Capitolo 11, "Archangel's Blade" di Nalini Singh

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Christiana V
view post Posted on 3/2/2014, 17:56




ARCHANGEL'S BLADE



LE NOSTRE TRADUZIONI SONO LAVORI AMATORIALI TOTALMENTE ESEGUITE DAI NOSTRI UTENTI E SENZA SCOPO DI LUCRO.
SONO RISERVATE ESCLUSIVAMENTE AI NOSTRI UTENTI ED E' ASSOLUTAMENTE VIETATO PRELEVARE QUESTE TRADUZIONI, INTERAMENTE O PARZIALMENTE, PENA IL BAN.


Tradotto da Lucy85


Revisione a cura di Christiana V









Capitolo 11



Sorpresa, lo osservò… e notò le linee di preoccupazione sul suo volto. “Non mi sto nascondendo da Dmitri.”
“Oh, bene. Anche se lo farai incazzare abbastanza per questo, cerca di non sparargli in pieno giorno. Sara non ha ancora perdonato Elena per averlo fatto.”
Honor aveva sentito parlare dell’incidente; aveva anche letto la notizia online. “Penso che una ferita da arma da fuoco possa rallentarlo per un po’, ma sono quasi sicura che sia troppo vecchio per restarci secco anche se gli si strappasse fuori il cuore.”
Vivek trasalì. “Oooh, Elena non lo sa.” Ruotando la sedia con un debole comando vocale, si girò verso gli schermi del computer principale per indagare su un avviso lampeggiante. “Così sei venuta fin qui solo per il piacere della mia compagnia?” Un’affermazione sarcastica, ma Honor aveva trascorso l’infanzia intrappolata nella solitudine – capiva quell’emozione meglio di chiunque altro.
“Mi dispiace di non essere venuta prima,” disse. “La verità è che probabilmente, non avrei mai lasciato l’Accademia se Sara non mi avesse costretta a farlo.” Sembrava impossibile che fosse stata quella creatura così debole e sconfitta, ma lo era stata e quella era una verità che non poteva ignorare. Così da non tornare mai più a esserlo.
Vivek le rivolse uno sguardo penetrante. “Si tratta della sicurezza, vero? La gente non capisce questo bisogno.”
Lei pensò a lui qui nel suo bunker, protetto da un mondo che lo aveva scartato dal momento che lui era meno che perfetto. Eccetto – “Tu sei molto più coraggioso di quanto io potrei mai essere, V.”
Abbandonato in un istituto dalla sua famiglia, lui era letteralmente andato avanti grazie al puro e ostinato rifiuto ad arrendersi. “Ero un bambino quando è successo,” disse, la voce roca. “Ho avuto molto tempo per superare l’autocommiserazione mentre marcivo in quel letto d’ospedale, pertanto non elargirmi complimenti che non merito.”
Honor scosse la testa, ma restò in silenzio. Allora chiese ciò per cui era venuta laggiù, anche se l’orrore continuava a essere un peso che la opprimeva dall’interno. “Ho bisogno che tu faccia una ricerca.” Rabbia, paura e nausea le rivoltavano lo stomaco. “Immagini o video su di me.”
Gli occhi di Vivek lampeggiarono di una rabbia così profonda che avrebbe potuto sorprenderla se non avesse saputo che era un cacciatore nato – sedia a rotelle o no, possedeva gli stessi istinti del resto dei cacciatori.
Ora, tornando a focalizzarsi sui suoi computer, cominciò a impartire dei comandi vocali in maniera così rapida sui vari schermi che lei non riuscì a seguirlo. Un brivido freddo scese lungo la schiena mentre osservava i risultati comparire uno dietro l’altro. Ingoiando la bile che le bruciava la gola, forzò se stessa ad attendere finché lui non completò la ricerca. “Fammi vedere.”
Diverse immagine riempirono gli schermi. Honor scrutò i risultati di ogni singola pagina, con Vivek che faceva un doppio controllo. “È tutto?”
“Sì. Ho scavato fin dove potevo arrivare, usato termini multipli e ampi di ricerca.”
Tremando, crollò su una sedia. “Sono tutti file di foto rilasciati quando sono scomparsa, o scatti fatti dopo il mio recupero.”
Vivek continuò a parlare al suo computer per altri dieci minuti, continuando a controllare. “La rete è pulita, Honor. Qualsiasi immagine quei bastardi possano aver preso, non le hanno caricate.” Un lampo negli occhi. “Direi che avevano troppa paura della Torre.”
“Con giusta ragione.” Avrebbe dovuto essere felice, ma trovare Valeria e scoprire l’identità di Tommy aveva solo rafforzato il fatto che tutti gli altri che l’avevano trattata come un pezzo di carne, erano fuori in circolazione, beffandosi di lei e vivendo le loro vite libere dal terrore o dalla paura.
“Non mi fermerò,” disse a voce così bassa che Vivek non la udì, la mano stretta a pugno sulla sua coscia. “E nemmeno lo farà Dmitri.” Ricordò che lei aveva dalla sua parte qualcuno infinitamente più pericoloso e implacabile di tutti gli amici malati di Valeria. “Non voglio farti a pezzi, Honor. Voglio sedurti.”
Certamente, quell’uomo voleva anche prendere qualcosa da lei. Non un piccolo morso. No, Dmitri non si sarebbe accontentato che della sua totale resa carnale.

Nove ore dopo aver visto Honor, con la notte che calava sul mondo, Dmitri aveva appena concluso di parlare con Galen via satellite quando Venom entrò nella stanza. “Sorrow ha eluso la sicurezza.” Il vampiro non aveva avuto alcun problema a cambiare il nuovo nome di Holly – forse perché una volta anche lui aveva abbracciato una nuova identità. “Almeno un’ora fa.”
Dmitri non imprecò. “La troverò.” Avrebbe anche fatto una chiacchierata con le guardie, perché anche se Sorrow era molto intelligente e non completamente umana, aveva pur sempre meno di un quarto di secolo contro i loro centocinquant’anni.
Venom scosse la testa, i capelli ricaddero sulla fronte. “Guarda,” disse, spingendoli indietro con un gesto impaziente della mano, “tu sei preso da quest’altra situazione. Lo farò -”
“No. Lei è una mia responsabilità.”
Elena l’aveva rintracciata, ma era stato lui a tirarla fuori da quel piccolo pertugio dove si era nascosta, tutto il corpo incrostato di sangue. “Conosco i luoghi che frequenta.”
Venom non si mosse, la sua volontà nel resistere agli altri Sette era parte della ragione per cui era stato accettato nel gruppo. “Sei troppo coinvolto, Dmitri. Se…” Le pupille nere del vampiro si contrassero, due punti fissi contro il verde bruciante delle iridi. “Se i tratti di Uram finiranno col prevalere sulla sua umanità, sarà necessario eliminarla.”
“Questo non sarà un problema.” Dopotutto, aveva spezzato il collo al suo stesso figlio.
“Andrà tutto bene, Misha. Te lo prometto.” Aveva mentito con un sorriso, baciando suo figlio sulla fronte, la pelle così morbida e calda del bambino contro le sue labbra. “Papà metterà tutto a posto.”
La Ferrari aveva riscosso diversi “oh, sì!” dai ragazzi fermi sul marciapiede quando scivolò davanti a un divieto di sosta di fronte a un piccolo edificio squallido con un’insegna al neon che affermava lì c'era The Blood Den. Visto che la targa mostrava chiaramente che l’auto apparteneva a lui, Dmitri non si prese la briga di avvisarli. Chiunque fosse stato abbastanza stupido da toccare la sua auto meritava ciò che gli sarebbe successo in seguito. Un buttafuori con gli occhi sbarrati e che superava Dmitri di novantuno chili – e che non sarebbe mai stato capace di fermarlo neppure per un secondo se Dmitri si fosse irritato - aprì la porta del club prima ancora che il vampiro la raggiungesse.
“Una donna di origine asiatica sul metro e sessanta circa,” disse all’uomo pelato. “Capelli neri striati di rosa, occhi marroni” – per il momento almeno- “pelle chiara.” Sorrow aveva evitato il sole, non perché la ferisse me perché pensava che era una creatura appartenente alle tenebre.
“Ho visto una pollastrella che entrava in un separé con un ragazzo quando sono andato in pausa,” rispose il buttafuori. “Potrebbe essere lei.”
Dirigendosi verso il punto indicato dal buttafuori, aprì la porta per trovare un maschio bianco ventenne con i calzoni attorno alle caviglie. Aveva la mano sul cazzo turgido, masturbandosi, con uno sguardo vitreo negli occhi. Sorrow sedeva dalla parte opposta, incurvando le labbra truccate di rosso. “Sei venuto per unirti al party?” Una domanda beffarda che non aveva nulla a che vedere con il sesso, anche se lei era vestita con uno stretto abito nero fatto di stringhe fino alle cosce, le gambe inguainate in un paio di stivali di vernice nera.
Senza dire una parola, Dmitri schiaffeggiò il ragazzo. Questi sbatté le palpebre, guardò in basso, e poi di nuovo su. “Cos-”
“Vattene.” Dmitri tenne aperta la porta.
Col membro che si stava sgonfiando, l’uomo si tirò su i pantaloni e uscì, inciampando per la fretta di lasciare la stanza. Chiudendo la porta, Dmitri vi si appoggiò e vide Sorrow ingurgitare quella che sembrava essere tequila prima di sbattere il bicchiere a terra con sguardo disgustato. “Sai che non posso nemmeno ubriacarmi come si deve?”
“Il tuo metabolismo è alterato.” Come tante altre cose.
Un’amara risata. “Già, e posso far sì che gli uomini si masturbino proprio davanti a me. Un grande superpotere, vero?” Da un certo punto di vista lo era. Insieme a quell’anello verde ipnotico attorno agli occhi e forse una pazzia omicida, Sorrow aveva acquisito la capacità di ipnotizzare le persone per brevi periodi.
Al momento, poteva fargli commettere atti per cui loro erano già predisposti, ma Dmitri non credeva che le cose sarebbero rimaste così a lungo. Da quando Uram l’aveva morsa e infettata, i cambiamenti in Sorrow erano progrediti a una velocità sorprendente.
Consapevole della sua frustrazione e la mancata manifestazione di rabbia da parte sua, la osservò distendersi sul suo posto, graziosa come un gatto, e avvicinarsi per premere contro di lui.
“Perché non mi hai mai scopata o fatta sanguinare, Dmitri?” Occhi brillanti. Parole dure. “Non sono abbastanza per te?”
“Non dormo con le bambine.”
La testa scattò indietro, gli occhi appesantiti dal trucco incontrarono i suoi. “Non sono una bambina.”
Dmitri non si scomodò a replicare. Le prese la mano invece e aprì la porta.
Sorrow fece resistenza. “Io- ”
“Basta,” disse in un tono tranquillo che sferzò la musica pulsante come se non esistesse. “Oggi ho già tagliato un vampiro in pezzi piccoli e precisi.” Honor non si era resa conto che a Valeria mancava la maggior parte del cuore sotto il vestito quando era ritornata nella stanza. “E sto pianificando di fare molto peggio a un altro. Perciò non fare giochetti con me.”
Sorrow trattenne il respiro, ma non parlò di nuovo finché non furono per strada, l’aria tarda della primavera era abbastanza fresca da farle venire la pelle d’oca sulle braccia. “Quanto tempo hai impiegato?” gli chiese con voce tremante.
“Per cosa?”
“Per smettere di essere… umano?”
“Tre mesi dopo che la mia Creazione fu conclusa.” Quello era il tempo in cui Misha aveva urlato e singhiozzato in catene di fronte a lui, il tempo in cui le ceneri di Caterina erano rimaste esposte alle intemperie accanto a quelle della madre.
“Mi dispiace, Ingrede.” Stava accanto ai resti bruciati del cottage, cullando il corpo senza vita di suo figlio tra le braccia, il più prezioso dei fardelli. “Perdonami.”
Camminando velocemente verso la Ferrari, aprì lo sportello a lato del passeggero. “Entra.”
Sorrow obbedì, la sua ribellione schiacciata dalla brutalità dello stato d’animo del vampiro. Improvvisamente lei sembrava dolorosamente giovane, ma Dmitri non le diede tregua. Aveva avuto più di un anno per farlo. “Usare le abilità tipiche dei vampiri sugli umani senza consenso può condannarti alla terra.”
La punizione consisteva nell’essere sepolti vivi in una bara, ricevendo solo le quantità di sangue necessarie per sopravvivere. Il labbro inferiore della giovane tremò. “Il mio cappotto è dietro.”
Ruotando su se stessa, se lo tirò addosso, rimpicciolendosi sul sedile. “Vuoi mettermi sotto terra?”
“No. questa particolare punizione non è più in vigore.” Raphael lo aveva fatto per Elena, un dono di un arcangelo per la sua consorte. “Mi è stato detto di pensare a un’alternativa.”
Sorrow strinse il cappotto attorno a sé. “Mi dispiace.” Le parole esitanti e spaventate della bambina che lui aveva accusato di essere.
Sospirando, guidò verso Harlem River e tagliò per Manhattan attraversando il ponte George Washington, prima di fermare la macchina in un punto da dove era possibile osservare Manhattan. Il paesaggio urbano era un tappeto di gemme contro il nero del cielo, degli angeli erano visibili solo le sagome.
“Sto per metterti sotto Contratto, Sorrow.” Era l’unico modo per insegnarle il controllo. “Non importa se sei stata creata senza consenso, non sarai libera fin quando non decido che tu non sei un rischio.”
Dopo essersi tolta gli stivali durante il viaggio, la giovane si sedette sulle sue gambe. Piccola com’era, non le ci volle un grande sforzo. “Mi insegnerai ciò che mi occorre sapere?” Una richiesta.
“No. Se ne occuperà Venom.” La ragazza stava diventando dipendente da lui.
“Ho freddo.”
“Lo so, Misha. Sei stato un ragazzo molto coraggioso.”
“Loro hanno ferito la Mamma e Rina.” Uno sforzo coraggioso di reprimere i singhiozzi. “Hanno ferito Mamma e Rina, Papà.” Il grido di Misha ancora lo perseguitava. Non voleva, non poteva aggiungere un’altra voce a quella. “Venom ti insegnerà come controllare le tue capacità.”
Anche se Sorrow non lo sapeva, l’abilità di Venom di ipnotizzare oscurava la sua. “Mi aspetto che tu esegua i suoi ordini.”
“Lo farò.” Una pausa carica di cose non dette dopo quel quieto riconoscimento. “Cosa sto diventando?” gli chiese alla fine.
Dmitri poteva mentirle, darle false speranze, ma questo l’avrebbe solo condotta alla morte. Voltandosi, la raggiunse per spostarle dietro l’orecchio una ciocca di capelli corvini, striati con colori rubati alla notte. Lei trasalì e lui sapeva che aveva sentito la fredda lama della sua rabbia. “Nessuno lo sa. Ma l’unica cosa che non ti permetterò di diventare è un problema. Hai capito?”
Sorrow deglutì. “Sì.” Un sussurro prima di voltare il viso verso la mano con cui lui le stava accarezzando la guancia. “Ho paura, Dmitri.”
Papà, ho paura.
Sorrow non era Misha, piccolo e indifeso, ma avrebbe potuto esserlo. E così, nonostante il suo giuramento di mantenere le distanze, non le disse che doveva avere paura, che quasi tutti credevano che le sue possibilità di sopravvivere a tutto questo fossero poche. Invece, accarezzò i setosi capelli scuri e ripensò ai morbidi ricci scuri che un tempo sentiva sotto il palmo mentre teneva tra le braccia il corpo di suo figlio devastato dalle convulsioni.

“Ti prego! No! Basta!”
Honor spinse via le lenzuola e rotolò fuori dal letto, il cuore che batteva all’impazzata. Uno sguardo all’orologio le disse che erano passate a malapena tre ore da quando era crollata, dopo aver lavorato sul tatuaggio fin dopo la mezzanotte. Il problema era che continuava a ricordare ciò che Valeria, Tommy, e i loro amici le avevano fatto.
Eccetto quell’incubo… avrebbe potuto giurare che non avesse niente a che fare con la tana. Forse era stata una eco delle sue paure infantili e che erano state il motivo principale per cui non era mai stata adottata, nonostante l’incessante richiesta di bambini. Apparentemente, lei urlava e urlava fino a quando lei stessa non riusciva a svegliarsi – per iniziare di nuovo non appena cosciente. Questi attacchi erano durati fino a quando lei aveva quattro o cinque anni, in seguito aveva iniziato a svegliarsi non appena iniziavano e trascorreva il resto della notte a combattere il sonno.
Disturbo da abbandono, lo aveva definito uno psicologo infantile. Honor non ne era così sicura. Quel che sentiva quando si svegliava da quegli incubi infantili era stata una sensazione troppo grande, troppo vasta, un’oscurità terribile piena di desolazione. La stessa cosa che le stringeva la gola in quel momento, il cuore battere così forte da farla star male. Massaggiandosi il petto con la mano per dissipare quella sensazione, andò verso la doccia. Vestita con abiti freschi, prese il telefono e digitò un numero che non avrebbe mai pensato di fare alle quattro del mattino in una fredda mattinata di primavera, il cielo scuro fatta eccezione per i frammenti delle luci degli uffici dei grattacieli. Una roca voce maschile le rispose, chiedendole di lasciare un messaggio. Riagganciando, si strofinò la faccia con le mani e spiegò le fotografie del tatuaggio sul tavolino da pranzo vicino alla finestra. Aveva fatto un passo avanti, o almeno era ciò che credeva, poco prima di cadere esausta a letto. Ora, con la mente lucida, nonostante gli incubi, iniziò a ripercorrere la sua linea di pensiero. Sì, era sicuramente questa la chiave. O parte della chiave. Non sapeva per quanto tempo aveva lavorato, ma aveva già riempito diverse pagine di note quando bussarono alla sua porta. Accigliata, guardò l’orologio appeso al muro. Le quattro e mezza.
Il suo corpo fu percorso da una strana euforia perché poteva essere una sola persona, prese la pistola e andò a guardare nello spioncino.
 
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Naj
view post Posted on 9/2/2014, 02:01




Posso solo dire che siete meravigliose e che vi ringrazio di cuore per il lavoro - splendido - che state facendo! :occhioni:
 
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machian5
view post Posted on 11/2/2014, 22:14




meno male che ci pensate voi a soddisfare la mia voglia di nalini! :bacio:
 
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view post Posted on 11/2/2014, 22:19

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Sono contenta che vi piaccia :occhioni: :occhioni:
 
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_CallMe*Simo
view post Posted on 29/3/2014, 11:34




è-è... pazzesco, quanto vi amo per questo!
 
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artemisia
view post Posted on 10/4/2014, 23:01




Grazieeeeeeeeee,,,,soprattutto perchè questa serie è stata interrotta :'(
 
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Naj
view post Posted on 11/4/2014, 13:24




Splendido Staff (ops :shifty: non sarò un pò interessata?!?) perchè non riprendete a tradurre e postare i restanti capitoli?
A proposito :bacio: :cheerleader: :amolostaff: per le ff create sulla serie della Singh.
Per Artemisia cercale e leggile sono eccezionali!
HIP HIP URRA' per lo STAFF :Love:
 
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_CallMe*Simo
view post Posted on 24/5/2014, 14:40




perdonatemi ma la traduzione non continuerà?
 
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view post Posted on 7/6/2014, 22:09

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CITAZIONE (_CallMe*Simo @ 24/5/2014, 15:40) 
perdonatemi ma la traduzione non continuerà?

Mai dire mai Simo ;)

CITAZIONE (Naj @ 11/4/2014, 14:24) 
Splendido Staff (ops :shifty: non sarò un pò interessata?!?) perchè non riprendete a tradurre e postare i restanti capitoli?
A proposito :bacio: :cheerleader: :amolostaff: per le ff create sulla serie della Singh.
Per Artemisia cercale e leggile sono eccezionali!
HIP HIP URRA' per lo STAFF :Love:

ahahahahah sono contenta che le ff ti siano piaciute :D
 
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Beth
view post Posted on 4/1/2015, 19:56




Non so davvero come ringraziarvi per questa traduzione!! Ma, vi prego, continuate a postare i capitoli!! :occhioni: Dire che mi ha incuriosito e appassionato é un eufemismo!!
 
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x_Persephone_x
view post Posted on 12/1/2015, 20:17




Concordo con Beth *_* Grazie per la traduzione e vi prego continuate!! Adoro Dmitri *_*
 
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view post Posted on 16/3/2015, 20:53

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grazie grazie grazie grazie avevo deciso di leggerli piano piano e farmeli bastare per almeno una settimana/10 gg ma non ho resistito e li ho finiti in un giorno!! vi prego vi prego continuate a tradurre adoro dmitri!!!
 
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11 replies since 3/2/2014, 17:56   353 views
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