IL GIOCO PERFETTO
Jaci Burton
Play by Play #1
Tara Lincoln è la madre single di un figlio adolescente, ha aperto un'attività come organizzatrice di eventi e non ha nessuna intenzione di imbattersi in storie d'amore. Troppo rischioso e soprattutto ha troppo a cui pensare.
Mick Riley è una star del football e un dongiovanni matricolato. Si conoscono alla festa dei San Francisco Sabers, dei quali Mick è il quarterback.
Tra i due scatta un'attrazione fisica immediata.
Piccola pecca, l'inizio mi ha ricordato molto una scena che ho trovato nel romanzo della Gibson, “Irresistibile”, anch'esso uno sport romance ma con l'hockey a fare da sfondo.
A ogni modo.
La protagonista, Tara, è una trentenne che si è riscattata da un passato difficile e da una famiglia disastrata.
La vita non è stata generosa con lei. A quindici anni è rimasta incinta e nonostante la giovanissima età ha tenuto il bimbo, Nathan, che adesso è un adolescente in piena crisi ormonale. Il carattere di lei è molto ben delineato, non ci si stupisce che non abbia grilli per la testa. Prima di sentirsi donna è principalmente una mamma, sono 14 anni che non fa altro, cosa che la porta ad essere un po' chioccia.
Quando vede Mick, bello, alto, famoso, non può non rimanerne affascinata. Il quarterback sembra averla “puntata” e la fissa e la cerca per tutta la serata del party. Lei non è come le donne che gli cadono ai piedi ogni santo giorno. Oh no. I due parlano, flirtano. E Tara si sente desiderata dopo non sa quanti anni. Quindi si chiede “perché no?”.
Passano la notte insieme, una notte che non scorderanno. La mattina dopo però ecco che Mick non trova Tara nel letto. Una cosa che lo lascia basito, visto che è il suo modus operandi. Insomma, in genere è lui che scappa. Si domanda perché mai lo abbia piantato lì senza nemmeno la possibilità di... qualcosa. Sa che è stata bene. Lui stesso è stato da Dio dopo una infinità di sesso dozzinale e banale. Da quel momento, lui la inseguirà e i mezzi non gli mancano. Ma Tara è già tornata alla sua vita fatta di lavoro, lavoro, lavoro, figlio, casa, lavoro. Si è goduta una bella e indimenticabile serata di passione, ha fatto uno strappo alla regola per qualche ora, poi stop.
“Gli portò le mani sulla schiena, per memorizzare la sensazione di quei muscoli in movimento, la potenza d'acciaio che lavorava sotto la carne, il calore e il sudore della pelle mentre si agitava su di lei.”
La storia non ha grandi picchi di tensione o scatti particolari, non si trovano climax travolgenti che gettano scossoni sui due protagonisti. È un piacevole interludio che fila liscio liscio verso un bel happy ending. Si tratta più che altro di due persone che appaiono in un modo agli occhi del mondo, ma che invece si dimostrano tutt'altro genere. Mick si è costruito, o meglio, gli hanno costruito addosso un'immagine da bellone-sexy-donnaiolo per un preciso scopo. Ma di lui si scopriranno molte cose andando avanti nella lettura. Cose che lo faranno apparire sensibile e con principi saldi. Grazie anche alla sua famiglia che si presenta da metà libro in poi. Faremo la conoscenza del fratello maggiore, anche lui un campione sportivo, la sorella minore, un tipetto tutto stravagante, una mamma e un papà che sono brave persone. Un quadro familiare molto unito ma che non è sempre stato così. Si saprà poi perché.
Tara viene travolta, volente o nolente, dalla tenacia di lui nel volerla rivedere a ogni costo, persino dopo aver sganciato la bomba “ho un figlio” che di norma fa scappare tutti a gambe levate. Interessante sarà lo sviluppo del rapporto Tara|Mick|Nathan.
La scrittura della Burton ha un incredibile timbro visivo, un connubio ben strutturato. Il modo di raccontare schietto e diretto apre le immagini davanti agli occhi e ti fa vivere la scena. Semplicità è forse la parola che più si adatta a questo libro. E romanticismo è l'aggettivo che predomina.
Certo, sesso lo troviamo e anche tanto. Troppo! Altra piccola pecca. Strano lamentarsi del “troppo sesso” ma in questo caso sì. Non che sia volgare o scritto male, anzi, è sempre molto passionale, ma la ripetitività alla fine stanca. Era meglio tagliarne qualcuna e lasciar immaginare il lettore.
Le amanti della Phillips, la famosa scrittrice della saga dei Chicago Stars, potranno vedere nella Burton una degna erede, anche se l'originalità delle trame della SEP non potrà mai essere superata. Qui non c'è rivalità, nel senso che la Burton ha un modo tutto suo di far vivere i personaggi, molto più sentimentali rispetto alla Phillips. Jaci Burton si avvicina di più ai cuori delle lettrici dolci, amanti delle storie poco travagliate.
Quindi... W l'amore!
Edited by Pau_7 - 12/3/2015, 13:43