ALAKIM
Anna Chillon
La lettura di “Alakim” lascia sopraffatti e storditi, con la sensazione di doverla metabolizzare. La trama incalzante, i contenuti forti e crudi, le tematiche originali, lo rendono uno dei romanzi più affascinanti che ho avuto la fortuna di leggere.
L’impostazione su cui si fonda l’intreccio è tipico del genere paranormal romance innestato sull’urban fantasy, ma l’autrice ha il pregio di renderlo qualcosa di unico e innovativo.
Colpiscono la dimensione teologica e le analisi sulla fede: permettono di comprendere l’universo angelico proposto, oltre che di analizzare i fatti narrati, ma si prestano a riflessioni personali. Interessanti sono i riferimenti ai versetti biblici.
Colpisce la complessità dei personaggi, su cui spicca il protagonista indiscusso. Alakim era il primo tra i Serafini, colui che cacciò Lucifero dalle schiere celesti, ma
“Maturò una diversa consapevolezza di sé e del creato, e cominciò a guardare il mondo con occhi differenti. Nel suo supremo senso di giustizia non poteva più accettare che al genere umano fosse stato fatto dono della Terra come luogo dove esercitare una facoltà di scelta che non meritava. […] una così infima genia godeva di un così grande privilegio, una libertà di arbitrio che agli angeli non era mai stata concessa.”Il Serafino decise di scegliere e “cadde” sulla Terra. Le sue intenzioni iniziali, che si intuisce erano state dettate dalla gelosia, si sono perse. Invidia provocata appunto dal desiderio di volontà e di libero arbitrio, che lo ossessiona e lo anima. Le conseguenze sono state spietate: ha perso la luce, è braccato ed è stato costretto a siglare un patto con il Diavolo. Eppure
“[…] una cattiva scelta è meglio di nessuna scelta. Alakim era sofferente e pieno di difetti, malvagio forse, ma era un essere libero.”In realtà l’essenza del Serafino è ancora sepolta in lui, ma le tenebre lo hanno avvolto, ed è diventato un essere malvagio, perverso e spietato. Alakim è tormentato dal suo essere una sorta di creatura semi-demoniaca, e la battaglia che si svolge in lui lo lascia spossato.
“Ciò che era dentro Alakim bramava di emergere, mentre ciò che lo ingabbiava smaniava per impadronirsi della sua anima.”Non ha quindi possibilità di redenzione.
“Sono la più maledetta tra le creature della Terra. Ecco cosa sono.[…]
La mia essenza è ancora lì, la posso sentire sotto una coltre di carne, sangue e ossa. Io ero la luce.
Io sono la luce.
Eppure era costretto a vivere nelle tenebre.”L’indole demoniaca lo rende schiavo della fame. Infatti ha bisogno di nutrirsi di sensazioni e di emozioni negative, tra cui il dolore inferto e subito. Quando la fame lo reclama diventa insensibile e violento. È impossibile sovrastare questo bisogno primordiale che rischia di trascinarlo in un vortice di brutalità senza ritorno. Alakim tenta di resistere fino a quando diventa una necessità estrema. Tra gli accorgimenti adottati per evitare di cedere al lato oscuro e per “tornare in superficie”, un aggeggio metallico impiantato nel suo corpo.
L’etichetta “bello e dannato” non gli rende giustizia perché riduttiva: è un personaggio cupo, dal temperamento solitario, orgoglioso, dominante, bastardo e feroce, eppure intenso, profondo, con senso dell’onore e della lealtà, e che nonostante tutto desidera fiducia, rispetto, accettazione, e libertà dai tormenti, anche se è consapevole che sono parte di lui.
I prodi che riescono a sopportarlo e ad offrirgli ciò di cui ha bisogno a livello affettivo, sono innanzitutto i due coinquilini. Samshat e Muriel sono Nephilim, ovvero ibridi nati dalla relazione tra un angelo e una umana. Si tratta di una razza braccata dal Cielo perché considerata un abominio. In loro prevale il lato divino, che implica determinate caratteristiche fisiche e spirituali, ma rivelano una personalità radicata nelle passioni terrene. Il rapporto tra i tre è autentico, complice, cameratesco, e scandito da una ironia tagliente. Alakim è legato soprattutto a Samshat, colui che ha scelto come fratello perché riesce a gestirlo. Muriel invece mi ha colpito per l’indole più pacata, che cela uno spirito indipendente, guerriero e mistico, nonché sensuale. Sorprende apprendere dei suoi lavori, in cui talvolta sfrutta la complicità di Alakim.
Alakim trova la sua anima gemella (letteralmente) nella giovane Nicole. Nicole è speciale, anche se non conosce le sue capacità. Alakim & compagni scoprono infatti che è la chiave per assolvere al debito contratto con Lucifero. Alakim è attratto da questo scricciolo di ragazza senza fede, tenace, ostinata, ma leale, vulnerabile e, nonostante l’apparente esuberanza, schiva, che non si lascia sottomettere anche se spaventata, dalla natura passionale che fatica ad accettare e con un potere che ha timore di esplorare. Ha un passato sofferto che la incalza e l’ha temprata, ma che le ha lasciato bisogni affettivi e insicurezze. È turbata dal fuoco che le arde dentro, ma è questa passione che la rende ribelle e la avvicina ad Alakim, da cui si sente attratta, nonostante la paura che le trasmette.
La storia d’amore procede in modo naturale: i due si avvicinano lentamente, tra schermaglie e scontri di volontà. La scoperta che sono fatti l’uno per l’altra avviene verso la fine, quando finalmente cederanno le barriere di entrambi e si lasceranno andare, in senso fisico. Non manca infatti il sesso sfrenato, nella migliore tradizione romance. Nicole, attraverso la sensibilità, la passione e il potere, comprende la sofferenza che anima Alakim e accetta la sua natura divina (come angelo), oscura (come demone), terrena (come uomo). Non è semplice per lei soddisfare la “bestia” insita in Alakim, eppure riesce a domarla e ad accoglierla. Per la prima volta, con Alakim Nicole si sente libera di esprimersi, al sicuro e compresa.
Anche i personaggi secondari sono ben caratterizzati, tra cui risaltano gli amici e lo zio di Nicole, il tenente, il magnaccia, il parroco dalle doti sensitive che coglie la verità su Alakim & compagni e li aiuta a progettare un piano d’azione efficace. Ho trovato appropriato il modo in cui è stato delineato il Diavolo: assicuro che fa onore al suo nome. Ovviamente compaiono angeli più o meno potenti.
Se vi aspettate l’happy end, rimarrete delusi. Il finale è amaro, drammatico, e aperto, inaspettato anche se non può essere altrimenti. È una dimostrazione della novità rappresentata dal romanzo, che ne aumenta il valore.
Lo stile è fluido, delinea con efficacia i temi affrontati, il carattere sfaccettato dei personaggi (soprattutto principali), i combattimenti spietati, nonché l’atmosfera cupa. I toni infatti sono crudi, a tratti violenti, espliciti e volgari. Non me ne sono lasciata intimidire: si ha la sensazione di dovercisi abituare. È un aspetto che ho rivalutato e infine apprezzato, e si intende che è funzionale alla narrazione. Inoltre, secondo me, è uno dei motivi che attestano l’audacia del romanzo. Ma potrebbe disturbare chi è più sensibile o non gradisce.
La scrittrice italiana, al suo esordio, non ha nulla da invidiare ad autori più affermati. Anzi, penso che “Alakim” sia migliore rispetto a loro narrazioni. Peccato per il prezzo del cartaceo un po’ proibitivo. In quanto a costi è meglio l’ebook.
Edited by Pau_7 - 26/1/2015, 22:13