. Ralmiel reggeva una lama macchiata di rosso dietro di lui.
Delphine urlò di nuovo, in un acuto ululato di rabbia e dolore. Bones non esitò. Raggiunse i suoi stivali e tirò fuori i due contenitori oblunghi che contenevano, strappò le chiusure di entrambi e glieli ficcò nel petto.
Scoppiarono due fiamme gemelle, incendiando i vestiti di Delphine mentre la bruciavano da dentro. Bones tenne la presa sui contenitori, spingendoli più a fondo senza pietà. Il corpo di un ghoul non aveva abbastanza sangue da estinguere le fiamme. Le urla di Delphine divennero frenetiche, le gambe e le braccia tagliavano l'aria disperatamente come se stesse provando a scappare. Bones la inchiodò a terra, ignorando le fiamme che lo avvolgevano mentre lei continuava a bruciare. Si era nutrito bene prima di quella sera, non si sarebbe bruciato così facilmente. Il fuoco si diffuse in tutto il corpo di Delphine, rompendo e annerendo la sua pelle più velocemente di quanto riusciva a guarire.
Qualcosa di selvaggio dentro Bones lo fece desiderare di prolungare l'atto. Voleva continuare a diffondere le fiamme dentro Delphine e bruciarla fino a quando non fosse rimasto niente di lei eccetto la cenere, solo che non c'era tempo. Le sirene suonarono, diventando più forti. La polizia sarebbe arrivata a breve. Quella bomba, sebbene relativamente piccola, non era passata inosservata.
Bones tirò fuori dallo stivale una lunga lama, lasciando vedere a Delphine il bagliore del metallo mentre la teneva sopra di lei. Poi Bones la spinse in profondità nel collo di Delphine, provando una piccola soddisfazione quando la sua testa rotolò sul pavimento fino al cadavere decapitato di Louis. Dopo tutto il male che i due avevano commesso, la loro morte era stata troppo veloce e clemente.
Ma Jelani, alla fine hai avuto la tua vendetta.
Ralmiel andò da lui e gli offrì una mano. Bones, dopo una pausa, la prese e lasciò che l'altro vampiro lo tirasse in piedi.
"Non dovresti provare ad uccidermi?"
Ralmiel non sorrise. Guardò il soffitto e scosse la testa. "Sono entrato attraverso l'attico e l'ho vista. Non le resta molto tempo."
Becca.
Bones corse fuori dalla stanza, seguendo il suono dell'altro battito, più debole. L'esplosione in realtà l'aiutò in questo caso. I pezzi che erano esplosi del corridoio rivelarono una scala metallica dentro al muro, il battito di Becca suonava più forte lì dentro. Bones tirò fuori un po' del cartongesso per passarci attraverso, poi corse su per le scale strette. Si scagliò dietro alla porta in cima alle scale, che si aprì in una piccola stanza a forma di scatola sul tetto della casa.
Becca era sdraiata su una panchina. Bones storse la bocca quando un'occhiata rivelò l'estensione di ciò che le avevano fatto. Si inginocchiò accanto a lei, girandole la testa così che lei potesse vederlo.
Era sveglia, sebbene nel suo stato fosse una maledizione anziché una benedizione. Bones la guardò, lasciando che il potere nei suoi occhi catturasse la sua mente. Nelle sue condizioni, ci vollero pochi secondi. Aspettò, mormorando, "Va tutto bene, tesoro. Sei salva, adesso," finché l'orrore e il terrore abbandonarono il suo sguardo e lei smise di provare a muoversi o a parlare.
Non avrebbe neanche potuto, comunque. Le sue labbra erano cucite insieme con quello che sembrava una lenza da pesca, e braccia e le gambe non c'erano più. L'unica ragione per cui era ancora viva era che Louis - o Delphine - avevano usato un po' del loro sangue per chiudere le ferite dove prima c'erano i suoi arti. Ciò che un tempo erano braccia e gambe ormai erano solo dei monconi orribilmente lisci.
Bones chiuse gli occhi. Poteva salvare la vita di Becca...togliendogliela. Non sarebbe sopravvissuta alla transizione se avesse provato a trasformarla in un vampiro, ma poteva renderla un ghoul. Tutto ciò che doveva fare era bere un po' del suo sangue prima di morire, e non ci sarebbe voluto molto. Era davvero vicina alla morte.
Pensò a Jelani. All'ammissione di dolore da parte del ghoul riguardo al vivere come qualcuno che sarebbe sempre stato indifeso in confronto al più debole della loro specie. E Becca non sapeva che esisteva un altro mondo ai margini del suo. Come poteva condannarla al svegliarsi intrappolata in quel corpo, trasformata in qualcosa di cui non sapeva neanche l'esistenza?
Fece un lento sospiro, poi si forzò a sorridere. Il suo sguardo brillava mentre indirizzava tutte le sue energie nel far credere a Becca tutto ciò che stava per dirle.
"Va tutto bene," disse di nuovo Bones, accarezzandole il viso. "Sei al sicuro, Becca, e non c'è più dolore. Non sei ferita. Non sei nemmeno qui. Sei in un campo bellissimo, circondata da fiori. Puoi vederli Becca?"
Lei annuì, i suoi lineamenti si rilassarono, il che era totalmente in disaccordo con i punti seghettati intorno alla sua bocca.
"... sei al caldo, e sei sdraiata a terra mentre guardi il cielo...guardalo, Becca. Guarda com'è blu..."
Il suo sguardo divenne più fermo. Bones si piegò in avanti, posando la bocca sulla sua gola. Le sue pulsazioni erano così deboli, poteva a malapena sentirle contro le labbra.
"Dormi ora, Becca," sussurrò Bones, e morse in profondità il suo collo.
 
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view post Posted on 16/9/2013, 08:26

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Che capitolo! Povera becca e povero bones per averla dovuta finire così !
 
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kurechan
view post Posted on 26/10/2013, 12:08




Bones :occhioni: :occhioni: :occhioni:
 
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