Dagli oscar ai self

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view post Posted on 29/12/2014, 08:45
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… la vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro: leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare …

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Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti

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Inauguriamo oggi una nuova rubrica: L'Angolo di Matesi.
In questo contenitore, Maria Teresa Siciliano ci farà partecipe delle sue riflessioni sul mondo dell'editoria, sull'evoluzione del romance e sulla letteratura italiana di genere.
Una rubrica da seguire e di cui cogliere gli spunti di riflessione. La prima: Dove stiamo andando?





Provate ad immaginare un mondo quasi privo di libri. Case senza scaffali, librerie intimidenti e sempre collocate solo al centro di Roma, volumi costosi.
Poi nel 1965 uscirono gli Oscar Mondadori! Nelle edicole e nelle cartolerie. A 350 lire l’uno. Prezzo molto basso, ma non per me: per DODICI GIORNI mettevo da parte i soldi del cornetto e poi potevo comprarmi un libro! Dopo un’accuratissima scelta. Perché si trattava di una cosa preziosa.
Qualche anno fa abbiamo avuto il replay con la pubblicazione degli ebook. Ah! Quel sabato notte in cui, appena finito un Mariani, mi precipitai a riaccendere il computer e comprarne online altri due o tre! Che goduria!
E infine sull’onda del digitale sono arrivati i self, no, non i selfie, ma le autopubblicazioni. Scoprire che con meno di un euro puoi comprare un romanzo! Spesso pure corposo.
Per me è stato come rivivere l’adolescenza, anzi meglio. Potevo leggere tutti i libri che volevo. E per un po’ ne ho comprati tanti. Probabilmente sono stata fortunata perché i primi erano proprio buoni. Sì, contenevano molti refusi e anche qualche errore, ma per un prezzo così basso pensavo di non poter fare la schizzinosa. E il contenuto era talvolta pregevole o almeno decoroso. Una di queste autrici trovò pure un editore che la pubblicasse e qui successe una cosa strana: il titolo in questione risultò forse il suo peggiore.
Non so bene con quali criteri le case editrici prendano queste decisioni: pare si basino sulle copie self vendute e sul numero di recensioni raccolte, ma una lettrice a volte ha l’impressione che scelgano per la pubblicazione un testo semplice e secondo loro accattivante. Non sempre ci azzeccano.
In ogni caso in questo settore ho letto di tutto: vanno molto i testi a puntate, quelli su adolescenti/giovani, trame abborracciate in qualche modo e possibilmente che ammettano dei seguiti in caso di successo. Alcune autrici (e autori) non sanno per nulla impostare una narrazione e alcuni ignorano la lingua italiana.
Però ogni tanto si incontra un testo che sembra avere qualcosa in più e si decide di tenere d’occhio chi l’ha scritto.
Quello che personalmente mi turba è spesso la mancanza di differenze fra i testi pubblicati e quelli autopubblicati. Le case editrici non curano più editing e stampa, come una volta, o almeno non lo fanno nel settore rosa (spero non perché ritengano noi lettrici romantiche delle clienti ignoranti, per le quali è inutile sforzarsi più di tanto).
Per le scrittrici novelline la promozione avviene ormai su facebook: e personalmente compro sempre almeno una volta quelle che si propongono in modo più simpatico.
Lo confesso: ormai non compro più qualunque cosa. Leggo le sinossi, cerco le trame che mi interessano di più e mi sforzo di incoraggiare chi mi pare abbia delle possibilità (cioè riempio Amazon delle mie recensioni).
Ma dove stiamo andando non lo so.
 
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